Un tuffo nel passato con Raspberry Pi3 e Recalbox

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Per noi geek il Raspberry Pi è un po’ come il coltellino svizzero di MacGyver (quello vero, il reboot non esiste!): se ce l’hai, prima o poi ti ritorna utile. Gli impieghi possibili sono sterminati, tant’è che mi rifiuto di provare ad elencarli. Tempo fa lo utilizzavo il Pi 3 per Hassio, come centrale per la domotica, ma poi l’ho spostato in un container all’interno di Proxmox su un NUC, per razionalizzare il numero di device in casa. Ne avevo pure un altro ancora impacchettato, preso durante una delle offerte che ogni tanto capitano, ed ho deciso di trasformarlo in una console di retrogaming.

Sapendolo prima, avrei quasi sicuramente acquistato un case adatto come questo, ma ne avevo già uno e quindi ho evitato l’ulteriore spesa. Tra l’altro quello che avevo era costato poco ed è gradevole, nonché dotato sia dei dissipatori passivi che di una piccola ventola, silenziosissima ma fondamentale per questo tipo di impiego (collegatela sui 5V per maggiore velocità). Così com’è utile il cavo dell’alimentatore con il pulsante d’accensione, che risolve uno dei problemi strutturali del Raspberry.

Ci sono tante piattaforme di retrogaming e forse la più famosa è Retropie, tuttavia il nostro Max è reduce dal recupero di un vecchio cabinato proprio utilizzando un Raspberry e dopo averne provate diverse mi ha consigliato Recalbox per stabilità e possibilità di configurazione. Come microSD ho utilizzato una vecchia Samsung EVO 32GB che avevo pagato meno di 10€, sulla quale ho flashato l’immagine Recalbox tramite BalenaEtcher sul Mac. L’operazione è davvero semplice: si mette la microSD in un lettore, si avvia Etcher, si selezionano l’immagine e la destinazione e poi si clicca su Flash. Pochi secondi ed il processo sarà concluso.

Dopo aver montato il Raspberry Pi 3 nel suo case, ho inserito la microSD e l’ho avviato, collegando inizialmente una tastiera USB. Questa si può usare con i tasti freccia e poi con le lettere per i pulsanti, ad esempio A per confermare. È importante collegarlo alla rete, sia per caricare più facilmente le rom dei giochi che per eseguire il successivo download degli screenshot. Mi ha dato qualche problema con il Wi-Fi, che continuava a dire NOT CONNECT, dunque ho collegato un cavo ethernet per completare la configurazione.

Non ho collegato un controller USB perché volevo usarne uno Bluetooth. Dopo diverse ricerche ho optato per l’8Bitdo N30 Pro, che dispone di un gradevolissimo design retrò ed è nativamente compatibile con tantissime piattaforme, tra cui Mac, PC, Steam e Recalbox. È piccolino e certamente non ergonomico come i modelli di ultima generazione, tuttavia si impugna meglio di quelli squadrati e mantiene uno stile vintage. Si ricarica via USB-C (il cavo è in dotazione), dispone del d-pad, 4 tasti azione (A, B, Y, X), altri 4 in alto (L1, L2, R1, R2) più i canonici select e start.

I due joystick sono corti e non proprio comodi, tuttavia non rappresentano un problema secondo me. In basso ha altri tre pulsanti, anche se Recalbox ne legge uno solo (almeno io sono riuscito a configurare solo quello a destra).

Appena si accende il controller si posiziona in pairing, per cui bisogna accedere al Main Menu e recarsi in Controllers Settings. Qui c’è l’opzione Pair a Bluetooth Controller che, dopo un po’ di attesa, elencherà tutti i dispositivi Bluetooth attivi. Nel mio caso ne ha trovati davvero tanti ma scorrendo sul fondo ho trovato quello giusto in quanto il nome 8BITDO N30 PRO si leggeva in chiaro.

Completato l’abbinamento sono entrato in Configure a Controller per assegnare ad ogni tasto la giusta funzione. Mancano solo L3 ed R3 (che si saltano tenendo premuta la freccia sotto per 1 sec) e come hotkey volevo scegliere il tasto con lo stesso simbolo (la stellina) ma non era riconosciuto, per cui al suo posto ho selezionato quello più a destra nel gruppo dei tre inferiori. Completata la procedura ho potuto staccare la tastiera ed utilizzare esclusivamente il gamepad, ma ho anche provveduto ad indicare nella stessa schermata questo controller come il predefinito per l’Input P1. A breve conto di prenderne un secondo simile per poter giocare in due.

Tip: il controller non si abbina in automatico ad ogni avvio, ma basta spegnerlo ed accenderlo tenendo premuto il pulsante Start. Quando Recalbox è pronto si avvertirà una piccola vibrazione per segnalare l’abbinamento effettuato.

Da quando il Recalbox è in rete, vi si può accedere tramite browser digitando http://recalbox.local oppure con l’indirizzo IP se lo si conosce. Qui si trovano tantissime opzioni, alcune anche non visibili nell’interfaccia principale via HDMI. Tramite la sezione Configuration ho riconfigurato il Wi-Fi che dopo un riavvio ha funzionato.

Inizialmente avevo collegato il Raspberry ad un monitor senza casse, completata la configurazione l’ho però spostato su un TV. Se per caso notate che l’interfaccia è tagliata ai margini, recatevi in Advanced Settings ed attivate la funzione Overscan. Qui è anche possibile impostare un overclock, io personalmente l’ho spostato su High a 1,3GHz e anche su Turbo per i giochi Nintendo 64.

Conviene a questo punto prenotare un indirizzo IP statico per Recalbox sul proprio router, così sarà più semplice identificarlo per l’accesso remoto. Si trovano già installate alcune rom di giochi free per mame ed altre piattaforme, ma se ne possono caricare altre se si possiedono. Per farlo si può adottare l’interfaccia web nella sezione ROMs ma è più semplice accedere a Recalbox via smb. Su Mac, ad esempio, basterà selezione dal menu del Finder Vai / Connessione al server (o più semplicemente ⌘K) e poi digitare smb://IP_RECALBOX

Nel popup che si aprirà selezionate l’autenticazione come ospite e si aprirà una finestra in cui si trova la cartella “roms”. Qui dentro ci sono le posizioni in cui copiare le immagini dei giochi divise per i 56 emulatori supportati, che vanno dal classico MAME al PC Engine ma includono anche le console di Nintendo e Sega, fino alla prima PlayStation e la Nintendo 64. Di recente hanno aggiunto anche l’Amiga, ma purtroppo non sono riuscito a far partire nessun gioco al momento. Per gli altri nessun problema da segnalare.

Tip: non tutti i giochi hanno un metodo standard per il ritorno sulla home di Recalbox ma potete sempre usare Start+Hotkey per farlo.

Dopo aver caricato le rom si può avviare lo Scraper dal Main Menu, il quale si occuperà di scaricare degli screenshot dei giochi rilevati in modo del tutto automatico, così verranno mostrati scorrendo l’elenco e si avrà la possibilità di capire più facilmente di che gioco si tratta quando la memoria non aiuta. A seconda di quanti titoli avete il processo può durare anche diversi minuti, per cui conviene lanciarlo nei tempi morti. In Sound Settings io ho eliminato la Frontend Music, che è carina ma ho preferito muovermi tra i menu in silenzio e poi sentire solo il suono nei giochi.

Su Recalbox apparirà l’icona di una piattaforma di emulazione solo quando al suo interno saranno caricati i giochi. Scorrendo nella lista si può premere il tasto Y per segnare i preferiti, che saranno visibili in cima e raggruppati anche in una sezione principale che si può visualizzare subito all’avvio. Dopo aver eseguito lo Scraper vi troverete anche dei voti in stelline per ogni gioco, anche se non li trovo sempre validi. Ad esempio Shinobi Ninja ha 3,5 stelle mentre io lo ricordavo super divertente e addirittura Altered Beast ha 2,5 stelle. Altri voti sono coerenti con i miei gusti: R-Type 2 le 4,5 stelle se le merita tutte!

In generale devo però dire questo: cavolo come erano difficili i giochi un tempo! Avevo dimenticato che si dovevano memorizzare i movimenti meccanici dei personaggi e i tempi di reazione prima di poterli padroneggiare, niente a che vedere con i titoli attuali dove si ha un controllo molto più dettagliato e facile. Inoltre pochissimi davano la possibilità di salvare punti di partenza intermedi nei livelli, per cui ad ogni morte partivano le invettive dovendo ricominciare da capo. Sembrava quasi che chi realizzava giochi in quei tempi si divertisse a torturarci e noi a soffrire ripetendo mille volte le stesse mosse fino a trovare il percorso migliore per superare un livello! Mi accorgo di non avere più quella pazienza, infatti sto ricercando i titoli più facili o che conosco molto bene, ma anche lì devo ringraziare i crediti infiniti perché i gettoni volano che è una bellezza.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.