AsSaggio: Ergo Line II Pro, sedia ergonomia che soddisfa gli occhi e la schiena davanti al computer

La parte del mio lavoro che mi piace meno è che richiede una lunga permanenza alla scrivania, seduto davanti ad un computer. Ho provato ad utilizzare l’iPad Pro o il portatile per un approccio più “nomade” in studio e a casa, ma alla fine ritorno sempre alla scrivania per la maggiore comodità di un grande monitor e perché spesso ho necessità di molte periferiche connesse. Non mi sono mai dedicato più di tano alla scelta di una sedia di qualità e ora inizio a sentirne gli effetti sulla schiena. Ho provato delle soluzioni particolari, che dicono essere studiate per la massima ergonomia, però non le trovo affatto comode. Un po’ come i mouse verticali, che sulla carta sembrano interessanti ma personalmente mi sembrano poco naturali. Ho cercato una sedia comoda e bella per settimane, stabilendo un requisito minimo di eleganza con una forma ergonomica e dotata di molte regolazioni, possibilmente in cuoio marrone. Quest’ultimo dettaglio è stato il più difficile da coniugare con il resto ed alla fine ho dovuto cedere ad un più canonico nero.

Non mi piacciono le sedie presidenziali, quelle grosse che sembrano poltrone su ruote, e non amo tanto quelle da gaming – almeno finché non ne troverò una decente. Alla fine ho trovato quello che cercavo nel modello Ergo Line Pro II, visto per la prima volta in una delle tante ricerche che ho effettuato su ebay.

La sedia arriva smontata e con istruzioni solo in tedesco e inglese, ma ci sono delle chiare immagini e quasi non serve leggere. Ho acquistato a parte anche delle ruote per parquet, più morbide e delicate sul legno. Per assemblare il tutto non serve nessuno strumento, basta semplicemente utilizzare la chiave a brugola in dotazione. Le differenti viti sono identificate da una lettera, ma non c’è uno schema stampato in cui vengono descritte. Probabilmente sono identificate sulla parte in cartone del blister che le contiene (la vedete sopra), ma io l’ho aperto prima di controllare e dunque ci ho impiegato qualche minuto per ricostruire l’associazione guardando i disegni e basandomi anche sul numero di viti. Da tenere in considerazione che se ne trova una in più del necessario per ogni tipologia, cosa che ho apprezzato molto.

La stessa sedia si può acquistare senza supporto per la nuca o in tessuto di vari colori, ma io ho preferito quella con lo schienale alto in pelle pelle, che è disponibile solo in nero. Una volta montata ci si può divertire con le regolazioni, ma devo prima spendere qualche parola per il design. Avevo visto una sedia simile in TV, non ricordo più in quale film o serie, e mi era rimasta impressa nella mente. L’ho cercata più volte online ma non ero mai riuscito a trovarla. Probabilmente questa non è l’originale ma è fatta davvero bene. I pad dello schienale sono poco imbottiti ma risultano incredibilmente comodi perché si adattano alla schiena essendo fissati solo al centro.

Oltre all’estetica, che personalmente amo, una delle cose che mi ha convinto ad acquistarla è che dispone di moltissime regolazioni. Iniziando dal basso, la seduta può slittare in avanti e indietro, offrendo la possibilità di trovare la distanza giusta dallo schienale e per la lunghezza delle proprie gambe. La levetta posta sulla destra sotto il sedile consente la classica regolazione verticale, ottenuta tramite il pistone centrale che si gestisce con molta precisione.

Sulla sinistra c’è una seconda leva con la quale si può bloccare e sbloccare l’inclinazione dello schienale. Lasciandolo libero si ha una resistenza ben calibrata, che ci consente di mantenere una postura variabile senza cadere all’indietro. Ci vuole un attimo per abituarsi ma è una delle posizioni che preferisco, perché sorregge ma è al tempo stesso duttile nel seguire i nostri cambi di posizione durante il giorno.

Il suo funzionamento tradizionale prevede che si sblocchi, si spinga lo schienale fino a trovare l’inclinazione preferita e poi si blocchi nuovamente spostandola in avanti. Al successivo sblocco non si libera lo schienale finché non si è seduti e si applica una leggera spinta verso dietro, con un meccanismo preciso e pratico.

I braccioli sono l’unica parte esterna non rivestita, lasciando la plastica nera a vista. La forma piatta è molto semplice ma li ho trovati particolarmente comodi poiché anche questi si possono alzare ed abbassare. La precedente sedia che usavo li aveva fissi e sporgenti, per cui ero non potevo portare la seduta sopra una certa soglia perché altrimenti sbattevano al bordo della scrivania.

L’ultima regolazione è nel poggiatesta, che è l’unico elemento di cui non sono ancora del tutto convinto. Questo si può muovere salendo e scendendo sul proprio supporto curvo, ma non ha meccanismi di blocco e sblocco: bastano due mani per portalo in alto e in basso Alla massima estensione ci appoggio la parte alta della testa, ma lo trovo un pò arretrato per i miei gusti. Preferisco tenerlo basso, quasi al minimo dell’estensione, per fornire un supporto alla nuca, anche se sono poche le volte in cui mi ci poggio davvero stando seduto al computer.

Diventa più interessante se si porta lo schienale completamente verso dietro, anche se non lo faccio spesso visto che non è certo una poltrona da riposino. Trovo tuttavia comodissimo lo schienale reclinabile in quei minuti in cui rimango in studio ma sto usando l’iPad o il cellulare, perché consente di trovare una posizione davvero confortevole.

Nel complesso mi ritengo molto soddisfatto e la consiglierei senza riserve. Ovviamente deve piacere il design. A me sembra molto più bella rispetto alle altre sedie che vedo in giro, ma è soprattutto ben più comoda. Non è la tipica seduta da “stravacco” ma da quando la uso la schiena ringrazia. I modelli in tessuto partono da 259€ mentre quello in pelle e con poggiatesta richiede un centinaio di euro in più, ma è quello che ho scelto io perché lo ritengo più bello, comodo e duraturo.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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