Recensione Sony ZV-E10: tanta qualità al giusto prezzo

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Alcuni pacchi che si ricevono sono più importanti di altri e quello che conteneva la Sony ZV-E10 lo aspettavo con ansia. Avevo ricevuto qualche informazione sulla fotocamera prima dell’arrivo, ma l’ho vista per la prima volta solo aprendo la scatola anonima del modello di pre-produzione.

La Sony ZV-1 ha inaugurato questa nuova linea dedicata ai vlogger, ma è divenuta rapidamente popolare anche in altri ambiti grazie ai suoi numerosi punti di forza. È basata sulla fortunata serie RX100, con medesimo sensore da 1″ ed obiettivo fisso 24-70mm F1.8-2.8, proponendo una interessante variazione in termini di specifiche: via il mirino, benvenuto schermo articolato ed audio di maggiore qualità. La stessa ricetta è stata riutilizzata nella nuova ZV-E10, partendo però da un altro modello di riferimento: la Sony A6400. Quindi il sensore è un APS-C e gli obiettivi sono intercambiabili, ma il succo non cambia: schermo articolato e audio migliore prendono il posto del mirino, concentrando maggiore attenzione sulle funzionalità video.

Durante il periodo di prova ho avuto uno spiacevole inconveniente, ovvero che la fotocamera mi è stata rubata. Per fortuna avevo già fatto una buona quantità di test e prove sul campo, anche se non quanti avrei voluto. Per questo motivo la recensione è priva di alcuni dettagli e delle foto prodotto realizzate da me.

Piccola, ma non troppo

Ho preso a riferimento la A6400 per via delle specifiche, ma il corpo ricorda forse di più quello della A5100. Diciamo ancora meglio: una via di mezzo tra i due. È in lega di magnesio e pesa 393 g, quindi è qualitativamente simile ad una A6400, però è più piccola in tutte e tre le dimensioni. L’impugnatura non è molto sporgente, ma c’è, e con le lenti APS-C il bilanciamento è molto buono. Anche con alcuni fissi full-frame si usa bene, ad esempio è perfetta con il 28 F2, il 35 F1.8, il 55 F1.8Z ed è a suo agio pure con il 20 F1.8G. Insomma, è piccola, ma non a livello fastidioso. Durante lo scatto ho spesso pensato che avrei gradito qualche grammo in più sul corpo, ma poi in borsa, al collo o quando si tiene a distanza per girare un vlog, la leggerezza è una grande alleata.

Controlli iper-semplificati

I controlli della ZV-E10 sono chiaramente derivati da quelli della ZV-1 e non dalla serie A. Anzi, il numero e la disposizione generale dei pulsanti sono esattamente gli stessi. Ci sono tuttavia dei vantaggi per la nuova arrivata, generalmente dovuti allo spazio in più. In alto ho apprezzato il selettore fisico per l’accensione, diretto e semplice, ma non posso negare di trovare più immediato l’anello intorno al pulsante di scatto. Lì si trova invece il cursore per controllare lo zoom sugli obiettivi compatibili (lo è il 16-50mm del kit ma non il 10-18mm F4).

La cosa più strana a cui abituarsi è l’assenza della rotella dei modi di scatto, sostituita da un pulsante che alterna: foto, video, slow&quick. L’idea di fondo non mi dispiace ma l’implementazione poteva essere migliore. Per dire: se nel budget c’era la possibilità di inserire un solo selettore fisico, non era meglio averlo qui invece che sull’accensione? On e off sono solo due stati, per altro facili da identificare in altri modi, mentre per la modalità operativa ne abbiamo tre ed è più lungo arrivare a quella che ci serve. Senza considerare che l’unico modo per sapere in che modo è impostata la fotocamera è quello di accenderla e guardare l’icona in alto a sinistra sul display.

Un altro elemento potenzialmente negativo è che non possiamo raggiungere con un unico gesto uno dei diversi metodi di scatto in modalità foto. Dobbiamo andare nel menu o nel quick menu, a meno di non sacrificare uno dei pochi pulsanti personalizzabili per questa opzione. Personalmente l’ho fatto, perché se in ambito video lo si modifica raramente, per le foto può essere davvero utile un passaggio rapido tra M, P, A, S, Auto.

Sul fronte positivo ci metto il tasto REC dedicato, bello ampio e distinguibile al tatto, nonché il pulsante menu sulla destra. Può sembrare una banalità, ma risolve uno dei fastidi che personalmente ho sempre avuto sulle fotocamere Sony professionali, dove sta a sinistra e sei costretto ad usare due mani per navigare nel menu. Sul fronte negativo ci metto proprio il menu, che non è quello nuovo della A7S III ma quello vecchio e più confusionario.

 

Schermo e non mirino

L’assenza del mirino, sarò sincero, non mi dispiace più di tanto. Su queste dimensioni sarebbe stato comunque piccolo e trovo che lo schermo articolato sia quasi sempre preferibile in una fotocamera di questo tipo. Il display è un tradizionale 3″ con 921 mila punti, sufficiente per l’uso generico.

Due cose, secondo me, potevano essere fatte meglio. La prima è che in modalità video con autoripresa, non possiamo usare il touch per modificare i parametri, quindi dobbiamo girare la fotocamera ed agire sui controlli fisici. La seconda è che, avendo solo lo schermo, sarebbe stata utile un’opzione per l’illuminazione automatica. Non so perché non sia diventata un’opzione di default in tutte le fotocamere già da tempo. Capisco che in ambito professionale sia necessario poter contare su ciò che si vede a schermo anche se si scatta nella penombra di una sala posa, ma su una fotocamera snella, diciamo “da viaggio”, il vantaggio in praticità sarebbe enorme. Consiglio di mettere il controllo luminosità nel menu rapido, perché all’esterno sarà utile attivare il modo tempo soleggiato.

Modello ZV-1 ZV-E10 A6400
Sensore 1″ APS-C APS-C
Risoluzione 20,1 MP 24,2 MP 24,2 MP
Obiettivo 24-70mm F1.8–2.8 Intercambiabile
Stabilizzazione Digitale + Ottica Digitale + Ottica (opzionale)
Messa a fuoco Ibrida, tracking volto/occhi
AF avanzato Evidenzia prodotto, soft skin, bokeh switch
Audio integrato Clear audio a 3 capsule con filtro antivento Stereo
Audio digitale No
Audio esterno Ingresso 3,5mm Ingresso 3,5mm
Mirino No No
Display Articolato Articolato Inclinabile
Funzione Webcam USB Streaming diretto Tramite Imaging Edge Webcam
Batteria Sony NP-BX1 Sony NP-FW50
Tropicalizzata No No
Listino 800€ 750€ 1050€

Qualità d’immagine

Se c’è una cosa su cui c’è poco da dire è proprio la qualità d’immagine. Questo sensore CMOS APS-C da 24.2MP è già ampiamente noto, quindi non possiamo parlare di novità ma di una rassicurante conferma. La sensibilità base va da 100 a 32000 ISO, espandibili a 50-51200, con una resa ancora molto valida a 3200 ISO, usabile a 6400.

Messa a fuoco

Il sensore offre 425 punti AF per rilevamento di fase, con una copertura dell’84% del fotogramma. È disponibile il tap-to-focus, sia spot che con attivazione immediata del tracking (da scegliere nelle opzioni). Presente il rilevamento del volto e dell’occhio, nonché quello per gli animali. A livello di algoritmi troviamo i più recenti di Sony, quindi si va davvero benissimo in ogni circostanza. Oltre alle classiche regolazioni su sensibilità e velocità, trovo interessante l’aggiunta dell’opzione di “presentazione prodotto”. Sembra in effetti molto indirizzata ai content creator, che si trovano spesso a mostrare un prodotto alla fotocamera che però tende a mantenere la messa a fuoco sul volto. Il “trucchetto” di solito è quello di mettere il prodotto proprio davanti al viso, ma è molto più comodo avere un’opzione dedicata.

Audio digitale avanzato

Ok, la parola “professionale” può sembrare esagerata ma in realtà le specifiche audio di questo modello sono le migliori tra tutte le Sony attualmente in commercio. Nella zona superiore abbiamo un’area che include tre microfoni, caratteristica unica condivisa dalla ZV-1. Registra molto bene l’ambiente stereo ma aggiunge un focus sulla voce e dispone di un filtro antivento in dotazione che si attacca sulla slitta superiore.

A differenza della ZV-1, però, nella ZV-E10 troviamo anche il Multi Interface Shoe con supporto per audio digitale, lo stessa delle ultime full-frame della casa. Quindi abbiamo porte audio da 3,5mm sia in entrata che in uscita, 3 microfoni per un audio integrato già molto valido e anche la slitta che supporta le periferiche digitali. Insomma, il pacchetto completo.

Io ho provato l’adattatore XLR-K3M che uso sulla mia A7S III e va perfettamente, anche se può essere un po’ sovradimensionato rispetto alla ZV-E10 (costa da solo quanto l’intero corpo macchina).

Sony mi ha mandato in prova anche il microfono wireless ECM-W2BT, che mi sembra il prodotto perfetto per l’audio in movimento. Non è proprio stupefacente in termini di qualità con la capsula integrata nel ricevitore, ma si può collegare un proprio lavalier nell’ingresso da 3,5mm. Strana la scelta di appoggiarsi al Bluetooth 5.0, però la portata di 200m in campo aperto viene rispettata senza problemi. La cosa più bella, secondo me, è la praticità: si collega il ricevitore sulla slitta, si pinza il trasmettitore sulla maglietta e via, pronti per registrare. I sistemi wireless audio sono già comodi, ma questo lo è ancora di più visto che con le fotocamere dotate di slitta Multi Interface – come la ZV-E10 – non serve nemmeno attaccare il cavo da 3,5mm. Il segnale audio viene inviato alla fotocamera in digitale direttamente dalla slitta, quindi c’è un passaggio in meno e soprattutto un cavo in meno che potrebbe coprire lo schermo se ribaltato in modalità di auto ripresa.

Il ricevitore e il trasmettitore hanno batterie a litio interne, ricaricabili via microUSB. L’autonomia dichiarata è di 3h, direi più 2,5h, ma se il ricevitore si collega alla slitta MI – come in questo caso – si raggiungono le 9h, perché viene parzialmente alimentato dalla fotocamera.

Tre, due, uno: REC

Sony ha già diverse fotocamere capaci di registrare ottimi video, dunque perché bisognerebbe prendere in considerazione la ZV-E10? Rispetto la ZV-1 costa qualcosa in più e si deve anche prendere un obiettivo, ma abbiamo un sensore molto più grande che garantisce una migliore qualità ed uno sfocato più piacevole. Inoltre sale l’autonomia e si guadagna la slitta con audio digitale. Se prendiamo come riferimento la A6100, invece, lo schermo articolato risulta più comodo, l’audio è migliore sia on-camera che per il supporto digitale su slitta, e le opzioni video sono più evolute, andando al pari con quelle della A6400 visto che sono presenti i profili S-Log/2/3 e HLG.

Da notare che sulla ZV-E10 non c’è un limite di durata nella registrazione video. Operando in modalità standard e registrando in 4K a massima qualità, si arriva al surriscaldamento dopo 38 minuti, cosa che interrompe la registrazione. Ho provato a registrare ancora subito dopo e mi ha fatto memorizzare altri 3 minuti di girato prima di spegnersi. L’ho potuta riaccendere immediatamente, ma sono stati necessari 10 minuti affinché sparisse l’icona di avvertimento per temperatura elevata. Se si attiva l’operatività anche a temperatura elevata (voce di menu), si può registrare in 4K per 1h e 12 minuti, a patto che ci sia sufficiente memoria o batteria.

La qualità video è quella della A6400, sia per il sensore che per i profili colore disponibili, i formati, il framerate e il bitrate. Quindi si registra in 4K/UHD a 24/25/30p e in Full-HD fino a 120p con possibilità di slow-motion. In teoria qui c’è un miglioramento della color science, aggiornata alle ultime evoluzioni di casa Sony: dico in teoria perché dovrei avere una A6400 per fare un confronto diretto e accertarmene, ma non ho dubbi che sia così. Ovviamente non parliamo di una qualità da A7S III, siamo sempre sul 4:2:0 a 8-bit, ma se impostate un picture profile in HLG2 con spazio colore Rec.709, ottenete molta più gamma dinamica rispetto ai profili standard su un file “moderatamente flat”. Ciò significa che è facilissimo da post-produrre (basta un po’ di contrasto e saturazione) senza incorrere negli artefatti tipici di S-Log2 e 3 su file a 8-bit.

Non c’è IBIS, un peccato?

Questo sensore non è stabilizzato, cosa che temo possa deludere più di qualcuno. Però, se mi permettete di spiegarvi un paio di cose, forse converrete con me che per i video è meglio così. Prima di ogni cosa, vi ho mostrato in molte occasioni nelle recensioni di macchine fotografiche di brand diversi (quindi non solo Sony) che sulle focali inferiori a 35mm equivalenti, la stabilizzazione sul sensore introduce delle distorsioni prospettiche non “curabili” in post-produzione. Parlo di quell’effetto bolla dovuto al fatto che il sensore si muove e modifica leggermente la prospettiva delle immagini. Già dal normale si nota poco, ma più andiamo sul grandangolo e più viene fuori, specialmente agli angoli dell’immagine. Per questo sulla A7S III, ad esempio, sono costretto a disattivare IBIS quando faccio vlog o giro video con obiettivi grandangolari.

Il secondo problema, correlato al primo, è che in tutte le fotocamere che ho provato finora (e mi riferisco di nuovo a tutti i produttori) quando si disattiva l’IBIS si disattiva anche la stabilizzazione ottica, se è presente. E non si può neanche usare quella digitale. Per cui o tutto, con i problemi di cui sopra, o niente, con l’immagine che traballa.

Non essendoci l’IBIS nella ZV-E10, si risolvono entrami i problemi. Non siamo costretti ad attivarlo per usare la stabilizzazione digitale standard (e quella superiore active con crop) e possiamo sempre usare la stabilizzazione ottica degli obiettivi, che non presenta quel difetto con il grandangolo. Ad esempio, con il 10-18mm si ottengono video migliori su questa fotocamera senza IBIS che sulla A6600 che lo ha. Non so se questo discorso vi ha convinti o meno, ma da videomaker vi posso dire che l’ho sempre pensata così a prescindere dalla ZV-E10.

Streaming diretto

La Sony ZV-E10 è compatibile con il software Imaging Edge Webcam per lo streaming video da computer utilizzando il solo cavo USB-C. Come per le altre 37 fotocamere Sony supportate, così si veicola facilmente il video ma è necessario che l’audio sia catturato a parte direttamente sul computer, quindi con un microfono dedicato e/o scheda audio.

Sulla ZV-1 è tuttavia arrivato un aggiornamento firmare alcuni mesi fa che ha risolto questo problema, aggiungendo il supporto nativo per UVC/UAC. Questo trasforma la fotocamera in un dispositivo video standard, inviando al computer sia il segnale audio che quello video via USB-C, e senza richiedere alcun software specifico. La stessa cosa è possibile anche con la ZV-E10 che, collegata al computer, viene trattata come una webcam pronta per lo streaming o per le video chiamate.

Batteria, memoria, connessioni

Batteria e memoria condividono lo sportellino in basso. È abbastanza distaccato dalla filettatura per il treppiedi, quindi rimane accessibile a meno di non usare delle teste video molto grandi. La batteria è chiaramente la W50 delle altre Sony APS-C – ad esclusione della A6600. L’autonomia è piuttosto interessante perché offre 80 min di video o 440 scatti secondo lo standard CIPA, inoltre via USB si può caricare ed anche alimentare durante l’uso.

Le porte stanno sulla sinistra e sono assolutamente adeguate per numero e disposizione. Abbiamo quella USB-C per alimentazione e connessione al computer, l’uscita video micro-HDMI, l’uscita audio per il monitoraggio e l’ingresso audio, messo in alto e frontale per non intralciare la rotazione dello schermo.

Presente anche la connessione wireless, con l’abbinamento Bluetooth facilitato per l’uso del Sony GP-VPT2BT, utilissimo per viaggiare leggeri ed avere insieme un telecomando, una impugnatura comoda ed un mini-treppiede.

Conclusione

Voto 4,5/5 Pur non potendo affrontare tutti gli aspetti della recensione nel dettaglio come avrei voluto, spero che la panoramica qui presentata (e meglio illustrata nel video) sia sufficiente affinché possiate valutare le principali qualità della Sony ZV-E10. Purtroppo il furto mi ha davvero preso alla sprovvista, come sempre accade in questi casi. Ammetto che sulle prime avevo pensato che fosse l’ennesimo modello APS-C di Sony, uno di cui non sentivo il bisogno. Tuttavia un’analisi più approfondita ha messo in luce un bilanciamento di funzioni e qualità davvero interessanti, prendendo il meglio della piccola ZV-1 e della A6400. Il tutto in un prezzo decisamente concorrenziale, sia per il mercato in generale che all’interno dell’offerta Sony.

Manca il mirino, ma sarebbe stato un elemento sacrificato, e manca anche la stabilizzazione, di cui personalmente faccio volentieri a meno per le ragioni che ho illustrato sia nel testo che nel video con esempi concreti. Per cui, cosa si può recriminare davvero a questo prodotto? Secondo me molto poco, almeno per il target cui si fa riferimento. Sony dice “vlogger”, ma in realtà vedo una più vasta platea di potenziali interessati al di fuori dei classici Content Creator. Da oggi il fotografo occasionale, l’amatore, così come l’esperto quando vuole viaggiare leggero, ha una scelta molto più centrata e al giusto prezzo da valutare. E questo vale tanto di più se il video è il settore d’interesse principale, seppure non manchino le qualità in ambito foto. Una delle killer feature, per me, è l’audio digitale, che insieme al kit wireless può davvero fare la differenza, ma anche quello integrato è decisamente una spanna sopra a tutto il resto. È vero che si deve fare qualche piccolo sacrificio in termini di controlli avanzati, ma qui abbiamo i vantaggi di “modernità” della ZV-1 uniti a qualità video al pari della A6400, grazie ai picture profile avanzati come S-Log2/3 e HLG. A 750€ per il solo corpo e 850€ insieme al 16-50mm OSS del kit, la ZV-E10 è decisamente promossa.

PRO
PRO Corpo compatto e leggero
PRO Buon sensore per le foto
PRO Pratico schermo articolato e ribaltabile
PRO Audio a 3 capsule integrato, con filtro antivento in dotazione
PRO Slitta multi-interface con audio digitale
PRO Autonomia buona, pur con la W50
PRO Video senza limiti di durata
PRO Buona resistenza al surriscaldamento
PRO Picture Profile avanzati S-Log2/3 e HLG
PRO Funzionalità di streaming diretto collegata al computer
PRO AF di ultima generazione, super efficace
PRO Nuova opzione priorità fuoco su prodotto

CONTRO
CONTRO Va a ruba!

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Non c’è IBIS, ma può essere anche un pro per il video grandangolare
DA CONSIDERARE Controlli semplificati
DA CONSIDERARE Hanno ancora senso ZV-1, A6100 e A6400?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.