Recensione: Sony WH-1000X M3, la musica regna nel silenzio

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Luciano Meringolo, Roberto Vazzoler, Luigi Carlo Vasi, Davide Monti, Fabio Biondi, Salvatore Coppola, Andrea Castiglione, Antonio Martella, EDUARD TOMESCU, Enrico Valzano, Nicolò Dondi.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Non ricordo più quale sia il modello di cuffia con ANC (Active Noise Cancellation) che mi ha fatto scoprire questa funzionalità, diventata il principale trend del mercato di fascia alta negli ultimi anni. Per contrastare il rumore ambientale si deve per prima cosa “catturarlo” e poi introdurre in cuffia un suono di fase opposta, che interferisce col primo ottenendo l’effetto noto come cancellazione. In realtà è più corretto parlare di riduzione, visto che un isolamento perfetto è impossibile da ottenere, ma nel corso degli anni il sistema sta andando via via perfezionandosi, con risultati che migliorano sempre di più. Un limite dovuto all’applicazione pratica della teoria dipende dal fatto che per registrare un suono, “invertirlo” e reintrodurlo in cuffia trascorre inevitabilmente del tempo, che, per quanto minimo, rende quasi impossibile un allineamento perfetto con l’originale in caso di frequenze elevate, dove l’onda è più schiacciata e “veloce”. Molto più facile è l’eliminazione delle frequenze basse, che spesso costituiscono il rumore di fondo degli ambienti urbani, nei mezzi pubblici o in aereo. È proprio l’impiego nei lunghi voli ad aver rappresentato il primo e più noto campo di impiego delle cuffie con riduzione del rumore attiva, ma i benefici sono ben più ampi e sono stati riconosciuti da una clientela sempre più vasta.

Pioniera nella categoria in ambito consumer è stata certamente Bose, ma il merito di aver innalzato il livello della sfida trainando lo sviluppo negli ultimi anni va a Sony. In passato ho pubblicato una recensione/confronto tra il primo ed il secondo modello di 1000x, cuffia top di gamma con riduzione del rumore, ma verso la fine del 2018 è stato introdotto il terzo: Sony WH-1000x M3.

Prima di proseguire due parole sulle foto in questa pagina. Avevo in mente un obiettivo, per mescolare lo stile dei primi anni di SaggiaMente (sfondo completamente bianco o nero) e quello più recente con colpi di luce azzurri e rosa. L’effetto finale non mi piace (anche perché ho sbagliato scattando con troppa poca profondità di campo), ma sono curioso di avere un vostro parere anche su questo e non solo sulle cuffie. Credo che andrò in una direzione diversa, ma un confronto di idee è sempre gradito.

Uno dei principali pregi dell’azienda giapponese risiede nella capacità di innovazione, che la porta a presentare continuamente aggiornamenti per i suoi prodotti più richiesti, ma questo approccio ha anche risvolti negativi, poiché spesso le differenze rilevanti tra una generazione e l’altra sono davvero minime. Dopo aver provato le 1000x M2, ad esempio, ho deciso di restituirle e di continuare ad utilizzare le precedenti, che avevo pagato molto meno ed avevano una resa sostanzialmente identica in termini di audio e riduzione del rumore.  L’approccio alle M3 è stato dunque un po’ scettico per me, visto che partivo con aspettative abbastanza basse riguardo ai miglioramenti possibili.

Il design del prodotto mantiene sostanzialmente lo stesso aspetto, ma in realtà ci sono diverse modifiche strutturali ed estetiche. Iniziando da queste ultime, vediamo sparire la bordatura argento scuro che contornava il padiglione nella parte bassa. Un particolare che era caratteristico del design ma che avevo segnato nei contro lo scorso anno perché risultava un po’ cheap per via del colore e del materiale (plastica). Il padiglione è leggermente più profondo e il logo Sony è ora di un colore simile al bronzo, che ritroviamo anche nella bordatura dei microfoni ambientali. Mi spiace un po’ che il modello nominato “Argento” sia rimasto in realtà di quel beige che dopo tre generazioni inizia a stancare. Con un design moderno come questo trovo migliore il grigio neutro, simile a quello delle Bose QC35 II (recensione), mentre le tinte più calde come questa mi sembrano più indicate nei modelli eleganti o vintage, come le Momentum 2.0 o le B&O Beoplay. Insomma, ho preferito acquistare il modello nero questa volta.

Dettagli differenti sul piano estetico si ritrovano anche per la forma dei microfoni ambientali posti sulla parte alta del padiglione, più larghi ed evidenti, ma è soprattutto l’archetto ad essere cambiato. Nelle precedenti era quasi perfettamente circolare e vi era uno scalino tra la parte in plastica e quella imbottita, mentre ora le due sezioni sono accoppiate con continuità e la forma dell’archetto è ovale. Migliora anche la quantità e la qualità dell’imbottitura nella parte alta, ma soprattutto lo spazio interno ai padiglioni che ora accolgono le orecchie più comodamente rispetto ai modelli precedenti.

Rimane la tendenza a scaldare un po’ troppo nelle nelle lunghe sessioni d’ascolto, perché non vi è tanta aria all’interno come nei padiglioni a bicchiere delle Bose QC35, ma se si usano per un po’ ci si accorge che l’ergonomia è migliorata moltissimo.

Il design delle WH1000x M3 è molto gradevole e pur essendo cambiato poco ad un primo sguardo, appare in realtà più moderno ed elegante, sia per la tinta uniforme che per la semplificazione di alcune linee e l’eliminazione di tutti gli spigoli vivi. Sony è riuscita a togliere anche 20 grammi sulla bilancia, che non si avvertono immediatamente in mano ma si sentono in testa già dopo i primi 10 minuti.

Quel che non è cambiato in tre generazioni è l’utilizzo diffuso di plastica che, seppure di buona qualità, rimane poco apprezzabile al tatto. Grazie al buon assemblaggio ed al design curato, le cuffie appaiono indiscutibilmente come un modello di fascia alta, ma non restituiscono quella sensazione premium come altri modelli di prezzo analogo. Di certo non sembrano pregiate come le Sennheiser Momentum 2 (recensione) e non si avvicinano minimamente alla ricercatezza della Bower&Wilkins PX (recensione), ma anche le Bose QC35 II (recensione) le superano per l’impiego di dettagli strutturali in acciaio e l’alluminio del rivestimento. L’effetto più sgradevole per me è il rumore che si sente mentre si maneggiano e che si può riprodurre allargando l’archetto con le mani. Non ci si fa poi tanto caso nel quotidiano, ma da questo punto di vista si deve migliorare. Inoltre Sony ha eliminato quella sottile copertura di pelle all’esterno dei padiglioni, che per quanto potesse essere incline a graffiarsi era molto gradevole, sicuramente più della plastica liscia che c’è ora e che attira le ditate.

La serie 1000x non è tuttavia nota per la pregevolezza del design, quanto per la parte acustica ed elettronica. Iniziando dalla prima, non ci sono variazioni rilevanti nella terza generazione, basata sempre su due driver da 40mm ed una risposta in frequenza da 4 a 40.000Hz, che scende a 20-20.000Hz via Bluetooth con protocolli standard e a 20-40.000Hz utilizzandole con dispositivi compatibili LDAC. Si possono utilizzare anche da spente via cavo, con un sound piacevole e discreta presenza di bassi, ma accendendole si avverte una maggiore dinamica ed uno stage più ampio, anche perché entra in gioco tutta la parte elettronica comandabile tramite l’app.

Non uso e non gradisco più di tanto i vari interventi possibili su equalizzazione, dislocazione del suono ed effetti che ci offre Sony, ma il livello di personalizzazione è molto avanzato e restituisce quell’effetto wow tipico dei prodotti di alta fascia della casa Giapponese.

L’utilizzo principale delle 1000x M3 sarà certamente via Bluetooth e si apprezzerà la facilità di connessione via NFC con gli smartphone che ne sono dotati. La cuffia consente di abbinare anche due dispositivi contemporaneamente, ma nell’app manca ancora uno strumento di gestione delle connessioni comodo come quello delle Bose QC35, dove sono elencati i dispositivi accoppiati e si possono attivare e disattivare con un tocco.

La resa audio migliore con sorgenti di buona qualità la si ottiene con le cuffie accese e collegamento cablato, ma anche via wireless le 1000X M3 non deludono. Il lag è molto ridotto, direi quasi impercettibile anche nella visione di contenuti video in lingua originale, e il sound è ricco e godibile. Sulle frequenze più alte io continuo ad avvertire una riproduzione un po’ freddina, come nelle precedenti, ma l’estensione è ottima così come la definizione. Non si raggiunge il livello di trasparenza di una cuffia da studio ma non sarebbe probabilmente neanche gradito dal target di riferimento. Qui abbiamo un suono elaborato ma che mantiene una buona risoluzione in tutte le frequenze, non sacrifica i medi e spinge un po’ sui bassi. Tramite l’app si potrebbero anche enfatizzare con la funzionalità ClearBass, ma ne faccio volentieri a meno.

Sul fronte della riduzione del rumore ambientale, incredibilmente Sony è riuscita a migliorarsi. Sottolineo la parola incredibilmente perché è un qualcosa che onestamente non mi aspettavo di poter dire. Pur non aumentando in negativo l’impatto sulla qualità della musica, in questo nuovo modello si percepisce un isolamento acustico ancor più efficace. I rumori ambientali spariscono come per magia appena le si accendono, ma soprattutto vengono attutite in modo pazzesco anche le frequenze alte. Quando le cuffie lavorano con l’impostazione massima di riduzione non passa quasi nulla dall’esterno, se non proprio i suoni più acuti o forti. Oggi pomeriggio c’era un martello pneumatico in funzione proprio sotto lo studio e non dico di non averlo proprio sentito, ma togliendo le cuffie era 100 volte più forte. Sony aveva già stabilito il punto di riferimento per la categoria con le prime 1000x, ma questa volta sono andati persino oltre. Credo che sarà difficile vedere pari efficacia nei modelli di altri produttori, di certo non in tempi brevi.

Il sistema di riduzione è molto comodo anche perché ha una modalità del tutto automatica, che cambia il livello di intervento a seconda dell’ambiente rilevato. Personalmente le sto usando così da alcuni mesi e devo dire che risponde bene, anche se non sempre tempestivamente. Se ad esempio ci si sposta in un ambiente più rumoroso, può passare anche un minuto prima che le cuffie si adattino, ma la transizione è gestita bene. Inoltre ora viene attivata la modalità Ambient durante le conversazioni telefoniche, cosa che ci consente di sentire la nostra voce evitando di gridare come nei precedenti modelli e restituendo un sensazione ben più naturale e piacevole.

La lista di miglioramenti delle M3 continua ed abbraccia anche i controlli. Non è stato purtroppo reintrodotto un tasto dedicato solo all’Ambient Sound (che c’era nella prima generazione) e se ne usa uno solo per passare tra le tre modalità principali: Ambient, Ambient off e Noise Cancelling. La voce guida, però, è molto più chiara nel descriverli e quindi non si rischia di fare confusione. Non fate l’errore di impostarla su italiano, però, perché la voce è davvero comica e di scarsissima qualità: sembra registrata nel bagno di un autogrill.

Con la modalità Ambient si può definire l’enfasi da dare alle voci, così da farle risaltare in modo chiaro rispetto ai rumori, e la stessa si può anche attivare temporaneamente poggiando la mano sul padiglione destro. I pulsanti sono sempre sul retro di quello sinistro ma sono stati ridisegnati nella forma e meglio spaziati, per cui si trovano e si azionano meglio. Tenendo premuto quello più lungo che controlla la riduzione del rumore, si attiva a richiesta l’ottimizzazione del suono in base all’attuale ambiente e pressione atmosferica. Volendo è possibile destinare questo pulsante al controllo dell’assistente vocale, ma personalmente ne faccio a meno visto che si può già attivare tenendo premuto con un dito sul padiglione destro (e funziona anche con Siri pure se sulla scatola si parla solo di Google Assistant).

Sempre in ottica di miglioramenti devo segnalare una maggiore precisione del controllo volume e di riproduzione con il tocco sul padiglione destro, che si effettuano sempre con gli swipe nelle quattro direzioni In particolare ora è molto più sensibile quando lo si attiva volontariamente ma reagisce meno ai tocchi involontari. Credo sia uno dei sistemi più efficaci al momento, anche se gradirei poter cambiare o ridurre il volume del beep che viene emesso ad ogni gesto.

Rimane decisamente nella colonnina dei pro anche la batteria, che mantiene una durata eccellente di circa 20h di riproduzione. Lo so che nella scheda tecnica si legge 30h, ma vi sfido a raggiungerle davvero. Ci sono tuttavia miglioramenti anche in questo ambito con la nuova generazione M3 a partire dal fatto che finalmente – ripeto, finalmente – ora la voce guida dice la percentuale di batteria residua con un clic sul pulsante power e non soltanto un laconico high, medium e low. Inoltre è stato abbandonato il connettore microUSB per passare alla più moderna USB-C, grazie alla quale si potrà ridurre anche il tempo medio di ricarica.

Conclusione

Ve la faccio breve, anzi brevissima: se cercate delle cuffie comode, con un buon comparto audio e la migliore riduzione del rumore su piazza, comprate le Sony WH-1000x M3. Ma ad occhi chiusi. Certo ci si deve alleggerire di circa 380€, ma io le ho messe nel carrello di Amazon ad agosto e monitorandole sono riuscito a comprarle il 31 ottobre 2018 a 350€ (che è il prezzo più basso mai registrato). Anche le precedenti costavano questa cifra al momento del lancio, quindi con il tempo assisteremo ad una riduzione, ma non credo prima della seconda metà del 2019. Soprattutto perché Sony ha mantenuto a listino anche le M2 a fare da apri pista nella fascia leggermente più bassa ed essendo molto valide rimarranno lì ancora a lungo. In generale il prezzo è alto ma probabilmente in linea col mercato, perché si paga sicuramente il brand ma più di tutto la componente tecnologica che qui non è seconda a nessuno. E se si parla di riduzione del rumore: con le prime 1000x Sony si era posizionata in cima alla categoria, ora ne ha proprio creata una a parte. In genere dicevo di preferire comunque le Bose QC35 II per la migliore gestione del Bluetooth, la chiarezza delle notifiche e perché sono forse più comode nelle lunghe sessioni d’ascolto, ma ora il gap tra le due si è assottigliato tantissimo. Le Momentum 2 Wireless hanno un sound più preciso e bilanciato, ma non sono altrettanto comode e la riduzione del rumore non è neanche confrontabile. Stessa cosa vale per le lussuose Beoplay H9, dove l’active noise control impatta poco, come nelle B&W PX, che però hanno un fascino incredibile ed firma sonora unica. Le Sony WH-1000x M3 non sono altrettanto belle o pregiate in termini di materiali, ma sono molto comode, si usano che è un piacere, suonano più che bene e ti trasportano in una bolla ovattata dove ci sei solo tu e la tua musica preferita. A distanza di quasi 3 anni dalla recensione delle prime QuietComfort 35 di Bose, mi vedo costretto a strappargli il titolo per passarlo alle 1000x M3, presentandole persino con le stesse parole, perché qui davvero la musica regna nel silenzio.

PRO
+ Design non passionale ma gradevole (e migliore dei precedenti)
+ Qualità audio elevata con ogni modalità di utilizzo
+ Supporto dei migliori codec audio wireless esistenti
+ La migliore riduzione del rumore, punto.
+ Più leggere e imbottite delle precedenti
+ Audio in chiamata nettamente migliorato
+ Funzioni di adattamento automatico della riduzione del rumore
+ Ottimo livello di comfort per le orecchie
+ Possibilità di ripiegarle nella pratica custodia piatta
+ Superficie touch migliorata per un controllo più preciso
+ Voce guida gradevole e naturale, migliorata nel frasario per risultare più comprensibile
+ Possibilità di utilizzo anche da spente
+ Batteria di lunga durata con voce guida che legge la percentuale
+ App dedicata con equalizzazione e vari settaggi
+ Possibilità di definire la durata del timeout per lo spegnimento automatico
+ Porta USB-C per una ricarica più veloce

CONTRO
- Manca ancora una sezione nell’app per gestire i dispositivi abbinati
- Mancano un po’ di attrattiva per l’eccessivo uso di plastiche

DA CONSIDERARE
| 
Con lunghi ascolti tendono a scaldare un po’ le orecchie
| Prezzo importante

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.