Recensione Sony ZV-1F: la nuova compatta per vloggare facile

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La Sony ZV-1 è stata la prima foto/videocamera realizzata appositamente per il vlog ed ha indubbiamente ottenuto un gran successo. A darci un’idea di questo eccezionale risultato è il numero di recensioni su Amazon, che ha già superato il migliaio. Provate a vedere le fotocamere concorrenti e noterete un enorme distacco. Il fatto che sia identificata con il termine “vlog” non è l’aspetto più importante, ciò che ha funzionato è il posizionamento del prodotto in termini di specifiche e funzionalità. È la fotocamera che si può consigliare facilmente a chi voglia di più rispetto allo smartphone, mantenendo la praticità delle dimensioni compatte e della lente integrata, con possibilità di fare foto e video di migliore qualità. Oggi arriva un nuovo componente in questa famiglia e si chiama Sony ZV-1F.

Il sensore da 1″ rimane al centro di tutto, offrendo una qualità superiore a quella degli smartphone. Parliamo di un’area sensibile che è mediamente 2,5 volte più grande e, di conseguenza, capace di catturare più luce e dettagli. Ciò che la distingue nettamente rispetto alla precedente è la presenza di un obiettivo fisso: un 20mm equivalente firmato Zeiss con apertura F2.

I 20mm ci offrono una visione più ampia rispetto ai 24mm minimi della ZV-1 e risultano molto più pratici nel caso in cui si facciano delle auto-inquadrature. Si potrà infatti avere una visone che includa di più che il nostro volto anche senza tenere le braccia al massimo della loro estensione. Tuttavia si perde un po’ di luminosità e soprattutto lo zoom ottico. La camera offre però quello digitale, con step da 1x (20mm), 1,5x (30mm), 2x (40mm) e 4x (80mm).


Alla massima estensione si va a ridurre di molto la qualità, per questo Sony ha previsto un limitatore dello zoom definito “immagine nitida” (Menu/Ripresa/Zoom/Intervallo Zoom), il quale lo limita all’1,5x nel modo video e 2x in quello foto, riuscendo a mantenere abbastanza elevata la qualità dei risultati.

La stabilizzazione Active è di tipo digitale, quindi introduce un crop che limita un po’ l’ampiezza dell’inquadratura. È anche possibile registrare senza alcuna stabilizzazione per poi applicarla in post al computer tramite Catalyst Browse, grazie al giroscopio integrato nella camera. In questo caso si otterranno risultati migliori con l’otturatore veloce, quindi se sapete di dover stabilizzare è bene superare la classica regola dei 180° in fase di registrazione. In tutti i casi, la stabilizzazione non fa miracoli se non si ha una buna mano o se usata mentre si cammina.

La camera è molto leggera, parliamo di meno di 250 grammi con batteria e scheda di memoria, infatti la costruzione è piuttosto economica. Si sente che la plastica del corpo è leggera, giusto l’obiettivo ha un anello di metallo. C’è la filettatura interna per filtri, ma è anche possibile che in futuro arrivino degli accessori come moltiplicatori di focale.

I tasti sono quasi tutti piccoli e non comodissimi da premere se si hanno mani grandi, però sono sufficientemente spaziati da non creare problemi. Anche sul retro, dove in un’area di soli 2 x 3 cm ci sono 4 tasti agli angoli ed una rotella con 4 scorciatoie e pulsante centrale.

In alto abbiamo prima di tutto il pulsante di accensione, ma si potrà sostanzialmente ignorarlo dato che la camera si accende e si spegne insieme all’apertura del display (se non diversamente deciso dalle impostazioni). Poi c’è un pulsante per alternare le tre modalità di cattura, ovvero foto, video e slow&quick. Qui era sicuramente meglio avere uno switch fisico, anche se la superficie ridotta non lascia spazio a molte critiche.

Il pulsante di registrazione video è ben identificato dal cerchio rosso, mentre quello per le foto si trova più avanti ed ha intorno l’anello per lo zoom Tele/Wide. Ricordo che è sempre digitale, ma si usa allo stesso modo di quello che si trova sulle camere con zoom ottico.

C’è infine anche un tasto C1 personalizzabile che di default alterna le modalità sfocatura e chiara, ovvero con apertura maggiore e minore possibile. Nel primo caso si ricercherà un po’ di bokeh naturale (non tanto visto la lunghezza focale e la luminosità), nel secondo caso si chiuderà il diaframma cercando di avere tutto a fuoco. Attenzione perché nella seconda modalità può succedere che non venga riconosciuto un volto molto vicino alla camera, quindi se vi autoinquadrate tendete a preferire la registrazione con modalità sfocatura attiva.

La ZV-1F dispone di un array di 3 microfoni integrati, capaci di catturare suono stereo ed una voce abbastanza chiara sia quando siamo davanti che dietro la camera. In dotazione c’è anche il filtro antivento che si attacca sulla slitta superiore.

Insieme alla ZV-1F è stato annunciato anche un nuovo microfono direzionale compatto dal nome ECM-G1, il quale dispone di collegamento digitale, utilizzabile ad esempio su ZV-1. Purtroppo la slitta della 1F non ha tale funzionalità, quindi qui si dovrà connettere tramite il cavo all’input audio da 3,5mm. Sulla camera non è presente l’0utput audio per il monitoraggio in cuffia, ma c’è l’uscita video HDMI in formato micro.

La porta USB-C si utilizza per caricare la batteria interna, la solita NP-BX1 che troviamo anche nelle serie RX. Ha durata sul campo di circa 1:30 (anche meno se si tiene sempre accesa) quindi non si tratta di un campione di autonomia. Per fortuna se ne trovano di compatibili a basso costo e converrà averne almeno due o tre.

Tramite la porta USB-C si potrà collegare la ZV-1F al computer ottenendo una webcam di elevata qualità, senza la necessità di installare del software aggiuntivo. Ad esempio su macOS si vedrà già in Quicktime con la possibilità di registrare un filmato sia audio che video.

La messa a fuoco è ovviamente incentrata sul riconoscimento automatico e continuo di volto/occhio, così da mantenere il soggetto sempre visibile nel migliore dei modi. Qui non ci sono le finezze che si trovano nelle Sony più evolute, infatti c’è solo la ricerca di contrasto su 425 aree. Fa comunque un buon lavoro nel tenere il volo delle persone sempre a fuoco e si può scegliere se dare priorità agli animali.

Inoltre, è presente la funzione di presentazione prodotto, che dà maggior peso all’area centrale del fotogramma nel caso in cui si voglia mostrare qualcosa in primo piano (evitando così che l’AF rimanga bloccato sul nostro volto).

Le prestazioni dell’AF sono complessivamente convincenti per un prodotto in questa fascia, soprattutto quando si considera proprio il riconoscimento continuo del volto e, quindi, l’uso in modalità Vlog. Lavorare con la messa a fuoco manuale è invece un disastro: non essendoci una ghiera sull’obiettivo si deve modificare lentamente con il touchscreen.

Per quanto riguarda l’area fotografica c’è una limitazione davvero grande che non mi spiego, ovvero quella dello scatto solo in JPG. In un’epoca in cui anche gli smartphone offrono la cattura in RAW, sembra assurdo che una fotocamera con un sensore da 1″ non lo faccia. Ciò evidenzia il fatto che sia pensata per un uso amatoriale, motivo per il quale ho preferito scattare in automatico anche se sono presenti i modi manuale e a priorità. Al limite si può agire sulla compensazione dell’esposizione, che si attiva con la freccia in basso del pad direzionale.

Comunque i risultati fotografici sono piuttosto validi e mettendoli a confronto con quelli di un iPhone 14 Pro è evidente che la ZV-1F catturi più dettagli e offra una riproduzione più naturale di luci ed ombre. Trovo tuttavia interessante che durante la cattura la mia impressione fosse contraria, il tutto per via degli schermi. Il display della ZV-1F è sostanzialmente lo stesso di quello della ZV-1, ma in questo caso ne ho sentito maggiormente il limite. Se l’idea è quella di proporre uno scatto facile e alla portata di tutti, allora lo schermo deve essere in grado di mostrarci un’immagine con “la luminosità giusta” in modo del tutto automatico, come fanno gli smartphone. Qui, invece, se lasciamo lo schermo in modalità normale sotto luce diretta non si vede nulla, mentre se lo portiamo all’estremo con la modalità “Tempo Soleggiato” spara completamente le parti bianche, dando l’idea che siano tutte bruciate. Chi sa leggere l’esposimetro e l’istogramma della luminosità si regola comunque, ma non sono cose che si possono dare per scontate su una fotocamera che non scatta neanche in RAW.

Nella modalità video abbiamo tutti i principali picture profile, compreso S-Log3, ma la ZV-1F registra solo a 8-bit 4:2:0, quindi non è una scelta ideale. Come sulle vecchie Sony che mancavano di formati più evoluti, è bene limitarsi ai profili standard o al massimo sfruttare l’HDR impostando un picture profile in HLG2 (e con spazio colore 709 per maggiore compatibilità).

Registrando in UHD si hanno a disposizione i frame rate di 24/30p per NTSC e solo 25p su PAL, quindi si deve scendere sul FHD per arrivare a 50p / 50Mbps o 100p / 100Mbps. Personalmente ho preferito registrare quasi sempre in FHD@50fps, sia per compensare l’assenza di filtri ND che per avere possibilità di rallentare un po’ in post. Ovviamente il video perde un po’ di nitidezza, ma non troppo, e risulta decisamente più comodo da gestire.

Conclusioni

L’esperienza d’uso con la Sony ZV-1F è stata mista. Alcune cose le ho trovate indovinate per il pubblico a cui è destinata, ma tante altre no. Ammetto che i 20mm siano più comodi per i vlog, ma il successo della ZV-1 non è solo dovuto a quello. Ed è proprio nel confronto con quest’ultima che vedo i principali problemi della ZV-1F.

La Sony ZV-1 ha un prezzo di listino di 800€, ma si trova facilmente in sconto a meno di 700€ essendo uscita prima. La ZV-1F arriva oggi sul mercato a 650€ e ovviamente parte svantaggiata. Ma anche considerando i prezzi interni, la differenza di soli 150€ tra i due modelli a me appare ingiustificata. Se avessero semplicemente fatto una ZV-1 con una lente fissa da 20mm l’avrei apprezzata, forse più del 24-70mm F1.8/2.8, ma insieme al cambio di lente ci sono molte altre cose in meno.

Manca lo scatto in RAW, la raffica è più lenta, l’obiettivo non ha stabilizzazione ottica, l’AF è solo per contrasto e mancano anche la slitta multi-interface per l’audio digitale e i filtri ND per usare apertura massima e ottenere foto e video con un look migliore. Ripeto, mi sembrano davvero troppe cose da perdere a fronte di un risparmio di 150€ di listino che poi diventa di pochi Euro se consideriamo l’attuale prezzo della ZV-1.

Senza contare che c’è pure la ZV-E10 che si aggira su queste cifre e propone qualità superiori anche alla ZV-1, passando al sensore full-frame e alle ottiche intercambiabili.

PRO
PRO Compatta e leggera
PRO Ottima focale di 20mm (ideale per vlog)
PRO Giroscopio interno per stabilizzazione in post
PRO Comoda tally light frontale
PRO AF –quasi sempre– valido nel tracciamento del volto
PRO Video in HDR con buona gamma dinamica
PRO Audio già piuttosto valido con i 3 microfoni integrati

CONTRO
CONTRO Non scatta foto in RAW
CONTRO Non ha la slitta per audio digitale
CONTRO Non ha la messa a fuoco per rilevamento di fase
CONTRO Alcuni controlli potrebbero essere migliori
CONTRO Il prezzo è alto rispetto la ZV-1

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.