Recensione Sennheiser Momentum Wireless 3.0: audio a 5 stelle

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Nel mega confronto tra le migliori cuffie con riduzione del rumore che ho pubblicato qualche tempo fa su YouTube, ne mancavano un paio delle nuove arrivate alle quali dedicherò delle singole recensioni. La prima è quella di oggi e riguarda le Sennheiser Momentum Wireless 3.0, ultima edizione della fortunata serie caratterizzata da un design ricercato ed un’ottima qualità audio. Iniziamo ad analizzarle dalla confezione che include una nuova custodia semi-rigida di forma circolare. Dall’aspetto preferivo la precedente, che sembrava più pregiata nella selezione di materiali e finiture, ma la nuova è decisamente più pratica perché il tessuto grigio melange non attira la polvere e soprattutto è idrorepellente.

La dotazione è essenziale ma completa: include un cavo per la ricarica (USB-C da entrambi i lati), un adattatore retrocompatibile USB-A ed un cavo audio jack da 3,5mm. Mancano dunque l’adattatore per aereo e la sacca morbida che si trovavano nella precedente versione.

La linea generale è sostanzialmente immutata ma per chi le conosce bene è facile notare numerosi cambiamenti minori. Uno dei più importanti per me riguarda i padiglioni, che stanno migliorando di generazione in generazione. Nelle prime erano piuttosto piccoli, nelle seconde sono cresciuti un po’ ed ora sono stati perfezionanti ulteriormente nella forma e nella profilatura dei cuscinetti. Le orecchie trovano comodamente la loro posizione all’interno e c’è il giusto spazio per non urtare sulla copertura dei driver.

Non mi è tuttavia piaciuto che sopra questi ultimi vi siano degli elementi di plastica sottili e sporgenti, che sicuramente saranno lì per una ragione ma sollevano e tendono il tessuto interno, rischiando di consumarlo o addirittura strapparlo nel tempo (vedi video in fondo alla pagina).

Ha subìto qualche modifica in questa edizione anche l’archetto, in particolare nella sua parte alta. Viene infatti mantenuto in basso sia il sistema di riposizionamento dei padiglioni che i due fori allungati sul metallo, che alleggeriscono il design ed il peso, ma di lì in poi è tutto nuovo.

La cerniera è stata completamente riprogettata e se nelle precedenti era quasi invisibile e un po’ delicata, ora è molto più robusta ed evidente. Già all’interno si possono notare i due blocchi di alluminio che la contengono mentre all’esterno la piccola placca con il logo Momentum che prima era sovrapposta alla pelle è ora indipendente e funge da elemento di congiunzione con la parte morbida dell’archetto.

Qui si trova uno dei più importanti upgrade delle cuffie, che rappresenta anche una piccola rivoluzione stilistica rispetto alla tradizione della linea. Infatti non troviamo più la tipica suddivisione in due parti con taglio centrale, ma un unico elemento ben imbottito e con impunture tono su tono invece che a contrasto. Lo definisco upgrade in quanto il tutto risulta più pulito esteticamente e più comodo sulla testa, mentre un richiamo al passato è evidente dalla separazione interno dell’imbottitura.

Metallo e ottima pelle sono ancora qui, andando a soddisfare sia l’occhio che il tatto e mantenendo una forte connotazione stilistica che distingue le Momenum Wireless dal resto del mercato ed anche nella stessa lineup di Senmheiser. I cambiamenti però ci sono ed impattano pure su porte e controlli, interamente disposti sul bordo interno del padiglione destro.

Qui troviamo, dal basso, l’uscita audio, la porta USB-C per la ricarica, un tasto dedicato all’assistente vocale e al pairing, tre pulsanti separati per il controllo audio e delle tracce, un selettore in cima per determinare il funzionamento della riduzione del rumore. Non c’è però un tasto power, in quanto le cuffie si accendono autonomamente quando si aprono e si chiudono allo stesso modo quando si chiudono. Per quanto mi riguarda questo è un netto passo indietro in termini di ergonomia, uno che onestamente fatico a comprendere.

Inizialmente può sembrare una cosa carina ma non si adatta a tutti gli utilizzi. Ciò che più mi infastidisce è l’impossibilità di spegnerle da aperte, perché sono abituato a conservare le cuffie su degli appositi stand per praticità di accesso ed esposizione. Inoltre mentre ci si interagisce, anche solo per metterle in carica, capita di accenderle e spegnerle a ripetizione involontariamente, poiché basta che uno dei due padiglioni si apra un po’ per attivarle. Sono consapevole che qualcuno potrebbe trovare la cosa accettabile, normale o persino comoda, ma per quanto mi riguarda si tratta di una scelta incomprensibile e al limite dell’inaccettabile. Una che, sarò sincero, mi ha reso le Momentum Wireless 3.0 antipatiche fin da principio.

Per quanto riguarda le specifiche tecniche abbiamo il Bluetooth 5.0 con la possibilità di collegare due dispositivi contemporaneamente ed una portata davvero ottima, che ci consente di allontanarci dalla sorgente ben circa 30m lineari, a patto che anche questa supporti il medesimo standard.

Non mancano le codifiche audio di alta qualità, come AAC, aptX e aptX Low Latency, ideale per la fruizione di contenuti video. Da notare che a me sono arrivate con la versione firmware 2.0.3 ma è uscita la 3 che aggiunge il supporto per Alexa e numerosi bugfix. Tuttavia ci ho messo 2 settimane per riuscire ad installare l’update, poiché continuava a bloccarsi mostrando un errore generico. Stavo quasi per rinunciarci dato che anche il reset delle cuffie è risultato inutile ma ci sono invece riuscito per puro caso mentre cercavo di risolvere un altro problema.

Le Momentum Wireless 3.0 possiedono una novità molto interessante e gradita, ovvero la possibilità di localizzarle tramite l’app Tile, che memorizza l’ultima posizione nota e ci consente anche di farle vibrare e suonare a distanza per trovarle. Cosa simpatica, non so quanto utile dato che alla fine dei conti le cuffie non possiedono un GPS e dunque non sono localizzabili autonomamente se ci vengono rubate o le dovessimo perdere fuori casa.

Quello che è successo è che per attivare l’abbinamento con Tile si chiede di tenere premuto il tasto di accensione. Cosa bizzarra visto che queste cuffie non lo possiedono e che sono le uniche Sennheiser supportate dall’app, dunque non può essere un refuso dovuto a precedenti versioni. Comunque non venivano trovate anche se già abbinate allo smartphone, dunque ho tentato un nuovo pairing Bluetooth che questa volta è stato riconosciuto dalle Impostazioni nella sua versione a basso consumo, identificata dalla sigla LE. Completato questo secondo abbinamento le cuffie sono state riconosciute dall’app Tile ed ho potuto sperimentare il ritrovamento, che ricorda un po’ quello eseguibile dall’Apple Watch verso l’iPhone collegato.

A quel punto ho voluto ritentare l’aggiornamento e per qualche strana ragione è partito ed è stato portato a termine con successo. Il tutto è comunque mal gestito, poiché a seguito dell’update le cuffie hanno ripreso a collegarsi allo smartphone tramite la connessione Bluetooth principale (è proprio sparita quella LE delle Impostazioni) e da quel punto in poi l’app Tile non è più stata in grado di farle vibrare, anche se mi indica che sono nelle vicinanze. Inoltre le funzioni più evolute come la cronologia delle posizioni o gli avvisi intelligenti richiedono un abbonamento premium che costa 3,49€ al mese (oppure 2,92€/mese se si paga annualmente).

Insomma tutta la parte di connettività mi sembra davvero acerba anche se siamo già arrivati alla terza major release. Anche l’autonomia è al limite della negatività, in quanto risulta sufficiente ma inferiore alle aspettative per un modello di questo calibro. Secondo la casa dovrebbero garantire 17h di riproduzione, cosa più o meno veritiera dal momento che ne ho raggiunte sempre almeno 15 non continuative, tuttavia la maggior parte delle rivali fanno di meglio, attestandosi in media su 20/25h.

Termino la carrellata degli aspetti non proprio ottimali parlando dell’ergonomia, migliorata rispetto la generazione precedente per via dei nuovi padiglioni e dell’archetto più morbido ed imbottito, ma che nelle sessioni di ascolto più lunghe inizia a dare un po’ di fastidio perché tende a fare troppa presa sul capo dando la sensazione di essere stretti in una morsa. Si tratta di una caratteristica già presente nelle precedenti generazioni e che si avverte principalmente avendo una testa voluminosa e superando i 30 minuti di ascolto, ma che speravo venisse risolta. Ieri ci ho visto un film di circa 2h e già verso la metà non vedevo l’ora di toglierle e quando l’ho fatto mi sono sentito indolenzito per quasi 10 minuti prima di riprendermi.

Non vorrei che le precedenti considerazioni apparissero troppo punitive, difatti vorrei ribadire che le opzioni di localizzazione sono un di più e che il fastidio dovuto all’eccesso di forza costringente dell’archetto si nota prevalentemente avendo una testa voluminosa, ma trattandosi di un modello top di gamma dal prezzo importante credo sia più che legittimo farli le proverbiali “pulci”.

Torniamo sul lato positivo della bilancia quando si parla di qualità audio, perché questa volta Sennheiser è riuscita davvero a superarsi. Posto che dall’app si può agire manualmente sull’equalizzazione per trovare il preset ottimale per i propri gusti o genere musicale, cioè che colpisce delle Momentum 3.0 è che portano su un nuovo livello l’equilibrio che da sempre caratterizza la linea e, più in generale, la produzione dello storico brand tedesco. Non è tanto questione di bassi, medi ed alti, poiché su quelli si può agire individualmente, è proprio il bilanciamento di driver ed elettronica che si trova in perfetta armonia tra razionalità e passione, con una risposta lineare ma non piatta; un’eccellente definizione (che ricorda un po’ le Sony 1000x) ed una dinamica molto coinvolgente (quasi pari a quella delle Bower&Wilkins PX). Davvero non so come ci siano riusciti ma in queste cuffie sembrano coesistere due anime ma in perfetta simbiosi, per una totale soddisfazione d’ascolto. Senza altri giri di parole vi dico che allo stato attuale, nella loro categoria, sono secondo me superiori a tutte le altre. Non ne ricordo nessuna di quelle Bluetooth che ho provato o che possiedo che è stata in grado di convincermi a tal punto, sia se mi metto ad analizzare la fedeltà nella riproduzione sia quando voglio che la musica sia forte e d’impatto, capace di farti venire la pelle d’oca. Insomma, brava Sennheiser. Davvero brava.

Giudizio positivo anche sul fronte della riduzione del rumore, che inizia da una buona impostazione meccanica dovuta ai padiglioni over-ear chiusi e si completa per un’efficienza buona, tranquillamente sopra la media, e mai troppo invasiva. Con il selettore fisico si ha la comodità di attivarla o disattivarla facilmente, inoltre vi è una posizione aggiuntiva verso il basso che consente di passare alla modalità hear through, che utilizza i microfoni esterni per farci ascoltare l’audio dell’ambiente senza togliere le cuffie. La soppressione non è così spinta o avanzata come quella che caratterizza le Sony di ultima generazione, ha soltanto tre posizioni e anche al massimo non riesce a nascondere altrettanto bene le voci o i suoni ad alta frequenza, tuttavia funziona egregiamente per nascondere i rumori dei mezzi di trasporto, dell’ufficio o delle aree urbane. Il tutto senza impattare in modo evidente sulla qualità audio e con un livello abbastanza contenuto di pressione acustica.

Conclusione

Voto 4/5Se dovessi giudicare solo la resa audio delle Sennheiser Momentum Wireless 3.0, il voto sarebbe di 5 stelle con lode, eppure qui di fianco potete vedere un più misero giudizio di “buono”, equivalente a 4 stelle. Dovendo esprimere una valutazione sintetica non riesco ad essere più generoso, perché a fronte di un comparto audio di prima classe ci sono fin troppi aspetti che minano l’esperienza d’uso e l’ergonomia in modo evidente. Il tutto va ovviamente considerato in virtù del prezzo, perché quando si spendono 399€ per un paio di cuffie non è facile accettare così tanti compromessi. Sul fronte connettività devo dire che Sennheiser non ha uno storico di grandi successi, anzi è stato molto spesso un problema e ricordo che nella seconda generazione ha portato addirittura ad interrompere la produzione iniziale per intervenire anche sul fronte hardware. In queste 3.0 non ci sono problemi vistosi nell’uso di tutti i giorni, poiché si abbinano rapidamente e la portata del Bluetooth 5.0 è ottima con un segnale stabile anche a grandi distanze, tuttavia appena si deve fare qualcosa in più, come un aggiornamento firmware, si incontrano spesso problemi che non sono neanche contemplati nelle FAQ e che si risolvono (quando ci si riesce) in modi del tutto casuali (anche sulle true wireless ho avuto la stessa esperienza negativa). L’altra cosa che proprio non accetto è che non ci sia un pulsante di spegnimento. Davvero non capisco come si faccia a pensare che possa essere una comodità una cosa simile, e che per altro non è neanche ben fatta visto che si accendono anche sollevando parzialmente uno solo dei due archetti, cosa che ovviamente non consente di indossarle e per giunta può portare ad accensioni involontarie che si aggiungono al fastidio di non poterle spegnere lasciandole aperte su un piedistallo. Infine l’ergonomia è ancora troppo costrittiva e non ottimamente calibrata per le lunghe sessioni d’ascolto. Soprattutto chi ha la testa grande soffrirà dopo qualche decina di minuti per l’effetto morsa che purtroppo non è andato via anche dopo 1 mese d’utilizzo. Non mi sono piaciuti molto neanche i controlli riproduzione, meglio del vecchio selettore ma troppo simili tra loro e anche fastidiosamente gommosi, e l’autonomia è più che sufficiente ma inferiore rispetto a quasi tutti i prodotti di simile categoria e fascia di prezzo. È un gran peccato, credetemi, perché con un design così bello, una tale cura costruttiva nella scelta dei materiali ed un sound così buono, definito e coinvolgente, fatico a considerare completamente riuscite le Momentum Wireless 3.0, soprattutto considerando un listino di circa 400€.

PRO
+ Design eccellente
+ Struttura solidissima e senza cedimenti
+ Ottimi materiali e finiture
+ Comoda custodia idrorepellente
+ Moderna la scelta del cavo USB-C da entrambi i lati con adattatore USB-A
+ Funzionalità di ritrovamento by Tile (vedi contro)
+ Bluetooth 5.0 stabile e con ottima portata
+ Qualità audio semplicemente ottima
+ Riduzione del rumore semplice ma efficace

CONTRO
- Non c’è un tasto di accensione/spegnimento e l’automatismo non è ben tarato
- Numerosi problemi in fase di aggiornamento e per l’uso simultaneo della localizzazione
- Tasti di controllo non molto comodi e facili da identificare
- Risultano troppo stringenti ed affaticano
- Autonomia migliorabile

DA CONSIDERARE
| Per sfruttare tutte le funzionalità Tile ci si deve abbonare a pagamento
| Chi ha la testa piccola soffrirà di meno l’effetto morsa
| I contro sono tali soprattutto in virtù della fascia di prezzo elevata

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.