Ma siamo sicuri che il nuovo Mac Pro 2019 sia caro?

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Apple ha fatto una scelta non proprio scontata mostrando il nuovo Mac Pro nella recente WWDC 2019. Con tutta la carne che è stata messa sul fuoco, si poteva benissimo concludere il keynote senza farne menzione e nessuno si sarebbe lamentato. Beh, forse questa è un’affermazione fin troppo ottimistica considerando l’ambiente, ma bisogna ricordare che l’evento è dedicato agli sviluppatori, che di novità davvero ghiotte ne avevano già ottenute diverse lato software. Già solo SwiftUI e le funzionalità aggiunte su tablet con iPadOS valevano, per così dire, il prezzo del biglietto. Il Mac Pro avrebbe potuto benissimo meritarsi un evento speciale più avanti, ma immagino che in Apple fossero piuttosto ansiosi ed orgogliosi di mostralo al grande pubblico, che pur non essendo in sala avrà poi saputo della novità tramite la stampa internazionale. L’evento forse più indicato per parlare di una workstation di questo calibro sarebbe potuto essere il NAB, anche se quello del 2019 è già andato e il prossimo si terrà ad aprile del 2020: troppo tardi. Si potrebbe asserire che anche gli sviluppatori di alto rango, in particolare le software house che si occupano di gaming 3D, possano essere interessate al Mac Pro, ma io credo siano una quantità risibile che può trovare risposta anche nell’attuale iMac Pro opportunamente carrozzato.

Dunque questa anticipazione del Mac Pro è servita per mostrare i muscoli e per preparare il terreno alla sua futura distribuzione nelle aziende, annunciando anche diverse collaborazioni prestigiose di grande interesse. Ma mostrandolo così, un po’ superficialmente, Apple ha mostrato il fianco ai suoi abituali detrattori. Nel canali importanti, per la verità, di critiche vere ne ho sentite ben poche. Sono più che altro i giovani youtuber ad essersi voluti schierare nettamente pro o contro, anche se ad oggi non ci sono neanche tutti gli strumenti per poterlo fare. Ad esempio chi fa i conti della serva per vedere se questa macchina è cara o no, dovrebbe prima di tutto notare che al momento non è ancora chiaro quali processori monta. Apple dice che sul modello base c’è uno Xeon W da 3.5GHz on Turbo Boost fino a 4GHz ed 8 core/16 thread. Con queste informazioni si potrebbe essere portati a pensare che si tratti del W-3223 che costa più o meno $800, ma quello ha una memoria cache di 16.5 MB e non di 24.5MB come mostrato sul sito Apple.

[AGGIORNAMENTO] Io non ho una risposta per questa discrepanza, ma un utente saggio mi ha fatto notare che Apple Insider ha pubblicato un articolo di approfondimento secondo cui la cache segnalata qui sia in realtà la somma sia di quella L2 che L3 (strano comportamento per altro):

While Intel’s Ark lists the cache of each processor as a lower value, it is in fact the L3 cache included in each chip. Apple’s cache values are based on a combination of L3 cache and L2 cache, which can cause confusion for those looking more closely at the hardware.

Io ho sempre acquistato Mac Pro perché lavorando con grafica, foto e video ne ho trovato giovamento, ma se guardo al nuovo modello capisco che Apple lo ha innalzato di livello ed ha escluso me, così come tantissimi altri professionisti, dal target di riferimento. Posso esserne deluso sul piano personale, perché mi sarebbe piaciuto acquistarlo, ma ciò non significa che il prodotto sia sbagliato. Per dire, se faccio banalmente del design o illustrazione, devo accettare che questa macchina non è per me. Se monto video anche in 6K ma compresso, codificato in H.264, HEVC, ecc… non sono comunque nel target del nuovo Mac Pro. E anche il ProRes 4K in realtà ormai si riesce quasi a gestire con un MacBook Pro carrozzato… Già solo per avere una cinepresa capace di registrare flussi video ad alta risoluzione in RAW si deve spendere un mezzo capitale e chi è già in quell’ordine di idee (e di prezzi) ha una prospettiva ben diversa nel valutare questa macchina rispetto ad esempio ad uno youtuber. Capisco bene che molti vorrebbero mostrare il nuovo Mac Pro nei loro video, così come io amerei averlo sulla scrivania (non sotto perché non potrei ammirarlo!), ma questo non è un computer per montare i vlog da buttare sul proprio canale (a meno che questo non si chiami MKBHD, ovviamente).

Una scheda madre di questo calibro ma con neanche 1/5 di questa complessità e di elementi innovativi, può benissimo costare $600. Dunque io non fatico a valutare quella progettata da Apple sui $1000 (e ricordate che include pure il SoC ARM T2). Un case in metallo fatto su misura con soluzioni ingegneristicamente interessanti arriva a costare anche 300€ in formato ITX, e anche questo non è lontanamente confrontabile né per dimensioni (quindi quantità di materiali) che per tecnologia e livello costruttivo, per cui non mi stupirei se valesse $800. È chiaro che sto facendo delle stime sommarie, ma il punto è che non si può vedere il prezzo di una scheda madre o di un case commerciale su Amazon e pensare di poter trarre delle conclusioni migliori. Posso però capire le critiche alla ridicola quantità di storage base di 256GB, anche perché in quel caso si tratta essenzialmente di un componente più o meno standard che in quel taglio non costa più di $100 (parlo ad esempio del Samsung 970 PRO). Poi certo qui c’è il sovrapprezzo Apple, così come sicuramente ci sarà sulle RAM, ma pure quelle non sono mica le stesse che troviamo comunemente a 200€ per 32GB in Italia. 32GB di queste memorie possono tranquillamente valere $5/600. Un alimentatore commerciale da 1000W costa circa $200, quanto immaginate che valga uno di livello enterprise da ben 1400W? Io credo $800 se non addirittura $1000. Dunque anche considerando che la GPU del modello base è pur sempre una “misera” AMD Radeon Pro 580X – che tuttavia è customizzata grazie al connettore MPX e sicuramente avrà prestazioni e stabilità molto diverse da una Radeon 580 consumer – il rischio che nell’insieme questo computer non sia affatto caro non è affatto così remoto.

Poi è certamente vero che con un iMac 27″ 2019 carrozzato al massimo si rischia di andare più veloce su geekbench, soprattutto se si lavora nel campo multimediale. La stessa Apple ribadisce che la scheda grafica base non è adattata ad attività GPU based, ma non sono mica le uniche per cui si comprano workstation. Non aveva senso buttarci dentro un GPU da $1500 considerando che ci sono diversi ambienti enterprise che non lavorano sulla grafica. Anche perché quella base è “dopata” con il connettore MPX e Thunderbolt 3 per reggere più flussi video di quella standard (ad esempio due monitor 6K). Quindi se siete di quelli che, come me, possono effettivamente fare di più spendendo meno, dovete semplicemente accettare che questo computer non vi serve e non è pensato per voi. Qui si acquista sostanzialmente una piattaforma che è ben diversa da quelle consumer e che all’atto prativo forse nessuno acquisterà nella versione base. Anche io per utilizzarla produttivamente meglio del mio attuale iMac Pro di sicuro dovrei salire ad una configurazione da $10/12.000 (senza monitor) che non sarebbero comunque giustificabili anche se li avessi da investire per un singolo computer.

Questo cambiamento di strategia per Apple si poggia in gran parte proprio sulla presenza dell’iMac Pro, che colma (a suo modo) il vuoto creato dal precedente Mac Pro. Dopotutto ormai i componenti consumer che troviamo pure negli iMac non sono quelli di una volta. Abbiamo core e thread a volontà pure nei portatili oggigiorno, per cui questo step davvero professionale non poteva che essere compiuto in tale direzione. Per i professionisti “normali” come me che hanno bisogno di tanta potenza ma non a questi livelli, la cosa ideale sarebbe un Mac (anche senza Pro) con le stesse caratteristiche di base dell’attuale iMac ma senza schermo e con un case in formato compatto (anche ITX) che consenta l’aggiornabilità dei componenti. Dopotutto per l’utilizzo medio anche in ambito video ormai basta un solo processore potente, 64GB di RAM non ECC e una singola scheda grafica di fascia alta per viaggiare benissimo. Purtroppo un computer del genere Apple non lo produce e di certo non è il Mac Pro, dunque questa grande fascia di utenti continuerà a trovare risposta solo in ambito PC.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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