Le ragioni che mi hanno fatto dire NO all’iPhone 12 Pro Max

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Sono stato più volte combattuto su come impostare la recensione dell’iPhone 12 Pro Max. Inizialmente doveva essere come le altre ma più lo utilizzavo e più mi rendevo conto che non era la strada giusta. Ogni giorno passato insieme a questo smartphone continuavo a fare riferimento al 12 Pro, perché, oltre a raccogliere dati per la recensione, dovevo risolvere un dilemma personale: quale scelgo per me? Dunque, invece di forzare una prova analitica ho ritenuto più corretto parlarvi delle mie riflessioni e della conclusione a cui sono giunto dopo il confronto. Ogni scelta si basa (o si dovrebbe basare) sulle proprie esigenze, quindi è normale che possiate non essere in accordo su queste, ma l’insieme dei fatti non cambia.

Non ero in dubbio sulla scelta di un iPhone da tantissimo tempo: dopo aver preso il primo 6s Plus ho sempre optato per i modelli più grandi. All’inizio è stato un esperimento ma ben presto ho capito di poter sfruttare a mio vantaggio lo schermo più grande e la migliore autonomia, così come le specifiche in più che di tanto in tanto Apple ha destinato ai modelli più costosi. La tradizione si è interrotta forzatamente con l’iPhone X poiché presentato senza variante Max. L’ho comunque preferito al contemporaneo 8 Plus per via del nuovo del design, ma ne ho sofferto non poco. Fortunatamente poi è arrivato XS Max e sono ritornato in carreggiata, confermando poi la scelta con 11 Pro Max. Qui si potrebbe discutere sull’effettiva necessità di cambiare smartphone ogni anno ma è chiaro che la mia posizione sia viziata dalla passione e dalla volontà di provare le ultime novità per potervene parlare. Il mio percorso personale interesserà ben poco ai più ma se l’ho descritto in questa premessa è per farvi capire che ho iniziato la prova del 12 Pro Max dando per scontato che avrei scelto lui su tutti gli altri. Ma non è andata così. Quindi, cos’è cambiato? Qual è stata la variabile introdotta quest’anno che ha modificato gli equilibri? Molto semplicemente: l’aumento di diagonale del 12 Pro.

Il 12 Pro (a destra) è poco più grande dell’11 Pro (sinistra) ma lo schermo aumenta di 0,3″

Crescite simili, risultati diversi

L’iPhone X è nato come un’evoluzione del modello standard, infatti ne ha mantenuto le dimensioni generali andando ad allungare il display in alto e in basso. Io l’ho avuto per un anno intero e l’ho trovato un po’ piccolo per il mio uso dunque ho scartato a priori i successivi XS e 11 Pro, dato che sono rimasti uguali. Invece l’iPhone 12 Pro passa da 5,8″ a 6,1″. La differenza potrebbe sembrare del tutto marginale per alcuni ma ai miei occhi ha cambiato tutto. Sono poco meno di 8mm in più sulla diagonale ma sono stati sufficienti per spostare il mio giudizio da “troppo piccolo” ad “accettabile”. Continuo a trovare più appaganti i 6,5″ dell’11 Pro Max ma con 6,1″ non avverto più quel senso di costrizione durante l’uso, quindi mi godo molto meglio i vantaggi sull’ergonomia.

Anche nel 12 Pro Max Apple ha aumentato un po’ la diagonale quest’anno, arrivando a 6,7″. Ero convinto che questi mi avrebbero letteralmente conquistato, regalando un’esperienza di visione ancora migliore. Invece il mio pensiero iniziale è stato un altro ed ha continuato a martellarmi in questi due mesi: la scomodità. Già i 6,5″ dell’11 Pro Max erano impegnativi ma i 6,7″ del 12 Pro Max lo sono molto di più di quanto immaginassi. È vero che lo smartphone è leggermente più sottile ma i bordi piatti lo rendono sostanzialmente più scomodo in mano.

Il 12 Pro Max (a destra) cresce ed ha cornici piatte: molto più scomodo dell’11 Pro Max (sinistra)

La cosa strana è che questa caratteristica mi risulta positiva sulle varianti più piccole ma cambia effetto abbinata ad uno smartphone così grande e pesante. Ho cercato di capirne i motivi e proverò a spiegarvi la mia conclusione. Il bordo piatto sul 12 Pro arriva più o meno a metà della falangina. Cambierà un po’ in base alla dimensione della mano, ma trova sempre un appoggio comodo nella piega tra questa e la falangetta. Ciò significa che tenendo la mano rilassata si contiene in modo fermo e confortevole. Il bordo del Max arriva invece nella zona dei polpastrelli e solo tenendo la mano in tensione si riesce a stringerlo. Quindi gli angoli squadrati qui si sentono in modo negativo e il fastidio aumenta per via del peso di quasi 230 grammi. Il 12 Pro non è soltanto più leggero (circa 190 grammi) ma essendo più piccolo i punti d’appoggio supereranno il baricentro, mentre nel Max le dita saranno più in basso e lo sbilanciamento lo farà apparire ancora più pesante.

Ottimo l’ingrandimento del 12 Pro, scomodo quello del 12 Pro Max

Alcune di queste considerazioni valgono anche per l’11 Pro Max, che infatti non potrei mai definire “comodo”. Tuttavia lo è molto di più del 12 Pro Max perché è leggermente più piccolo ed ha i bordi arrotondati. Quindi la presa è più bilanciata e sicura. Sono valutazioni soggettive che dipendono anche dalla dimensione dalle mani, ma le mie sono già medio-grandi quindi la situazione potrebbe essere anche peggiore per tanti altri. In generale ho notato che l’iPhone 11 Pro Max si riesce ancora a stringere mentre con il 12 Pro Max si tende ad appoggiarlo nella mano per mitigare la sensazione di scomodità dovuta ai bordi ed alla dimensione. Lo noto moltissimo quando lo uso a letto, tenendolo sopra di me, situazione in cui il 12 Pro Max va stretto con più forza per evitare che ti scivoli sbattendoti in faccia (una volta mi è successo…). Se l’alternativa fosse stata quella di uno smartphone per me troppo piccolo, come reputo l’11 Pro, probabilmente mi sarei sforzato per adattarmi, ma per fortuna il 12 Pro è cresciuto quel tanto che basta per renderlo più appetibile ed adeguato alle mie necessità.

Sul fronte dimensionale non ho avuto alcun dubbio e sono stato felicissimo di riavere uno smartphone maneggevole senza sacrificare troppo lo schermo, ma c’erano altre cose da valutare, cose che avrebbero potuto portare nuovamente in vantaggio il modello Max: autonomia e fotocamere.

L’autonomia “giusta”

Per quanto riguarda la prima, il discorso è piuttosto semplice: con l’autonomia dal 12 Pro riesco a convivere. Partite dal presupposto che io uso molto lo smartphone ed anche con attività che consumano, infatti ho più volte scaricato interamente l’11 Pro Max prima di cena. Ora si esce di meno – molto di meno – quindi la valutazione può essere viziata, tuttavia vado dalle 6 di mattina a mezzanotte con una singola carica e in genere ho ancora il 20% residuo con più di 7h di schermo attivo ed un discreto consumo in background. Qualche volta non l’ho neanche caricato di notte e poi l’ho fatto di mattina alla scrivania. Insomma, direi che è adatto anche ad un uso continuativo e piuttosto avanzato, escludendo dalla valutazione gli “extra” come il gaming 3D e l’hotspot, attività per cui non c’è batteria che possa tenere più di qualche ora con queste prestazioni.

Fotocamera migliore… ma non si vede

Più complicato il discorso fotocamere, dato che nel 12 Pro Max ci sono delle novità esclusive non presenti neanche sul 12 Pro. Abbiamo infatti lo stesso bump con tripla camera ma due di queste sono diverse. La principale, ossia la classica grandangolare, qui ha un sensore nuovo e più grande unito ad un sistema di stabilizzazione spostato dall’ottica al sensore. L’obiettivo è ovviamente nuovo ma mantiene i dati principali di cartellino, ossia 26mm f/1,6, quindi i vantaggi di cui Apple ha parlato dovrebbero essere tutti dovuti al sensore, in cui i singoli pixel passano da 1.4 µm a 1.7 µm dato che la superficie è più ampia ma la risoluzione è la stessa: 12 MP.

Nella fotografia tradizionale la questione è piuttosto semplice: se l’area sensibile è più grande migliora anche la quantità di luce che può catturare, quindi ci si aspettano miglioramenti nel rapporto segnale / rumore. In poche parole dovrebbe migliorare la tenuta ad alti ISO (quindi minor rumore con poca luce) e più in generale anche la qualità dei colori, la gamma dinamica e la definizione. Insomma, tutto. Questo rapporto causa/effetto non si mantiene allo stesso modo nel momento in cui si parla di smartphone e dunque di fotografia computazionale. In questi casi la fotografia risultante è frutto dall’elaborazione che il dispositivo realizza. Si parla di milioni di operazioni e correzioni che avvengono in un istante dopo lo scatto e che sono il principale motivo per cui vediamo foto “belle” anche se catturate con sensori così piccoli e obiettivi giocattolo. Tra i vari algoritmi di riconoscimento della scena, la selezione automatica della foto migliore, la composizione di più scatti per funzioni come Deep Fusion o Smart HDR, il vantaggio hardware del 12 Pro Max si va completamente a diluire, al punto che non sono mai riuscito a distinguere una foto nettamente migliore rispetto al 12 Pro in un confronto A/B.

Non si distinguono miglioramenti nelle foto del 12 Pro Max

Se il vantaggio c’è, di certo non si vede nei risultati o comunque in situazioni così rare da risultare del tutto trascurabile. Si nota invece uno svantaggio del 12 Pro Max, il cui obiettivo non riesce a mettere a fuoco altrettanto da vicino come fa il 12 Pro (e tutti gli altri 12). E questa è una cosa che non si risolve con la fotografia computazionale, quindi le macro saranno meno ravvicinate e può risultare anche scomodo in quelle situazioni in cui si usa lo smartphone come una sorta di “lente d’ingrandimento” (non so voi, ma io lo faccio di tanto in tanto).

Da 2x a 2.5x: più vicini ma più bui

L’altra diversità del 12 Pro Max sta nella fotocamera tele, che passa da 52mm a 65mm equivalenti, in pratica da un 2x ad un 2,5x rispetto alla focale di partenza (26mm). Ci si avvicina di più ma l’obiettivo diventa meno luminoso, scendendo da f/2,0 a f/2,2. Lo “zoom” in più, se così vogliamo chiamarlo, si ripercuote anche nell’ingrandimento digitale che passa da 10x a 12x; e nella modalità ritratto, dove il soggetto sarà leggermente più vicino. Fosse stato un 85mm gli avrei destinato più attenzioni, poiché inizia ad essere un medio-tele interessante, ma tra i 52mm del 12 Pro e i 65mm del 12 Pro Max io preferisco il 52mm visto che si avvicina di più al classico “normale”, con inquadrature che qualunque fotografo è abituato ad utilizzare. Tanto quello 0.5x in più di ingrandimento quando mai rappresenterà un vantaggio determinante?

A sinistra ingrandimento digitale 10x su iPhone 12 Pro, a destra 12x sul modello Max

Non ci sono modifiche sulla camera ultragrandangolare e non ce ne sono neanche sulle funzionalità, compreso il nuovo formato di scatto Apple ProRAW che è stato abilitato su entrambi i modelli Pro con un recente aggiornamento. Vorrei dedicargli un approfondimento appena possibile ma non essendo un elemento distintivo del Max non lo ritengo importante in questa sede.

E poi cos’altro? Beh, sostanzialmente nulla. Il resto delle specifiche sono esattamente le stesse del modello più piccolo. Dunque, dato che le fotocamere sono simili nella resa la questione diventa davvero semplice: il Max pesa di più ed è più scomodo da usare ma offre maggiore autonomia ed uno schermo più grande. Resta da capire quanto siano importanti i pro e i contro per ognuno di noi.

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Alla fine dei conti con il 12 Pro (sinistra) si riesce a fare tutto comodamente

Conclusione

Io ho concluso che preferisco il 12 Pro perché i pochi vantaggi della versione più grande sono diventati meno importanti ora che il 12 è stato ingrandito, mentre lo svantaggio del Max lato ergonomia è stato accentuato. Ed ho potuto risparmiare doppiamente rispetto lo scorso anno dato che il Max costa di più e perché il taglio base è salito a 128GB – sono riuscito a starci dentro spostando la libreria foto nel cloud con la modalità “ottimizzata”, tanto tenendola in locale non mi bastavano più neanche i 256GB. Quindi ho fatto un passo indietro sullo schermo e sull’autonomia ma rimanendo sempre in un range di perfetta usabilità, risparmiando qualche centinaio di Euro e migliorando tantissimo in termini di comodità, sia in mano che in tasca. Alcuni avranno necessità di quello schermo o della maggiore autonomia, ma io sono molto soddisfatto della scelta e non posso che consigliare di valutare con attenzione l’iPhone 12 Pro anche se eravate abituati alle versioni più grandi.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.