Risparmiare usando iCloud per gestire la libreria Foto su iPhone, iPad e macOS

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Cosa c’è di più importante delle nostre foto? Onestamente, un sacco di cose. Mi vengono in mente la salute, gli affetti, la stabilità economica. Cose che vorresti siano al sicuro ben di più e prima di due fotografie. Che poi magari non sono più due e neanche duemila, ma più facilmente ventimila, però il succo non cambia. La finisco subito con le banalità, dopo l’ultima frase da biscotto della fortuna: la vita è più importante di qualche immagine che la contiene. Diciamo che sui grandi temi è fin troppo facile essere d’accordo, mentre sulla gestione delle fotografie ho visto una infinità di approcci diversi, tutti accumunati da una cosa: la confusione. Intendiamoci, qui non sto parlando di fotografie di lavoro ma di quelle personali. Mantengo questi due mondi nettamente separati quando si tratta di gestione dei dati, poiché le cose che mi servono sono completamente diverse.

Il lavoro si gestisce diversamente

Ciò che fotografo per lavoro arriva al 95% da macchine fotografiche. Si tratta di file RAW (con il JPG solo di supporto) archiviati in una cartella di lavoro e organizzati per data, progetto, cliente; poi inseriti in una libreria di Lightroom Classic, elaborati, esportati e finalizzati in una seconda cartella di produzione. Entrambe le due cartelle hanno almeno un backup su dischi locali e uno nel cloud, così da non perdere niente.

Foto e le librerie monolitiche

Non voglio ovviamente perdere neanche le fotografie personali, ma lì le cose avvengono in modo completamente diverso. Le scatto è per lo più con lo smartphone – ormai da tanti anni – e siccome questo è un iPhone me le trovo automaticamente nella libreria al computer. Prima con la vecchia funzione Streaming Foto e ora con la Libreria Foto su iCloud. Per cui quel 10/20% di foto personali che scatto con le fotocamere tendo a portarle nello stesso calderone. Anche quando sono dei RAW che seguono la trafila dei progetti lavorativi, dopo l’esportazione finale finiscono sempre lì: nell’app Foto.

Un tempo c’era Aperture che era un software fantastico. Avrebbe potuto benissimo fare le scarpe a Lightroom se seguito costantemente come Final Cut Pro, ma Apple ha deciso di ucciderlo e portare 1/10 delle sue funzioni su Foto cercando di venderci la storiella che ora si fa tutto da lì. Ma non è vero. Solo chi non ha idea di cosa faceva davvero Aperture è caduto nel tranello, gli altri orfani come me sono dovuti passare a Lightroom, Capture One e similari.

Il problema di Foto, erede di iPhoto e costola di Aperture, è che come quest’ultimo e molti software Apple si basa su una libreria monolitica. In pratica abbiamo questo grosso file su disco che poi altro non è che una cartella camuffata. E si può anche aprire con tasto destro e mostra contenuto pacchetto, ma l’interno non si presenta con un bell’albero semplice tipo anno, mese, giorno. Al contrario, ci sono cartelle innestate con numeri e lettere che solo l’app sa riconoscere. Potete comunque accedere alle foto, però non è comodo e certamente non aiuta se volete ricostruire un archivio su disco che sia comprensibile.

Lo spazio e le nuvole

Le foto occupano spazio e i video ancor di più, di conseguenza la libreria Foto cresce, cresce, cresce. Oggi esiste una soluzione che io ho scelto di adottare per diverse ragioni di praticità e convenienza personale ed è un account iCloud bello spazioso. Quello base da 5GB fa ridere i polli e infatti sarebbe ora che Apple lo aggiornasse per renderlo almeno usabile dall’utente più basic e con meno esigenze che si possa immaginare, il quale oggi con 5GB ci fa poco niente. L’account in abbonamento è una rogna, capisco chi la pensa così, però mi sono fatto due conti e invito anche voi a farli.

Il vecchio metodo

All’inizio c’era una singola libreria di iPhoto di dimensioni assolutamente gestibili, ma erano i primi anni 2000. Le cose sono iniziate a cambiare con il primo iPhone del 2007, anche se lui non era certo una gran macchina fotografica. Diciamo che il boom si è avuto più dall’iPhone 4, quindi nel 2010. Da quel momento le librerie hanno iniziato a gonfiarsi a dismisura, a volte anche di spazzatura, ma di quella archiviata senza pensieri e che poi ti annoi a morte di ripulire. Ogni tanto usavo dei software per farlo, oggi esiste Gemini, ma è una lotta senza fine e il tempo non è mai abbastanza. Dunque la soluzione che avevo adottato era semplice: creare diverse librerie.

Tenendo premuto il tasto ⌥ option quando si avvia l’app Foto appare un piccolo menu da cui si può creare una nuova libreria oppure selezionarne una di quelle già esistenti. Così, quando le librerie iniziavano ad essere troppo voluminose, le spostavo su un disco esterno e ne creavo una nuova in locale, ripartendo da zero. La cosa era utile anche per creare delle librerie specifiche, ad esempio per singoli progetti o attività, ma non era esattamente comoda. Diciamo che era l’unica soluzione realisticamente percorribile per non comprare dischi interni troppo voluminosi, perché eravamo all’inizio della rivoluzione SSD ed una unità da 128GB poteva costare anche 400€. Sì, avete letto bene, stavamo messi così 12 anni fa.

Alternativa

Una alternativa valida, allora come oggi, è quella di un NAS. Ne compri uno, ci schiaffi dentro un tot di dischi, e speri che ti bastino. Ci carichi dentro i tuoi ricordi e poi ti affidi alle app proprietarie per accedervi in remoto da smartphone e tablet, oppure dal computer locale tramite i vari protocolli come SMB o AFP. Io ho un NAS con svariati TB, ma questo sistema non mi è mai piaciuto più di tanto. Oggi le app di Synology e QNAP sono migliorate, così come quelle dei pochi sistemi concorrenti degni di nota, ma non si arriva mai all’integrazione che può offrire un sistema nativo.

La nuova strada

Apple aveva iniziato a spostare le fotografie online con la funzione Streaming Foto, che tuttavia aveva diverse limitazioni operative concrete. Arrivato a maturazione il sistema si è trasformato in quello che oggi si chiama Foto di iCloud. Una sola libreria sul nostro account può avere questa opzione attiva dalla Preferenze dell’app Foto e, da quel momento, caricherà tutti i contenuti messi in locale nel nostro spazio iCloud e viceversa. Il punto è che lo spazio gratuito su iCloud è pochissimo, per cui molti evitano di attivarlo per non dover pagare un abbonamento.

Questa strada è sempre percorribile e alla fine è quella vecchia di cui si è già discusso, che sposta sulle nostre spalle non soltanto il peso dell’organizzazione logistica di una o più librerie, ma anche il relativo backup. Ancora oggi c’è chi preferisce far così e deve costantemente fare il backup delle foto dell’iPhone, spostarle sulla libreria del computer o in file, per poi liberare lo spazio sullo smartphone. Oppure c’è chi compra iPhone, iPad e Mac con dischi sempre più grandi solo per poter avere tutte le foto in locale e risolvere sia il problema logistico che quello di avere tutte le foto a disposizione.

La spesa che ha senso

Per questo motivo io avevo troncato la mia libreria nel 2011 e comunque ero costretto a comprare iPhone con capienze sempre maggiori di anno in anno. Se ricordo bene, avevo preso l’iPhone 7 Plus RED 128GB e poi l’iPhone 8 Plus argento da 256GB. Il problema è che già con l’arrivo dell’iPhone XS i 256GB non bastavano più per la sola libreria Foto, senza contare tutto il resto di app e documenti. Quindi negli anni successivi sono stato costretto ad attivare la nuova funzione di Ottimizzazione archiviazione, prima solo su iPhone ora anche su Mac.

All’inizio l’ho fatto controvoglia, perché il sistema cancella le foto mano a mano che serve spazio e poi le riscarica al momento, cosa che con i video lunghi fuori sede può essere noiosa. Oggi le velocità delle connessioni 4G/5G e i piani sempre più ricchi di GB hanno reso il problema molto poco evidente, quindi ho iniziato ad abbracciare con convinzione questa scelta. Cosa che mi ha portato a poter usare anche un iPhone da 64GB senza problemi, anche se il taglio che preferisco è quello da 128GB. È vero, pago un abbonamento iCloud, che poi ho trasformato in iCloud+ per condividerlo in famiglia e ora Apple One, ma non bisogna necessariamente arrivare a questo eccesso. Vi invito però a farvi due conti perché c’è il serio rischio che l’abbonamento vi faccia risparmiare oltre ad essere infinitamente più comodo.

Proviamo a fare un esempio con una casistica intermedia. Ipotizziamo di possedere una libreria Foto compresa tra 120GB e 180GB. Ovviamente non vanno bene gli iPhone e gli iPad da 64GB e neanche da 128GB per averla tutta in locale. E sui computer i 256GB iniziano ad essere un po’ stretti considerando tutto il resto. E considerando quanto costano gli upgrade in casa Apple, la cosa potrebbe tradursi in una spesa aggiuntiva anche molto importante. Facciamo due conti semplici semplici:

  • iPhone 13: passaggio da 128GB a 256GB +120€
  • iPad 9 / iPad mini 6 / iPad Air 4: passaggio da 64GB a 256GB +170€
  • iPad Pro 5: passaggio da 128GB a 256GB +110€
  • MacBook Air: passagio da 256GB a 512GB +230€

Mi fermo qui, sono solo alcuni esempi di riferimento, anche perché non tutti devono per forza avere smartphone, tablet e computer e ovviamente questa è una cifra che si paga una tantum. Diciamo che, senza arrivare ad eccessi né in un senso (chi cambia ogni anno) né nell’altro (chi tiene i prodotti 10 anni), ipotizzando una vita media di 5 anni in cui presto o tardi uno di questi device si cambia, si potrebbe arrivare a circa 520€ di spesa aggiuntiva. Cioè se nell’arco di 5 anni comprate almeno un iPhone, un iPad base e un MacBook base, serve questa cifra in più solo per ospitare in locale quella libreria. E considerate che sto valutando l’ipotesi più banale, perché se poi si guardano i passaggi tra tagli di memoria più capienti perché magari avete necessità di altro spazio extra rispetto alla libreria Foto, le cifre aumentano.

L’abbonamento iCloud+ da 200GB costa 2,99€ al mese, che si traducono in 35,88€ all’anno per un totale di 180€ negli stessi 5 anni. Ovvio che è tutto aleatorio in questa ipotesi, per questo vi invito sempre a fare da voi i conti con le vostre necessità, però mi pare evidente che si può risparmiare tanto con libreria nel cloud. In questo esempio specifico si tratterebbe di 340€ in meno. Ma non è solo questo il punto, perché di base si ha anche la grandissima comodità di dimenticarsi di sincronizzazioni, dischi esterni, backup, ecc… In realtà io un copia locale della libreria la faccio comunque, ma non dovendola usare operativamente basta un HDD meccanico da poche decine di euro per dimenticarsi del problema.

In più, iCloud+ include anche delle funzioni aggiuntive come la possibilità di nascondere la mail per le iscrizioni online o tramite app, il Private Relay (attualmente in Beta) che è una sorta di VPN, la possibilità di sincronizzare anche Note, Contatti, Calendari, Promemoria, Preferiti, Mail, File, ecc.. e di condividere il tutto anche con un massimo di 5 familiari. Io non usavo la condivisione fintanto che avevo il piano da 200GB, poi sono passato a quello da 2TB perché non mi bastava più e allora ho avuto lo spazio in più da poter condividere rendendo così la vita più semplice anche agli componenti della famiglia. Per 2TB si pagano 9,99€/mese ma ho ovviamente fatto i miei conti e per le mie esigenze di spazio e frequenza di aggiornamento dei dispositivi, si tratta comunque di un grosso risparmio e di tanta, tanta, praticità in più.

Conclusione semplice

Ora, la verità è che questo mio approfondimento non dovrebbe essere necessario. In un mondo ideale ognuno si fa i propri conti e capisce cosa gli conviene fare. In alcune situazioni si potrà sicuramente fare a meno di iCloud+ in ogni sua forma, ma vedo ancora moltissime persone che comprano addirittura iPhone da 1TB per tenere le fotografie. Tutto è lecito, non mi permetterei mai di esprimere un giudizio in tal senso, perché ognuno conosce le proprie esigenze e decide in cosa investire i propri soldi, però ho notato che molte persone non si sono mai soffermate a pensarci veramente. Ve lo dico perché io questo discorso l’ho fatto di persona mille volte e il brutto è che su quelle mille poche hanno portato ad un cambiamento. Alcune volte perché non serviva, altre solo per timore nel cambiare le proprie abitudini e altre ancora perché non mi ero effettivamente mai messo di tutto punto a fare degli esempi concreti ma riportavo solo la mia esperienza, che non è magari quella tipica dell’utente medio.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.