Recensione: Jumper EZBOOK 3 Pro, il portatile più economico dell’economico

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Più volte mi sono trovato nella difficile situazione di dover consigliare un portatile molto economico per utenti con esigenze basilari. Il mio primo pensiero va sempre ai MacBook usati, ma il mercato italiano è davvero esoso. Se ci si pone l’obiettivo di spendere circa 300€ l’unica cosa a cui si può ambire sono i modelli precedenti al 2011 e in condizioni non ottimali. Sono dei computer ancora belli, anche se mediamente grossi e pesanti, ma pure aggiungendo RAM ed SSD sono vincolati per il sistema operativo e le app, oltre che legati a vecchi standard per i collegamenti cablati e wireless (in media si trovano Wi-Fi e Bluetooth ben più lenti degli attuali e soprattutto USB 2.0). Nel periodo del Black Friday qualcosa di molto interessante si è trovato, anche se i computer con disco flash hanno spesso la configurazione 8GB RAM / 256GB storage che è difficile da vedere sotto i 500€ anche con le offerte. Mi viene sempre in mente di guardare ai bellissimi notebook di Xiaomi, con un rapporto qualità/prezzo invidiabile, ma purtroppo anche loro sono posizionati in una fascia di mercato più alta.

Unendo la necessità di una spesa molto contenuta e di un portatile comunque “moderno”, si può guardare ad altri produttori cinesi emergenti, pur consapevoli di alcuni limiti di base: affidabilità non comprovata e garanzia per lo meno difficoltosa. Tuttavia il vero problema che accomuna tutti questi nell’esperienza d’uso è la tastiera con layout “internazionale”. Per quanto un portatile così basic non nasca certo per l’utilizzo professionale e impegnativo, immagino che per lo meno si adopererà per la gestione documentale e dover scrivere su una tastiera con diversa disposizione è per me inaccettabile. Pur basandosi sempre sullo standard QWERTY, ci si trova ad avere almeno le accentate, la punteggiatura e i simboli in posizione differente. Qualcuno usa degli adesivi… ma andiamo, non è una bella cosa. In questo panorama mi ha stuzzicato il Jumper EZBOOK 3 Pro proprio perché proposto con quella che definiscono “tastiera italiana”. Ne ho parlato un po’ nel nostro SaggioClub su Telegram a fine 2018 e la reazione di alcuni utenti è stata negativa ed anche io non è che fossi poi così convinto della riuscita. In questi casi l’unica strada, per me, è provare le cose di persona ed è quello che ho deciso di fare con questo portatile.

Inizio subito col dire di averlo pagato 230€ grazie ad un’offerta, con meno di 5€ di spedizione Italy Express arrivata in circa 10gg lavorativi e senza spese di dogana. Con un totale di 235€ non si può certo ambire chissà a cosa, ma la premesse sembravano tutto sommato positive. L’hardware si basa sulla CPU Intel Apollo Lake N3450, ovvero un Celeron quad-core da 1,1 GHz (che può raggiungere i 2,2 GHz grazie al Turbo Boost) e con iGPU Intel HD Graphics 500. La RAM ammonta a 6GB (1GB a disposizione del video) ed è ovviamente di tipo DDR3 a basso voltaggio, mentre l’archiviazione è affidata ad una eMMC da 64GB.

Con questa configurazione si sa già in partenza che alcuni utilizzi saranno preclusi, ma se si considera la spesa e l’obiettivo prefisso, contavo di poter ottenere un’esperienza d’uso più che sufficiente. Sapete come la penso: la CPU è molto importante per l’attività intensiva ma se ci si limita a navigazione, fruizione multimediale e pacchetto office, alla fine la richiesta sarà contenuta ed è molto più importante avere un giusto quantitativo di memoria ed un disco veloce. Purtroppo in questo caso è stata scelta una eMMC, che è su uno scalino inferiore rispetto ai veri SSD, tuttavia il suo dovere lo fa con risultati che superano di slancio gli HDD, in silenzio e con consumi ridottissimi.

Una cosa molto importante da notare, però, è che nel bottom case vi è uno scompartimento di facile accesso per l’aggiunta di un SSD blade SATA M.2 (formato 2242), cosa che consente di incrementare lo spazio in un batter d’occhio e con una spesa irrisoria. Anzi, se si dovesse decidere di metterci un disco come questo, converrà spostare lì il sistema operativo e usare la eMMC come archiviazione dati di supporto (o per un secondo boot, magari con Linux). Il computer arriva con Windows 10 installato e con l’italiano selezionabile in fase di setup iniziale, quindi si è subito pronti all’uso.

Dal punto di vista esteriore, il Jumper EZBOOK 3 Pro assomiglia un po’ al vecchio Air, anche se il case di metallo è piuttosto sottile e la finitura esterna non restituisce una sensazione altrettanto pregiata. È comunque molto meglio dei prodotti simili in plastica, ma quando l’ho smontato e rimontato ho notato che stringendo le viti oltre il necessario si nota quasi una flessione in corrispondenza delle stesse (ma ritorna subito alla normalità allentandole leggermente). Mi è stato segnalato da alcuni utenti un netto miglioramento dal punto di vista costruttivo rispetto ai precedenti modelli, che a quanto pare avevano un difetto nell’attaccatura dello schermo. Questo appare abbastanza robusto, meglio rifinito negli spigoli e con una cerniera ben più salda. Il pannello è un IPS da 13,3″ con risoluzione Full HD ed una luminosità che credo si aggiri intorno ai 300/350 nits. Onestamente è molto meno peggio di quel che credessi, perché pur non raggiungendo una saturazione di spicco non appare sbiadito e privo di contrasto, inoltre si vede decentemente pure dai lati. L’unica cosa da tenere a mente è che non sono supportati schermi esterni 4K a 60Hz ma solo a 30, per cui è ideale accoppiato ad QHD o FHD.

La tastiera è stata un po’ una sorpresa, perché le immagini sul sito non ritraevano davvero il layout italiano e dunque non sapevo cosa aspettarmi. Alla fine il produttore ha semplicemente cambiato le scritte sui tasti ma non il formato. Ciò significa che l’invio non ha la classica forma ad L capovolta ma è una barretta sottile con sopra il “canc” e soprattutto non c’è il tasto con < e > a sinistra della Z, per cui quei due simboli si realizzano con Fn in combinazione con virgola e punto. L’altra differenza è che il prolungamento in orizzontale dell’invio non ha consentito l’inserimento della ù alla sua sinistra, che è stata spostata sul tasto “ctrl” di destra ma senza nemmeno sostituire la serigrafia. Assurdo. Questa è probabilmente la cosa più fastidiosa, per il resto ci si trova con una tastiera davvero molto simile a quella italiana e con un’esperienza di scrittura che per quanto sia vecchio tipo in termini di corsa – ovvero un po’ alta – potrebbe piacere a moltissimi in quanto ricorda quella dei MacBook Air precedenti all’attuale. Insomma, non proprio una pagella 100% positiva sull’argomento, ma poteva andare anche peggio. A parte nella scrittura davvero intensiva di codice dove i simboli maggiore e minore sono ricorrenti, c’è solo la ù che richiede adattamento. A me non piace nemmeno la forma dell’invio, perché spesso lo premo in alto dove si trova invece il canc, ma a questo ci si abitua senza molta difficoltà.

Nella parte superiore della tastiera troviamo due fori per altrettanti microfoni e tre piccoli LED di stato senza alcuna serigrafia, infatti all’inizio non ci si capisce nulla. Poi si noterà che il primo è quello di accensione, il secondo segna il caps-lock e il terzo ve lo saprò dire quando si accenderà… per ora non l’ho mai visto attivo o magari non ci ho fatto caso. Certo che una piccola icona potevano pur mettercela per risultare più chiari!

La cornice dello schermo è abbastanza contenuta, nel senso che pur non appartenendo alla famiglia dei borderless appare adeguata e sufficientemente modern. Le dimensioni in pianta sono di 31,5 x 20,5 cm mentre lo spessore va da 1,5 cm nella parte più alta fino a 1cm in quella frontale, e questo considerando pure i quattro piedini in gomma posti alla base. Onestamente è piuttosto snello e complessivamente gradevole, con un peso di 1,4kg che in mano si avverte ma non è spiacevole, anzi restituisce un discreto senso di solidità. L’apertura richiede l’uso di due mani per tenere fermo il bottom case, ma è abbastanza fluida e la cerniera ha una resistenza apprezzabile e ben bilanciata.

La cosa che proprio non mi spiego è quel trackpad in nero, che a me sembra un vero e proprio pugno in un occhio. Ho visto anche alcuni MacBook personalizzati così con gli adesivi, ma non lo trovo per nulla piacevole. Questo ha una superficie di 10 x 6,6 cm e scorre molto bene essendo in vetro. I driver sono quelli aggiornati di Windows 10 ed è fluidissimo e preciso sia nel movimento che nel riconoscere le classiche gesture di scorrimento e cambio app o scrivania con l’uso di 2, 3 o 4 dita. È un po’ piccolo ma devo dire che è molto meglio del previsto e l’unica cosa che non mi piace (colore a parte) è che il clic fisico è un po’ molliccio e si attiva bene solo nella fascia bassa visto che la cerniera è in alto. Essendo abituato ai trackpad dei Mac recenti, in cui si schiaccia dovunque, è parecchio fastidioso, ma se si usa il tap invece del clic il problema si dimentica in fretta.

La connettività wireless si è dimostrata stabile e completa, con il Wi-Fi doppia banda ac e Bluetooth 4.0, ma anche le porte sono piuttosto ricche. Sulla sinistra si ha l’uscita cuffie, una USB 3.0 ed un lettore di schede microSD (perché non SD me lo devono spiegare…). Sulla destra, invece, abbiamo la porta di alimentazione, una seconda USB 3.0 e l’uscita mini HDMI. Se si esclude la scelta delle due “mini” e “micro”, che non mi piace, c’è quello che serve per l’uso più comune.

Certo sarebbe stata piacevole una USB-C anche di gen 1 per la ricarica in mobilità da powerbank, ma ricordiamoci sempre il prezzo di vendita. La cosa davvero stramba è che anche sulle porte non ci sono serigrafie e quella audio da 3,5mm si può confondere con la DC, infatti la prima volta avevo collegato il caricatore a sinistra invece che a destra.

L’alimentatore ha un cavo un po’ troppo corto e fa sorridere per quanto è piccolo e “comune”, sembra quello di un Raspberry. Ma dopotutto i consumi sono molto bassi visto che il processore ha un TPD di 4W e con la batteria da 4500mAh si raggiungono circa 5h di uso continuo. La gestione dello stand-by non è però ben realizzata, infatti quando chiudo solo il coperchio spesso lo trovo scarico, quindi conviene proprio spegnerlo quando non si deve usare per più di qualche ora (o magari affinare le opzioni di risparmio energetico). Nella parte alta dello schermo c’è anche una webcam di qualità passabile mentre ai lati, sotto la scocca, si trovano le griglie delle due piccole casse stereo che non conoscono le frequenze basse ma il dovere di riproduzione basilare lo svolgono.

Pur considerando alcune limitazioni intrinseche dovute all’hardware, l’esperienza d’uso non è poi negativa. Sono pronto a scommettere che un portatile con CPU migliore ma un HDD meccanico dia decisamente più grattacapi. Il Jumper EZBOOK Pro (certo che questo suffisso “Pro” se lo potevano evitare…) si accende in una manciata di secondi e risponde abbastanza allegramente ai comandi impartiti finché non gli si chiede troppo.

Ho installato l’ultima versione di LibreOffice e viaggia serenamente ma anche con Affinity Photo per Windows sono riuscito a modificare e ritagliare delle foto per il web senza problemi. Ovviamente non è che ci si aspetti un uso reattivo messo sotto stress con multitasking ed applicazioni impegnative, ma se oltre a documenti e navigazione si ha saltuariamente bisogno di qualcosa in più, lui non si tira indietro. Per la fruizione di video, invece, i codec H.264 ed HEVC sono supportati in hardware dalla CPU, per cui scorrono via lisci a patto di non usare bitrate esagerati. Insomma, per gli obiettivi prefissi direi che ha soddisfatto le aspettative.

Conclusione

Vale sempre l’assunto che si ottiene ciò per cui si paga e con 230€ sul piatto della bilancia ho delle aspettative molto basse. Il Jumper EZBOOK 3 Pro è evidentemente un prodotto realizzato per un mercato di fascia ultra-economica, però dal vivo non sembra mica così cheap come alcuni concorrenti tutti in plastica. Penso anzi di poter dire che dà una sensazione superiore rispetto alla spesa sostenuta. Con un prodotto di marchio noto in Europa è impossibile aspettarsi qualcosa di altrettanto decente allo stesso prezzo se si considera il case di metallo, la RAM, la CPU quad-core e lo schermo Full HD IPS. Non c’è un vero SSD visto che l’eMMC è più simile ad una SD “evoluta”, però il suo dovere lo fa nell’offrire un miglioramento tangibile rispetto un disco meccanico (e non dimenticate la possibilità di aggiungere un vero SSD M.2 svitando una sola vite). Oltre a tutto questo, a me è piaciuto il form factor, per nulla originale ma decisamente più indovinato rispetto quei vecchi muletti che si possono trovare nella stessa fascia di prezzo che però hanno dei 15,6″ di qualità infima e sono spessi e pesanti come un mattone. Il prodotto che più gli si avvicina sul mercato nostrano è forse l’HP Stream 14″, che nella configurazione da 300€ ci dà 4GB della stessa RAM e 64GB sempre eMMC, ma oltre a costare di più ha un Celeron inferiore (N3060 dual-core con GPU 400 invece che 500) ed uno schermo davvero molto più scarso di tipo VA 720p e con angoli di visuale indegni invece di questo gradevole IPS 1080p. Si potrebbe comunque preferire per il marchio e la garanzia, ma con 70€ in più ci dà meno sia in termini di prestazioni che di qualità tangibile. Certo è una gara al ribasso, dove non è che si passi da 0 a 100 quanto piuttosto da 10 a 20, però mi pare di vedere più ragioni per preferire l’offerta di Jumper se il risparmio è un punto importante, perché si risparmia e si ottiene di più. Se però si tende a far pesare sulla bilancia il marchio, la garanzia e una tastiera 100% italiana, si può essere disposti al sacrificio. Insomma non vedo in questo EZBOOK Pro un vincitore a mani basse, ma usandolo e pensando a quanto lo si è pagato il sentimento primario è quello di giusta soddisfazione.

PRO
+ Costruzione in metallo con rifiniture niente male
+ Tastiera un po’ vecchio tipo ma piuttosto comoda
+ Schermo con una resa inaspettatamente buona per risoluzione e colori
+ Buon bilanciamento di prestazioni per un uso basico
+ Slot facilmente accessibile per installazione di un SSD M.2
+ Dotazione di RAM di 6GB
+ Windows 10 preinstallato in italiano
+ Dimensioni contenute
+ Prezzo davvero minimo
+ Autonomia valida
+ Dotazione di porte contenuta ma adeguata

CONTRO
- Il layout è italiano ma con qualche differenza: forma dell’invio e posizione di <, > e ù
- Garanzia ed assistenza sono oggettivamente un bel punto di domanda
- Sarebbe stato meglio avere una SD invece di microSD
- Il tasto Ctrl di destra è in realtà la lettera ù
- L’uso di mini HDMI costringe ad acquistare un adattatore (che costa pochi spiccioli)
- L’alimentatore ha il cavo corto

DA CONSIDERARE
| La eMMC è più lenta di un SSD
| L’uscita video su monitor 4K non supporta i 60Hz
| Alcuni dettagli “scomodi” come l’assenza di serigrafia sulle porte o i LED

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.