Recensione Samsung Galaxy Z Flip: i foldable non sono più un esperimento

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Il primo impatto che ho avuto con il Galaxy Z Flip durante l’unboxing è stato positivo e quelle impressioni sono rimaste intatte oggi, dopo due settimane di utilizzo. Questo mi porta a trarre già una rapida conclusione: Samsung ha centrato l’obiettivo. Ciò che lo Z Flip promette tramite immagini stampa, campagne pubblicitarie e specifiche tecniche, trova un riscontro del tutto onesto nel prodotto che si sta acquistando. Può sembrare una valutazione banale e scontata, ma non lo è quando ciò che si acquista è quasi unico nel suo genere.

Il Galaxy Z Flip è il quarto “foldable” che sia effettivamente arrivato (o sia prossimo ad arrivare) sul mercato. Il secondo, se si considerano solo quelli di piccolo taglio e il primo se si valuta la disponibilità per il pubblico e la riuscita complessiva del prodotto. Infatti per quanto il Motorola RAZR sia più originale ed iconico, lo Z Flip è più concreto ed usabile.

Non c’è nulla in questo dispositivo che mi abbia deluso ma neanche molto che mi entusiasmi. Ad essere sinceri mi stupisco ancora oggi nel vedere il display che si piega quando lo apro o lo chiudo, ma ho voluto mettere da parte la “meraviglia” derivante da questa novità tech per concentrarmi su ciò che effettivamente comporta. Perché al di fuori della sfera di noi che non vediamo l’ora di mettere le mani sull’ultimo gingillo, un’idea simile deve avere delle ripercussioni concrete ed utili affinché si diffonda nel mercato mainstream. E poi, certo, c’è un’altra caratteristica non meno importante: il prezzo.

Ad oggi lo Z Flip è molto caro per l’hardware che offre, ma non lo è se si considera la ristrettissima cerchia dei pieghevoli, dove anzi è capace di spiccare per una dotazione hardware rispettosa a fronte di 1520€ sonanti. I costi derivanti dalla nuova tecnologia sono la causa del sovrapprezzo, ma almeno non si vedono specifiche tecniche da entry-level – come nel caso del RAZR – o lacune davvero importanti.

Basta dare un’occhiata ai numeri principali: Snapdragon 855+, 8GB di RAM, 256GB di storage. E poi ancora: doppia fotocamera (con la seconda grandangolare), schermo da 6,7″ Dynamic AMOLED FHD+ (2636 x 1080) in formato 21.9:9. I top di gamma del 2020 arrivano più in alto grazie a fotocamere migliori e più numerose, SoC Snapdragon 865, in alcuni casi il 5G e schermi ancora superiori per densità o refresh rate ma al momento non è possibile mettere le stesse cose in un foldable senza superare in scioltezza il tetto dei 1500€. E già questo era un tabu fino a pochissimi anni fa, tanto che i primi smartphone a superare i 1000€ fecero un certo scalpore.

Comunque sia, una cosa è certa: non si compra lo Z Flip per le specifiche tecniche. Ad oggi è indirizzato a chi ama utilizzare l’ultimo gadget hi-tech e a chi ha usato e ricorda con affetto i vecchi cellulari a conchiglia. Ma nessuno, guardando il prezzo e limitandosi a valutare i dati hardware, può considerare questo smartphone un acquisto consigliabile. Con quasi 200€ in meno si compra un S20 Ultra 5G, per rimanere in casa Samsung, ed ottenere specifiche migliori praticamente su ogni fronte. Dunque mettiamo da parte i numeri con un’affermazione sintetica: sono più che adeguati per ottenere un’esperienza d’uso fluida e piacevole.

Parliamo dunque della struttura, con particolare attenzione per l’ergonomia. Da chiuso sembra quasi largo in mano, anche se in realtà è più stretto di molti smartphone moderni, tra cui l’iPhone 11 Pro Max. Questo perché vediamo solo la metà della sua effettiva altezza e lo spessore è inevitabilmente superiore alle media dato che è come avere due dispositivi uno sull’altro. Tuttavia si maneggia con disinvoltura ed è anche piuttosto leggero, pur restituendo una gradevole sensazione di robustezza. All’esterno c’è il piccolo schermo touch da 1,1″ che mostra data, ora e batteria, sul quale appare un pallino rosso quando ci sono delle notifiche. Queste si vedono scorrendo verso destra, ma si è limitati a 3 icone più una piccolissima anteprima toccandone una, mentre per approfondire si dovrà aprire lo schermo.

Sempre da chiuso, un doppio clic sul pulsante di accensione attiva la fotocamera per i selfie, che si possono catturare in formato quadrato controllando il risultato con il piccolo schermo esterno. Una funzionalità simpatica che consente di usare la camera principale per le autoinquadrature ma che non offre grande precisione e che con forte luce all’esterno lascia a desiderare. Un’altra possibilità è quella di tenere premuto il tasto di accensione per spegnere o riavviare. In tutti i casi il display esterno così piccolo è carino ma anche un po’ limitante, per cui Samsung ha spazio di manovra per un eventuale upgrade nei prossimi modelli.

L’apertura, e in modo particolare la cerniera, rappresenta l’aspetto più interessante dello Z Flip. All’esterno il sistema appare del tutto semplice, quasi banale direi, ma è questa la sua forza. Si apre, si chiude, si usa, tutto lineare e facile dal primo momento. Io lo apro quasi sempre con una mano, inserendo il dito all’interno ed aiutandomi con un colpetto del polso, perché senza di questo non ci si riesce e serve la seconda mano. La cerniera ha una resistenza evidente e non ci aiuta più di tanto in apertura così come in chiusura. Giusto gli ultimi 10° vanno quasi da soli. Il vantaggio di questo approccio è che possiamo usare lo schermo a diverse angolazioni, cosa del tutto inutile in vista orizzontale ma che può essere comoda in verticale.

Alcune app native, come ad esempio la galleria o la fotocamera, riconoscono quando lo schermo non è tutto aperto e attivano una modalità specifica con l’immagine in alto e i controlli in basso. In revisione delle immagini è simpatico ma limita troppo la dimensione (tranne per le foto orizzontali che è comunque meglio vedere ruotando lo schermo), mentre in cattura è decisamente più utile. Essenzialmente si può sfruttare per inclinare la fotocamera a piacere con lo smartphone poggiato su un piano. Dunque si possono girare dei video-selfie senza necessita di supporti oppure fare delle foto notturne con lunghe esposizioni. Tuttavia con la maggior parte delle app di terze parti non c’è ancora ottimizzazione per questo specifico impiego, dunque piegando lo schermo si avrà solo il bizzarro effetto di una videata “spezzata”.

La piega si può però sfruttare grazie al multitasking, coadiuvato da una barra laterale da cui pescare le app da aggiungere su metà schermo. Ad esempio si può avere un video in alto e in basso la mail o il browser, tuttavia si tratta di cose già viste e che a mio avviso non giovano particolarmente di un display pieghevole. Insomma, ci si deve proprio impegnare per trovare dei vantaggi operativi derivanti da questo formato che non siano quelli dovuti alla maggiore compattezza da chiuso, che può giovare a chi tiene il telefono in tasca così come in borsa, dove per altro il display rimane maggiormente protetto.

Una cosa che non mi aspettavo è la piacevolezza di usare uno schermo così allungato. Fa uno strano effetto all’inizio ma il fatto che riesca ad offrire così tanti contenuti in verticale mantenendo una larghezza contenuta è stata una bella scoperta. Sono poche le situazioni in cui dà un po’ fastidio e nella maggior parte dei casi derivano da una mancanza di compatibilità con le app. Ad esempio con molti giochi non si va proprio a schermo interno e i video in 16:9 lasciano delle bande nere davvero enormi ai lati, mentre ingrandendoli si taglia fin troppo sopra e sotto.

Per quanto riguarda la qualità, però, il display è davvero ottimo. Luminosissimo, con adattamento automatico corretto, risoluzione più che adeguata, bei colori (tarabili dalle impostazioni) e buoni angoli di visuale. Inoltre il feedback sotto le dita è quello che ti aspetti, liscio e scorrevole come il vetro, anche se in presumibilmente si tocca la superficie di plastica che lo copre e protegge. L’unica cosa che fa capire che siamo di fronte ad uno schermo “insolito” è la piega nella zona centrale, che rimane anche a smartphone aperto. Motorola l’ha evitata quasi del tutto andando a far scorrere lo schermo verso l’interno solo in fase di chiusura, ma questo ha portato ad avere una mobilità dello stesso che si avverte sotto le dita e lo fa sembrare meno robusto. Samsung ha preferito mantenere quell’area leggermente concava per offrire un display più consistente e piacevole sotto le dita, cosa che onestamente ho preferito.

La piega un po’ si nota con luce tangente ma nella vista frontale si dimentica in fretta. Personalmente non l’ho vissuta con fastidio, anche se la ritengo una considerazione del tutto personale. Allo stesso modo ho accettato senza problemi quel leggero scalino che si avverte sotto le dita nella zona centrale, ma anche questo è un fattore soggettivo. Quello che mi sembra indiscutibile è che lo Z Flip sia attualmente la migliore implementazione di questa nuova tecnologia, inclusa in uno smartphone che non richiede all’utente nessuna rinuncia notevole sul fronte dell’usabilità. Si deve giusto considerare la maggiore delicatezza, sia dello schermo che dell’intera struttura, infatti non è neanche certificato contro polvere o umidità.

Un aspetto che nei primi giorni mi aveva impensierito è stata la durata della batteria, che sembrava davvero inadatta a coprire una giornata d’uso. Tutti sanno, però, che questa non va giudicata nelle prime ore. Dopo una settimana di cariche e con lo smartphone a regime, la durata è salita notevolmente. Rimane lontana rispetto quella dai primi della classe, ma una giornata normale riesco a farla senza troppa fatica. Ovviamente questo significa poco come dato assoluto, poiché varia moltissimo da persona a persone ed anche da giorno a giorno, però vi posso dire che si trova in un’area intermedia tra gli smartphone insufficienti e quelli davvero longevi. In sintesi vi porta a sera con uso moderato ma se è il vostro unico device fuori casa e lo tenete sempre acceso, ci vorrà una ricarica già dopo pranzo.

Faccio con piacere un plauso a Samsung per non aver dimenticato nello Z Flip la ricarica Qi. Poteva benissimo essere esclusa nelle economie del progetto ma per fortuna c’è. Una tirata d’orecchie se la meritano invece per non aver considerato questo prodotto nella promozione di lancio che consentiva di ottenere in omaggio i nuovi Galaxy Buds+, perché li danno con gli S20 5G che costano di meno, dunque mi sembrava legittimo aspettarseli anche per lo Z Flip. In dotazione ci sono invece dei classici auricolari col filo di AKG, validi sul fronte audio ma non certo di pari valore o comodità dei true wireless.

Altra cosa che manca inspiegabilmente all’appello è il supporto per DeX, che con questo hardware lo si poteva dare per scontato. E invece no: collegando l’uscita USB-C ad un display si avrà solo l’output video.

Moderato entusiasmo anche sul fronte multimediale, dove non ci sono caratteristiche premium ma non si scende mai sotto la sufficienza. In particolare l’audio è mono ma con un volume e qualità più che decenti e le fotocamere principali, wide ed ultrawide, sono simili a quelle di S10 per risultati e specifiche. A mio gusto le immagini sono un po’ troppo sature, specie quelle con poca luce, ma non c’è da lamentarsi anche se non siamo al pari dei modelli più evoluti. Giusto la modalità “scatto singolo” è degna di nota, poiché deriva dall’ultimo aggiornamento che si trova anche su S20 e consente di ottenere tutta una serie di foto e video in forma completamente automatica con un singolo tocco. Quindi avremo brevi filmati, immagini con diverso angolo di campo, altre con effetti. Non è detto che si ottenga quel che si desidera ma è una modalità simpatica per spezzare la monotonia ed ottenere magari proprio quello che non si pensava.

I video sono abbastanza fluidi e si arriva fino al 4K, ma se attivate la stabilizzazione software dall’interfaccia la qualità scende e viene introdotto un elevatissimo crop per compensare i movimenti. Infatti si passa in automatico alla camera ultrawide perché la wide diventa quasi una tele. Non mi ha fatto impazzire questo comportamento, anche perché sui video con stabilizzazione digitale attiva (che si aggiunge a quella ottica) rimane un effetto un po’ troppo “finto” specie sugli angoli, dove si notano delle distorsioni prospettiche non proprio gradevoli. Insomma, siamo sempre su un Samsung e la qualità dei risultati è superiore a quella di moltissimi smartphone a basso costo che mostrano numeri più alti, ma potrebbe non soddisfare chi cerca il massimo sul fronte foto/video.

Stesso discorso vale per la fotocamera frontale, che fa il suo ma onestamente non brilla, specie in condizione di controluce o dovunque serva l’HDR, perché l’algoritmo non sembra così ottimizzato come nei top di gamma più recenti della casa. Vero che si può utilizzare la camera principale per i selfie a schermo chiuso, ma poi si ottiene una foto quadrata che non è sempre la cosa migliore.

Molto valido per precisione e reattività il sensore d’impronte incluso nel tasto laterale, anche se onestamente l’ho trovato scomodo perché devi prima aprire lo smartphone e poi mettere il dito sul tasto, che tra l’altro è un po’ troppo in alto per i miei gusti. Per questo motivo ho preferito attivare lo sblocco con volto, con tutte ciò che ne consegue in termini di scarsa sicurezza dato che si basa su un’unica fotocamera frontale. A questo punto sarebbe stato meglio avere un foro più grande sullo schermo per mettere una seconda camera 3D, anche perché si trova al centro e non è evidente com’era su S10 Plus dato che non sposta quasi nulla (le notifiche e le informazioni di stato stanno ai lati).

Conclusione

Voto 4/5Mi è piaciuto utilizzare il Galaxy Z Flip e mi è piaciuto il giusto bilanciamento di specifiche hardware che Samsung è riuscita ad ottenere. Confrontandolo all’unico diretto rivale, si noterà che il RAZR ha praticamente tutto inferiore tranne la dimensione dello schermo esterno. Quindi questo è il prodotto da acquistare se si vuole mettere mano a questa nuova tecnologia o se si apprezza in generale l’idea di un dispositivo richiudibile, con tutto ciò che comporta in termini di usabilità. Ovviamente siano ancora ben lontani dal poterlo considerare un acquisto consigliabile, perché costa molto di più di quello che offre in termini tecnici, per cui c’è ancora molta strada da fare prima che possa anche solo avvicinarsi ad una scelta di testa del consumatore medio. Ma da qualche parte si deve pur cominciare e al di fuori di giudizi di gusto o considerazioni possibili sull’utilità – o inutilità – della tecnologia, questo è il primo foldable che è anche uno smartphone completo e senza difetti rilevanti. Non lo consiglierei se non in rarissimi casi, ma Samsung ha fatto davvero un buon lavoro e si intravede chiaramente un percorso di sviluppo possibile. Quando (e soprattutto SE) un dispositivo del genere arriverà a costare solo il 20% in più di uno tradizionale a parità di specifiche, allora potremo davvero capire se questo è solo un esperimento tanto per fare qualcosa di diverso o se si tradurrà in un fenomeno di massa. E la diffusione che avevano un tempo i cellulari a conchiglia potrebbe essere un segnale positivo.

PRO
+ La migliore cerniera vista finora
+ Il display è molto valido (mi piace anche il formato 21,9:9)
+ Hardware di buon livello rispetto la diretta concorrenza
+ Chiudendolo si nasconde lo schermo e diventa più piccolo
+ Non ha nessuna lacuna importante per ergonomia/specifiche

CONTRO
- Rispetto le specifiche hardware è molto caro

DA CONSIDERARE
| Meno originale ma molto più conveniente del Motorola RAZR
| Lo schermo esterno è piccolino

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.