Recensione AirPods 2: gli stessi di sempre, migliori che mai

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Quando Apple ha presentato l’iPhone ha innescato un processo di evoluzione globale del mercato della telefonia (e a seguire audio, video, software) che ha avuto impatti di larga scala anche sulla società. Prodotti così rivoluzionari e al tempo stesso democratici per la loro vasta diffusione, non sono per nulla frequenti. Apple stessa vi è ancora fortemente legata dopo 12 anni e sta spendendo molte energie per differenziare il suo business.

L’evento speciale tenutosi il 25 marzo 2019 ha evidenziato questo nuovo approccio con l’annuncio di Apple TV+, Apple News+, Apple Arcade ed Apple Card, ma il settore che ha registrato maggiore crescita anno su anno nell’ultimo trimestre fiscale è quello definito “altro”, che include accessori come HomePod, Apple Watch ed AirPods. Se escludiamo il primo, che è ancora limitato territorialmente per le vendite – e comunque non molto diffuso anche in patria per la concorrenza spietata degli smart speaker a basso costo di Amazon e Google – gli altri due sono saldamente in cima alle classifiche di gradimento.

Non parliamo di dispositivi capaci di rivoluzionare il mondo come ha fatto l’iPhone, tuttavia amo il mio Apple Watch 4 e nella prima recensione del 2016 non ho avuto timore di affermare che gli AirPods siano un po’ magici, nonché tra i prodotti migliori sfornati da Apple nell’ultima decade. Il 20 marzo sono stati leggermente aggiornati con un’edizione che per comodità chiameremo AirPods 2, anche se le modifiche introdotte sono apparentemente minori e alcuni preferiscono considerarli come una versione 1.1. Li sto utilizzando da una ventina di giorni, periodo in cui ho cercato di identificare tutte le possibili differenze con i precedenti, ed è ciò di cui vi parlerò in questa recensione.

Ehi tu, c’è un controllo in più!

La principale novità dei nuovi AirPods si chiama Apple H1, ovvero il chip che sostituisce il precedente W1 migliorandone le prestazioni ed aggiungendo funzionalità. La più evidente di queste è la possibilità di richiamare l’assistente vocale pronunciando semplicemente Ehi Siri. I controlli al tocco rimangono i medesimi, dunque si può scegliere di avere riproduci/pausa, traccia successiva e traccia precedente su entrambi gli auricolari, ma, data la possibilità di richiamo vocale per Ehi Siri, abbiamo di fatto un controllo in più. Le modalità d’uso si personalizzano da Impostazioni / Bluetooth toccando la piccola (i) che si trova di fianco agli AirPods connessi.

Si possono configurare come i precedenti, se si preferisce avere Ehi Siri “al tocco”, ma un esempio di utilizzo che sfrutta la novità avendo tutte le azioni possibili sotto mano potrebbe essere questo:

  • traccia precedente: doppio tocco auricolare sinistro
  • traccia successiva: doppio tocco auricolare destro
  • play/pausa: togliendo e mettendo gli auricolari
  • ehi Siri: vocalmente

Ricordo che non ci sono superfici touch sugli AirPods, dunque il “colpo” viene rilevato da un sensore di movimento, cosa che ne rende l’utilizzo abbastanza immediato perché non si deve essere particolarmente precisi (inoltre funziona pure con i guanti).

Tip: richiamando l’assistente vocale non si devono fare pause aspettando un segnale dopo aver detto “Ehi Siri” ma pronunciare la frase intera senza pause.

Personalmente continuo a sentire un po’ l’assenza del controllo diretto sul volume, perché chiederlo a Siri è scomodo e si finisce per dover utilizzare il dispositivo sorgente. Tuttavia con gli auricolari B&O E8, che hanno mille funzioni, non avverto la stessa immediatezza nell’uso quotidiano, dunque trovo abbastanza sensata la soluzione di Apple.

La ricarica Qi c’è ma si paga

Uno dei principali elementi di distinzione del nuovo modello non è negli auricolari, ma nel case. Come si sospettava da tempo, è stata aggiunta la funzionalità di ricarica wireless Qi, quindi compatibile con tutte le basette di terze parti in commercio – comprese quelle che molto probabilmente già si possiedono avendo un iPhone successivo al 7.

Attenzione alle basi di ricarica Qi in verticale, perché il case non arriverà all’altezza giusta.

Purtroppo, però, Apple ha fatto Apple. I nuovi AirPods a 179€ hanno infatti la vecchia custodia di ricarica con cavo Lightning, mentre per avere quella wireless il prezzo sale a 229€. È anche “possibile” spendere 89€ per avere soltanto la nuova custodia e metterci dentro i vecchi AirPods (che sono compatibili), ma onestamente mi sembra una soluzione sconsigliabile. Sono il primo a sostenere la bellezza della ricarica senza fili, fin da quando era assente negli iPhone e lo segnalavo come negatività, ma la cifra richiesta non è giustificabile razionalmente. Se proprio si vuole sperimentare il Qi sui precedenti AirPods si può optare per dei copri-case come questo: saranno anche grossi, ma costano una ventina di Euro.

La custodia wireless mantiene la stessa identica forma e qualità costruttiva di quella Lightning, peraltro anche questa si può ricaricare via cavo nello stesso modo. Le due sono facilmente riconoscibili per un paio di differenze strutturali ed estetiche. Sul retro, il pulsante del pairing è stato spostato al centro, dove è più facile da premere, e la piccola cerniera argentata è di un materiale diverso, probabilmente per non interferire con la ricarica Qi (la finitura è satinata anziché lucida).

I prossimi iPhone potranno ricaricare gli AirPods poggiandoli sul dorso

Frontalmente si nota invece il LED, che è stato spostato dall’interno all’esterno. La scelta è stata obbligata, poiché altrimenti non si poteva verificare la corretta attivazione della ricarica wireless dopo aver poggiato gli AirPods su una basetta. Si ha però un piccolo vantaggio supplementare, in quanto basta un rapido clic del pulsante di pairing per far accendere il LED ad indicarci lo stato di carica (che in alcuni casi è più pratico di aprire la custodia).

Considerando che gli AirPods hanno un’ottima autonomia – sostanzialmente inalterata nella nuova edizione – avere la ricarica Qi non è che cambi drasticamente l’esperienza d’uso, tuttavia è una funzionalità che io apprezzo moltissimo. Ormai abbiamo basette un po’ ovunque, dunque è facile poggiare il case di tanto in tanto e senza alcun impegno programmatico, trovando gli auricolari sempre carichi e pronti all’uso.

Questa comodità non credo valga da sola l’upgrade dalla prima generazione, ma soprattutto devo ribadire la spiacevole scelta di Apple di farla pagare come un plus invece che inserirla come standard nella nuova edizione. Come utente avrei trovato più ragionevole una media del prezzo di listino (ad esempio 195€) a fronte di un unico modello dotato però di custodia Qi.


Relativamente al case devo aggiungere una cosa: negli ultimi 3 anni ho potuto provare tanti altri auricolari true wireless e nessun concorrente può vantare una custodia così riuscita considerando dimensioni, robustezza e praticità del formato.

It just works… better

Ciò che fin da subito ha contraddistinto gli AirPods è stata l’esperienza d’uso, che oggi Samsung sta tentando di replicare con i suoi Galaxy Buds. Non c’è nulla di sostanzialmente nuovo in questa generazione, ma il chip H1 aumenta leggermente la velocità con cui gli auricolari si abbinano ai dispositivi e tra di loro. Dopo diversi anni dalla presentazione ormai non ci si stupisce più di tanto, però questa fluidità che si percepisce chiaramente adoperando gli AirPods rimane uno degli aspetti migliori e quasi “magici” del prodotto… soprattutto adesso che sono stati ulteriormente perfezionati. Non si nota mai neanche il minimo fuori sync, non si “scoppiano” in nessuna occasione e il lag è persino inferiore rispetto ai precedenti.

Curiosità: se si possiedono anche gli AirPods di prima generazione e per errore si incrociano nei rispettivi case, un popup sull’iPhone ci avvisa e ci aiuta a riconoscerli dato che esternamente sono identici.

Lì dove nessun auricolare è mai arrivato prima

La caratteristica più sottovalutata degli AirPods 2 e il Bluetooth 5.0. Accoppiandoli ad uno smartphone che supporta lo stesso protocollo, si ottiene una portata nettamente superiore rispetto al primo modello, potendo spingersi ben oltre i classici 8/10 metri dalla sorgente. Al di là dei dati tecnici, vi posso dire che si superano allegramente i 15 metri lineari rispetto l’iPhone con 4 muri divisori in mezzo. Il beneficio in termini di libertà si percepisce continuamente, tutti i giorni, perché ci si sposta praticamente ovunque all’interno della casa o studio senza perdita di segnale (a patto di non abitare nel Castello di Windsor).

Quel che funziona non si cambia

Dato che gli auricolari mantengono esattamente lo stesso formato, valgono le medesime considerazioni riguardo l’ergonomia. Può piacere o meno, ma personalmente ritrovo diversi vantaggi rispetto gli auricolari in-ear con gommini. Direi che non opprimono le orecchie, non restituiscono quella sensazione di ovattamento e quasi non si avverte di averli indosso, anche perché sono leggerissimi. Il controaltare è che isolano poco dall’ambiente, quindi in aree rumorosi portare il volume al massimo può non essere sufficiente a sentire bene. Tuttavia si possono usare in ogni contesto urbano senza il rischio di non avvertire dei segnali di pericolo.

Sul fronte della qualità audio non ci sono cambiamenti, ma il confronto che ho potuto fare successivamente con tanti altri modelli della concorrenza mi ha fatto apprezzare ancora di più gli AirPods. Indossandoli correttamente le frequenze basse sono davvero ben riprodotte per auricolari di questo tipo e in generale li trovo tra i migliori della categoria.

Rimane davvero comoda la possibilità di utilizzare indistintamente tutti e due gli auricolari oppure solo uno, sinistro o destro che sia. È però migliorata la resa microfoni in chiamata, che sopprimono in modo più efficiente il rumore ambientale e l’interlocutore ci sente meglio.

Conclusione

Voto 5/5È vero: gli AirPods 2 non rappresentano una rivoluzione. A ben guardare non sono ancora del tutto perfetti ma Apple è riuscita a migliorarli notevolmente e in molti ambiti. La politica di prezzo non mi è piaciuta, perché la custodia di ricarica wireless doveva essere l’unica disponibile, ma dopo diverse comparazioni posso affermare senza timore di smentita che nessun concorrente meno costoso può davvero competere con gli AirPods. Se si mettono insieme la comodità, l’autonomia, la qualità costruttiva, la portata, la resa audio, l’efficacia dei microfoni, la praticità, la dimensione ed il formato del case gli auricolari true wireless di Apple continuano ad essere al vertice della categoria. Si può legittimamente sostenere che costino parecchio se si confrontano a delle cineserie di bassa lega, ma alla prova dei fatti la differenza di resa non li pone neanche in concorrenza.

Non mi soffermo sulla domanda “conviene passare dalla prima alla seconda generazione?” perché la risposta giusta non c’è e se c’è è diversa per ognuno di noi. Però consiglio di valutare la possibilità di vendere i precedenti (puliti e disinfettati, mi raccomando) per acquistare i nuovi, specie se si sono usati molto e la batteria ha perso un po’ dell’originale longevità.

Una piccola nota per gli sportivi: gli AirPods sono auricolari per tutti i giorni che spiccano per la comodità grazie al fatto che sono così poco invasivi nelle orecchie, ma di contro non hanno una stabilità paragonabile a quella degli in-ear, specie confrontandoli con quelli dotati di supporti aggiuntivi. Ecco perché nel caso si utilizzino per la corsa o altre attività dinamiche, non sono il prodotto più indicato. Non che non si possano adoperare, ma si deve prestare maggiore attenzione per non perderli (o usare dei supporti aggiuntivi…). In questi casi può essere utile avere un secondo paio di auricolari Bluetooth tradizionali per lo sport, anche a prenderne un paio di quelli super economici da una ventina di euro.

In chiusura vorrei ripartire dalla definizione che ho dato ai primi AirPods, ovvero briciole di magia. Il fatto che siano così piccoli e senza fili sottolinea l’evidente similitudine con le briciole, ma è la magia l’elemento più importante della frase. Apple è riuscita in un’impresa per nulla facile migliorando quasi tutto senza cambiare niente, ribandendo sia la validità del primo modello che evolvendo il nuovo nella giusta direzione. Per questo motivo – e considerando anche le lacune in termini di qualità costruttiva, funzionalità e resa dei concorrenti – non ho dubbi nell’assegnare 5 stelle ai nuovi AirPods. Ciò non significa che non ci siano elementi migliorabili, ma che sono l’acquisto migliore che si possa fare, in particolare per chi utilizza prodotti Apple.

PRO
+ Leggere e per nulla invadenti nelle orecchie
+ Possibilità di utilizzo del singolo auricolare con microfono
+ Qualità della chiamata migliorata grazie alla riduzione ambientale del rumore
+ Più veloci nell’accensione e nell’abbinamento
+ Portata nettamente superiore grazie al Bluetooth 5.0
+ Assenza quasi totale di lag e fuori sync tra i due auricolari
+ Abbinamento, accensione e spegnimento vicini alla perfezione
+ Ottima durata della batteria considerando anche le ricariche possibili con il case
+ Sistema di pairing molto flessibile, in particolare con tnti dispositivi Apple
+ Richiamo dell’assistente vocale con Ehi Siri
+ Praticissima la ricarica Qi (modello più costoso con custodia wireless)

CONTRO
- La custodia di ricarica wireless costa di più
- Si sente la mancanza del controllo volume

DA CONSIDERARE
| Isolano poco dal contesto

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.