Recensione e Anteprima nuovo Sony FE 70-200mm F2.8 GM OSS II

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Negli ultimi anni abbiamo visto Sony presentare moltissimi obiettivi, coprendo praticamente ogni focale e apertura. Il sistema FE (mirrorless full-frame) è ancora giovane all’anagrafe, dato che la prima A7 è del 2013, ma si è sviluppato in fretta. I sensori hanno guadagnato tanta risoluzione e la tecnologia di messa a fuoco continua a migliorare, così è giunta l’ora di aggiornare alcune “vecchie” lenti. Sui corpi macchina siamo abituati a vedere i numeri che identificano le nuove generazioni, ma il Sony FE 70-200mm F2.8 GM OSS II è il primo obiettivo FE con la sigla il Mark II. Il precedente aveva inaugurato l’arrivo della serie G Master nel 2016, insieme al 24-70mm F2.8 GM (recensione) e l’85mm F1.4 GM, per cui non si può effettivamente definirlo vecchio considerando il normale ciclo di vita di una lente professionale. Tuttavia Sony ha voluto migliorarlo in ogni modo possibile, sfruttando meglio le capacità dei nuovi corpi macchina come la Sony A1 o la A7R IV.

Non un semplice lifting

Dal punto di vista ottico e tecnologico, si tratta di un obiettivo completamente diverso dal precedente. Tra gli aspetti più interessanti c’è una riduzione di 435 grammi di peso, cosa che lo rende il 70-200 F2.8 più leggero al mondo. Gran parte del merito è di uno schema ottico più raffinato, con elementi di migliore qualità ma in numero inferiore: si passa infatti dai precedenti 32 a soli 17, suddivisi in 14 gruppi. E tra questi ben 7 sono lenti speciali che riducono le aberrazioni cromatiche e sferiche, oltre al trattamento Nano AR Coating II che contiene i fenomeni di flare e ghosting.

Le caratteristiche di cartellino non sono cambiate e neanche tanto le dimensioni, ma con i suoi 1,04 Kg si fa usare con meno troppa fatica anche sui corpi senza battery grip. È tropicalizzato, stabilizzato otticamente e con un motore di messa a fuoco molto più veloce. Compatibile con i teleconverter 1.4x e 2x, può arrivare fino a 400mm f/5,6 su full-frame e 600mm con le fotocamere APS-C. La filettatura per filtri è da 77mm e il paraluce è dotato di finestrella apribile per poterli ruotare.

Novità funzionali

La ghiera AF è più piccola e quella di zoom più avanzata, tutto per far posto alla nuova ghiera delle aperture, assente nel primo modello. Si va da f/2,8 a f/22 con avanzamenti di 1/3 di stop ed è presente anche il tradizionale click switch per rendere fluido il passo. Un’aggiunta piuttosto interessante è l’Iris Lock, che previene il rischio di spostarsi o attivare involontariamente l’apertura automatica. In sostanza se si attiva mentre siamo su A la ghiera si blocca completamente e l’obiettivo funzionerà come quello vecchio, mentre se ci si si trova su una qualsiasi apertura si potrà cambiarla ma sarà bloccato il passaggio su A.

Altra aggiunta è lo switch Full Time DMF, che su ON consente di intervenire con il fuoco manuale anche se c’è attivo il tracking AF-C. Infine c’è il nuovo Modo 3 che accentua la stabilizzazione, ideato per quelle situazioni in cui si sta seguendo un oggetto in rapido movimento.

Aeffe x 4

Le prestazioni della messa a fuoco ormai si calcolano con unità di misura così piccole da essere difficilmente afferrabili se non con test di laboratorio. Sony ci viene in aiuto precisando che è 4 volte più veloce del precedente e molto più efficace nel tracking, anche durante lo zoom. Il merito è del nuovo sistema basato su 4 motori lineari XD (Extreme Dynamic) che agiscono sul gruppo centrale, evitando di far estendere il barilotto o ruotare l’elemento frontale.

Nel pochissimo tempo che ho avuto a disposizione l’ho provato sulla A7R IV e le prestazioni sono davvero ottime. Anche i cambi fuoco a lunga distanza avvengono in un lampo e nel tracking non perde un colpo. Mette anche a fuoco piuttosto da vicino: circa 40cm a 70mm, dove si ottiene l’ingrandimento maggiore. Ovviamente quando si lavora senza limiter con il soggetto molto ravvicinato, la messa a fuoco ha un’escursione molto lunga e può richiedere più tempo.

Uno dei vantaggi del nuovo obiettivo è l’ottimo lavoro che è stato fatto per contenere il focus breathing nei cambi fuoco, ma anche il focus shift mentre si zoomma è davvero contenuto, consentendo di mantenere il soggetto a fuoco mentre si cambia la lunghezza focale.

Bokeh

Il diaframma mantiene le 11 lamelle circolari, ma è stato riprogettato. Lo sfocato è davvero molto bello, morbido e pastoso. Il bokeh più preciso si ottiene forse a 70mm chiudendo a f/3,2, nel senso che risulta circolare e pulito, ma è molto bello anche alle altre focali.

A 200mm a tutta apertura si accentua l’effetto fisheye ai lati del fotogramma, meno vistoso a 135mm e 70mm, ma i punti luce hanno davvero una bella resa. Chiudendo oltre f/4 si nota un po’ la forma poligonale. Complessivamente, un ottimo risultato.

Difetti minimi

Distorsione e vignettatura sono molto contenuti, da non essere un problema in nessuna circostanza. Il nuovo schema ottico e il rivestimento Nano AR Coating II garantiscono un’ottima tenuta al flare su tutta l’escursione focale con pochissimi riflessi e minima perdita di definizione.

Grazie alle numerose lenti speciali asferiche e a bassissima dispersione, anche l’aberrazione cromatica è davvero contenuta. In condizioni ideali di test mi ha molto stupito, una delle migliori che mi sia capitato di vedere anche tra gli obiettivi fissi.

Nelle foto reali, però, mi è capitato che venisse fuori in modo più evidente. In particolare nelle aree ad alto contrasto con forte luce diretta. Al momento della mia prova non c’era il profilo lente in Lightroom e non so quanto quello potrà risolvere, ma in effetti è un’aspetto su cui devo sospendere il giudizio definitivo.

Fuori classe

La nitidezza di questa lente è davvero superba. A 70mm a tutta apertura è già ottima al centro e molto buona pure sulle aree più esterne del fotogramma. Verso f/3,5 si ottiene una resa omogenea ovunque. A 200mm è leggermente più morbida a f/2,8, ma ancora molto coerente, e migliora rapidamente chiudendo un po’. Anche se tra i suoi campi d’applicazione più scontati ci sono lo sport, la naturalistica e i ritratti, riesce tranquillamente ad essere anche un obiettivo da studio con performance da fisso a f/11.

Conclusione

Voto 5/5La linea G Master è nata per accogliere i migliori obiettivi per le fotocamere Sony FE e il 70-200 F2.8 prima edizione offre certamente un’ottima qualità. Non lo conosco benissimo, dato che non l’ho mai posseduto, ma le prestazioni del Mark II non lasciano spazio a dubbi: Sony è riuscita a portare ai massimi livelli ogni aspetto di questa lente, riducendo il peso e mantenendo invariato il prezzo di listino di 3000€. Il nuovo Sony FE 70-200mm F2.8 GM OSS II rappresenta l’eccellenza e sarà un immediato must-have nella sua categoria.

PRO
PRO Peso contenuto
PRO Ottima qualità costruttiva
PRO Messa a fuoco ai massimi livelli
PRO Buona resa anche per scatti ravvicinati
PRO Aggiunta ghiera apertura
PRO Numerosi switch ed opzioni per ogni esigenza
PRO Focus Breathing contenuto
PRO Focus shifting contenuto
PRO Ottima tenuta contro il flare
PRO Elevata nitidezza a tutte le aperture (meglio a 70mm)
PRO Ottimo sfocato e bokeh

CONTRO
CONTRO Una certa tendenza all’aberrazione cromatica con forte contrasto

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.