Recensione Lenovo Ideapad S130: si può avere un discreto portatile di marca a meno di 200€? Credo di sì

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Prima di iniziare con la recensione, vorrei dedicare un momento ai ricordi. A novembre 2011 entrai nel mondo Mac, anche grazie all’incoraggiamento di Maurizio, con un MacBook bianco Unibody usato. Un anno e mezzo di vita, nemmeno tantissimo in senso assoluto, e il prezzo era interessante (al precedente proprietario era stato regalato un Pro per la laurea, perciò la sua priorità era cercare al bianchino una nuova casa ancor prima del massimo profitto). Dapprima come principale e poi come secondario, in affiancamento ad un MacBook Air da inizio 2015, ci ha serviti in casa per oltre 7 anni, gli ultimi con molta sofferenza essendo privo di batteria. Quella inclusa era arrivata sul punto di esplodere e la rimozione è stata necessaria; oltre a crepare irreparabilmente il case, ha comportato l’innesto di una costante “modalità di emergenza”, col Mac che in assenza di batteria paradossalmente imposta il processore a frequenze operative più che dimezzate, come se dovesse minimizzare il consumo energetico.

Col tanto tempo già accumulato alle sue spalle che non rendeva conveniente l’investimento su una nuova batteria, con annessi rischi di ritrovarci magari punto e da capo poco dopo a causa di un’unità non originale, abbiamo optato per utilizzarlo finché è stato possibile, arrendendoci solo di recente davanti alla lentezza insostenibile. Il suo l’ha fatto, anche e soprattutto sopportando spesso Windows (come nella foto sottostante, datata 2016, non ne ho di più recenti), dato che ci serviva un computer che ne disponesse. Troppo malconcio per venderlo anche come ricambi su eBay, troppo offensivo per gettarlo volgarmente in una discarica, lo scorso sabato 29 giugno – dopo gli esami del sangue tanto per addolcirmi ulteriormente una torrida e complicata giornata estiva – ho deciso di riportarlo lì dove la sua vita era iniziata: presso Apple, per il riciclo.

Addio, piccolo. Grazie per l’ottimo lavoro svolto.

Non è stata una decisione facile, anche perché i piani originari, almeno dal mio punto di vista, erano diversi. Prevedevano l’avvicendamento il prossimo anno o al massimo nel 2021, quando avrei declassato a muletto l’attuale MacBook Air, nella speranza che intanto Apple sanasse la questione tastiere. Life comes at you fast, la vita ti viene incontro presto, dicono gli anglossassoni, e complice la crescente insofferenza dell’utente principale del vecchio MacBook (mio papà), costosi problemi fuori assistenza proprio alla tastiera non a farfalla dell’Air, andato in riparazione allo Store nella stessa occasione dell’ultimo viaggio del bianco, e un’offerta al limite dell’irresistibile sabato 22 giugno decidiamo di procedere. Un Lenovo Ideapad S130 da 14″ a soli 163,11 € per quel weekend, venduto e spedito da Amazon (per completezza d’informazione, aveva pareggiato un’analoga offerta di Mediaworld): chi avendo necessità di un secondo computer economico non ne avrebbe approfittato?

Ci siamo approcciati alla spesa senza troppe aspettative, dopotutto il prezzo era davvero molto contenuto, ma se è vero che in quella fascia si trovano portatili con specifiche analoghe qui c’era una sorta di garanzia in più data dal brand: sono pur sempre quelli dietro ai ThinkPad, dopotutto. E se fosse stato del tutto improponibile, Amazon avrebbe consentito di rispedirlo, ottenere il rimborso e poi amici come prima. 4 GB di RAM e 64 di archiviazione per un portatile il cui scopo sarà soprattutto di navigazione per la famiglia quando io sarò davanti al Mac, sono più che sufficienti. Non devo farci girare Linux virtualizzato o mettermi a sferruzzare con software particolarmente impegnativi come Adobe Premiere (cosa che non faccio nemmeno sull’Air visto che oltre alle basi minime di editing video, per intenderci a “livello Windows Movie Maker”, non vado). Per chi ci siamo detti: vediamo come va e poi lo giudichiamo.

Impeccabili come quasi sempre le tempistiche di consegna Amazon Prime (peraltro con BRT, il cui nome ogni volta che lo leggo mi suscita ansie avendo con me un ruolino spesso problematico in termini di consegne). È arrivato il lunedì dopo l’acquisto, effettuato di sabato mattina. La scatola di cartone è piuttosto ordinaria e ci sta: per meno di 200 € non mi aspetto che lo studio di design Lenovo si dedichi a rendere elegante il packaging. Però è funzionale: dentro c’è il portatile, l’alimentatore, le istruzioni ed il libretto di garanzia; va bene così. Pretendere di più sarebbe eccessivo data la fascia di prezzo.

Iniziando dai materiali, c’è una prima buona sorpresa: non sono affatto malaccio. È una plastica abbastanza dura, perde sul piano tattile contro quelle morbide del Dell Latitude lavorativo e sfigura ovviamente contro il nobile alluminio dell’Air, tuttavia non dà comunque l’idea di una ricerca estrema dell’economia. Al tatto non dà fastidio, fatta eccezione per un’area di cui riparleremo dopo. Non è il più sottile al mondo ed ha il suo peso (la scheda Amazon dice 998 g, quella Lenovo indica i molto più veritieri 1,47 kg, in ogni caso accettabili), ma ancora, ci sta. A livello estetico, con la sua tonalità blu scura predominante, è anche piuttosto simpatico e tende ad ingannare l’occhio sembrando più piccolo di quanto in realtà non sia. Apprezzabile la presenza di due soli sticker, il solito Intel e uno per Office 365. Preferirei non ce ne fossero proprio, ma rispetto al passato in cui c’era la gara a chi ne metteva di più è già manna dal cielo.

Prima di soffermarci su schermo, tastiera e trackpad, andiamo a guardare cosa ci offre ai lati. Iniziando dal sinistro, troviamo il connettore per l’alimentazione con LED di stato per la carica della batteria (lampeggiante tra l’1 e il 15%, giallo tra il 5 e il 20%, spento sopra questa soglia, mentre collegato alla corrente è giallo lampeggiante da 0 a 20%, bianco lampeggiante tra il 20 e l’80%, bianco fisso sopra l’80%), una porta USB-A 3.0, una HDMI out, una USB-C con velocità di classe 3.0 (purtroppo senza supporto Power Delivery) e un altro LED di stato per l’alimentazione (bianco fisso se acceso, lampeggiante se il computer è in standby). Quest’ultimo poteva forse essere evitato, dal momento che un ulteriore LED è presente pure nel tasto d’accensione, posto in alto a destra sulla tastiera, in stile Mac (il solo tasto intendo, non l’indicatore).

Sul lato destro, abbiamo una seconda porta USB-A 3.0, uno slot per schede microSD, un jack da 3,5 mm cuffie/microfono ed infine un piccolissimo pulsante per facilitare le operazioni di ripristino o di scelta del sistema d’avvio in contesti dual boot, ammesso che qualcuno voglia provarci seriamente con soli 64 GB a disposizione.

Sovviene a questo punto una breve ma doverosa riflessione, parzialmente off topic: come caspita è possibile che un portatile da 163,14 € abbia più porte di un MacBook Air da 1.379 € di street price? E che combinando una USB-C ad altre due USB-A classiche, alimentazione separata ed HDMI, offra persino più comodità di un MacBook Pro 15″ da 3.399 €? Poi certo, su questi le porte sono Thunderbolt 3 che danno tanta più flessibilità in ambito professionale nell’uso desktop (abbinando cioè monitor, dischi, eGPU, ecc..), ma nel day-by-day ti costringono a vivere di adattatori, soprattutto in mobilità. Non voglio confrontare le connessioni in termini di potenza, perché una sola T3 può replicare tutte le porte presenti nell’Ideapad S130 (acquistando e collegando un hub), ma dopotutto questi portatili non rientrano nemmeno nella stessa scala di prezzo, sarebbe impossibile chiedere di più al piccolo Lenovo. Anche a nome del design più spinto, Apple spesso cerca di anticipare ciò che vuole il cliente. Altrettanto spesso ci riesce, ma non sempre. E quando succede il “non sempre”, come il mondo di dongle in cui vuole vederci immersi nella speranza che intanto la USB-C seppellisca tutte le altre (forse fra due anni con la USB 4.0), queste sue anticipazioni non risultano così gradite a tutti. Chissà se la nuova era dopo-Ive ci porterà ad un maggiore bilanciamento tra estetica e funzionalità.

Lo schermo da 14” è un TN retroilluminato a LED, tendenzialmente antiriflesso, con risoluzione 1366×768 e privo di supporto al tocco. Risulta prevedibilmente deludente, abituato a quello più brillante del MacBook Air, ma resta più che accettabile per i suoi compiti. La luminosità è piuttosto buona, almeno dal mio punto di vista, meno la saturazione e la tonalità in prevalenza fredda; si avverte, ma neanche così marcato quanto temevo, il colour shifting cambiando l’angolo di visione o l’inclinazione. Sempre visto dalle angolazioni, la sua natura matte gli permette di mantenere quantomeno un minimo grado di visibilità degli elementi anche in presenza di una luce diretta contro. Lo schermo si può aprire ed inclinare fino ad un’apertura di quasi 180°: non vedo però una grossa utilità di tale estensione su un modello del genere, specialmente non avendo il multitouch. Bella se c’è, pazienza se non ci fosse stata. Sopra al display alloggia la fotocamera da 0,3 Megapixel con risoluzione HD per le videochiamate e il microfono. Il minimo sindacale, ma anche qui vale l’incoraggiamento ad accontentarsi. Stesso vale per l’altoparlante, appena sufficiente per contenuti vocali, producendo un suono cupo e piatto. Meglio l’ascolto tramite cuffie o auricolari.

È ora di dare uno sguardo alla tastiera, purtroppo non retroilluminata. Quasi tutti i tasti sono spaziati tra loro, non tantissimo ma quanto basta a non sbagliare troppo facilmente. Le uniche eccezioni sono il tasto >< attaccato a Shift e quello con la ù posto del tutto adiacente ad Invio. Simile agli ultimi Mac la disposizione dei tasti direzionali, con quelli per andare a sinistra e a destra di dimensioni regolari e quelli sopra e sotto dimezzati. Non tutti apprezzano questa soluzione, preferendo la classica T rovesciata, io non ho una particolare preferenza. I tasti Fn consentono come da tradizione di richiamare i classici “Funzione” in luogo delle scorciatoie rapide presenti sulla prima riga, nonché di sopperire almeno in parte all’assenza di molti dei tasti di navigazione: ad esempio Fn + C attiva o disattiva il blocco scorrimento, mentre Fn + freccia destra porta a fine pagina. Il problema è che, in assenza di alcuna indicazione scritta che suggerisca la doppia funzione, viene lasciato all’utente il compito di scoprirselo sul manuale. La corsa dei tasti è più ridotta di quanto sperassi e non mi ha lasciato del tutto soddisfatto. Il suo feeling tattile ed il suono “sordo” alla pressione richiedono un po’ di abitudine. Per un documento, ma anche per un articolo, se bisogna scriverci testi lunghi consiglierei un prodotto superiore.

Il vero punto dolente risiede però nel trackpad. Mi aspettavo qualcosa di concettualmente più simile a quello di vecchio stile del MacBook bianco/Air pre-2018, non cliccabile su tutta la superficie, e così è stato. Ha anche il multitouch ed integra i driver Precision Touchpad sviluppati da Microsoft per migliorarne la resa nonché conferire una vasta gamma di gestures. Però, come purtroppo molti trackpad tra i portatili Windows anche parecchio più costosi, resta ben lontano dal mondo Apple: legnoso nell’uso e senza restituire una sensazione di grossa robustezza. Inoltre, trovo poco pratica l’assenza di una linea di demarcazione che faccia capire con esattezza dove finisce il raggio d’azione del clic sinistro ed inizia quello destro. Non che non sappia trovare la metà della sua larghezza, ma il segnetto risulta più comodo perché ti dà un riferimento visibile con la coda dell’occhio e senza prestarci attenzione, anche quando l’ambiente è buio e in questo blu su blu ti devi un attimo orientare prima di capire dove premere.

Scopriamo come si vive (e si sopravvive) con un computer sotto i 200 €

Fatta la disamina sulla parte esterna, è giunto il momento di entrare nel cuore della recensione: l’hardware. Col MacBook Air 2015 in riparazione (nota curiosa a margine: la sostituzione del top case è costata 267,18 €, circa 100€ più dell’intero Lenovo…) e il Dell aziendale molto limitato per l’uso non lavorativo, giocoforza l’Ideapad S130 è diventato per alcuni giorni il mio portatile principale. Vediamo dunque come si vive (e si sopravvive) con un computer sotto i 200 €. Il processore è un Intel Celeron N4000, appartenente alla serie Gemini Lake. A dispetto del nome lacustre, non è direttamente imparentato con le più prestanti architetture Skylake/Kaby Lake/Coffee Lake. È una famiglia a sé stante, espressamente pensata per portatili e tablet di fascia bassa, che rinuncia ad alcune funzionalità avanzate, a partire dall’HyperThreading, favorendo prezzo e consumi, questi ultimi con un TDP massimo di 6 W. La frequenza base è di 1,1 GHz, che in Turbo Boost può arrivare fino a 2,6; la cache arriva a 4 MB. Oltre al processo produttivo a 14 nm, la grafica integrata è il maggiore punto in comune coi cugini Core più illustri, essendo un chip UHD Graphics 600, con supporto 4K e possibilità di utilizzare sino a 1,5 GB dalla RAM di sistema.

Veniamo appunto al discorso memorie. La RAM ammonta a 4 GB, in configurazione single-channel. L’aspetto curioso è la tecnologia utilizzata: LPDDR4 2133. L’uso di tale memoria ha assolutamente senso su questa categoria di prodotti e ne ha ancora di più su ultraportatili di fasce più pregiate. Suona strano che proprio su questi ultimi, dove i Core fanno da padroni, Intel abbia mantenuto negli ultimi anni il supporto fermo alle LPDDR3, prevedendo le DDR4 solo nella variante standard non a bassa potenza. Il supporto alle LPDDR4 è ufficialmente previsto da Ice Lake, dunque non dovrebbe mancare molto. La RAM è espandibile attraverso uno slot dedicato: le specifiche Lenovo sono però contraddittorie, in alcuni punti dicono che 4 GB è il massimo supportato, in altri addirittura parlano di 16 GB. Mi fido più del datasheet Intel che parla di 8 GB per il controller di memoria integrato nel Celeron. Dai manuali risulta aperta ad interventi pure la memoria di archiviazione, 64 GB eMMC SATA di provenienza SanDisk, almeno nel mio esemplare. Lo slot accetta SSD in formato M.2 2280 (un consiglio: quando si cercano componenti sostitutivi, conviene mettere il nome americano del modello – Ideapad 130S).

Come si comporta il tutto? Metto qui sotto gli screenshot di rito dai principali benchmark, Geekbench, Cinebench e CrystalDiskMark, ma come ho già detto altre volte preferisco valutare l’utilizzo reale piuttosto che i magri risultati delle prove sintetiche. Il Celeron non è il vero collo di bottiglia, qui. Onestamente è un processore più che adeguato per le operazioni semplici ufficio/famiglia cui il Lenovo può applicarsi. I tempi dei fiacchi Atom sono da considerarsi conclusi, per fortuna. Anche i 4 GB di RAM sono sufficienti in tal senso (diverso sarebbe stato in un contesto superiore, dove avrebbero costituito il minimo indispensabile). Mostra qualche incertezza solo quando sottoposto a sforzi di maggiore entità, dove la CPU vi si dedica anche invocando il Turbo e qualche rallentamento potrebbe raggiungere le altre app in uso. In compenso, però, non presenta eccessiva rumorosità né riscaldamenti eccessivi. La ventola c’è, ma non dà fastidio.

L’intoppo maggiore nelle prestazioni è, senza troppe sorprese, la eMMC. Innanzitutto, i 64 GB sono a malapena sufficienti per Windows 10 che resta non proprio un peso piuma nonostante gli accorgimenti adoperati da Microsoft, complice pure la presenza della partizione di ripristino. Poi c’è il discorso prestazioni, soprattutto quello. Rispetto ad un hard disk tradizionale da 5400 rpm è in grado di fare qualcosa di meglio, soprattutto in lettura, ma alla fine si nota che parliamo di schede di memoria riadattate per un compito più impegnativo, con prestazioni diverse volte più basse di un SSD oltre che una minore durabilità prevista. Lo si sente soprattutto durante operazioni intensive come il trasferimento di file, la decompressione di archivi di dimensioni considerevoli o gli aggiornamenti, lunghi nell’esecuzione. Sono certo che con un buon SSD questo portatile potrebbe avere ancora un pochino di potenziale da sbloccare; sicuramente da pensarci su.

Nei limiti di una tale soluzione, la prova della GPU integrata si è rivelata mezza positiva. Nonostante il formale supporto 4K, qualche piccola incertezza nella riproduzione di tanto in tanto la mostra. Decisamente meglio i 1080p dove va liscia come l’olio. I videogiochi, invece, vanno dimenticati a meno di non andare su Candy Crush e similari o qualche titolo davvero vecchio. Ancor più che in altri ambiti, qui è necessario ricordarsi di che tipo di macchina stiamo parlando e di quanto possiamo chiederle: è un punto di debolezza, ma di quelli cui si tiene conto già in partenza e va valutato senza strafare. Nulla di particolare da segnalare sul fronte della connettività, con Bluetooth e Wi-Fi 802.11ac firmati Realtek che fanno il loro dovere senza sbavature.

Prima di andare verso le considerazioni sulla batteria e le opinioni finali, vorrei parlare un momento dell’esperienza d’uso fuori dalla scatola di Windows 10. Con un nuovo Mac, spesso e volentieri si tratta di effettuare alcuni clic, collegare il proprio ID Apple e scaricare gli aggiornamenti di sistema o l’ultima versione di macOS (se magari capita un residuo di magazzino): mediamente, in circa mezzora o al massimo un’ora si è operativi, pronti a configurare il computer per le proprie esigenze. Con un PC, purtroppo, non è affatto così. Occorre schivare Cortana che urla dal primo avvio, creare l’utenza, rispondere a svariate preferenze, aspettare il completamento, andare su Windows Update, scaricarsi gli aggiornamenti, riavviare, ripetere questo ciclo finché non è del tutto attualizzato, se necessario andando ad ottenere con Assistente Aggiornamento l’ultima release funzionale di Windows 10. Con una FTTC a disposizione ed una eMMC non proprio vivace, ci sono volute almeno un paio d’ore per finire. Sarebbe tutto a vantaggio non solo dell’utente finale, ma anche di Microsoft semplificare alcuni passaggi e accelerare l’installazione dei rilasci più recenti.

Qualche grattacapo me l’ha dato pure Office 365: la versione preinstallata non intendeva riconoscere il mio abbonamento attivo, pertanto ho dovuto reinstallarla attraverso il portale online. Ad ogni modo, superati gli scogli iniziali, l’uso procede in tutta tranquillità. L’aspetto più gradevole è che Lenovo di suo ha aggiunto davvero pochissimo, al di là di uno sfondo, qualche personalizzazione nel setup iniziale e due utility. Forse, vista la natura del prodotto, hanno prudentemente pensato che sovraccaricarlo di crapware non era proprio il caso.

Una nota importante: il portatile arriva con Windows 10 Home in modalità S, quella che non permette l’installazione di applicazioni al di fuori del Microsoft Store. Occorre effettuare una piccola procedura per uscire dalla modalità S, attraverso l’app Impostazioni e lo Store; è completamente gratuita nonché, per fortuna, molto rapida. È un’operazione irreversibile, ma dubito che ci sarà qualcuno che rimpiangerà l’aver fatto una scelta del genere.

Eccoci arrivati al comparto energetico. Il portatile presenta una batteria Li-Pol da 32 Wh, non rimovibile, con 8 ore di durata dichiarate da Lenovo considerando un uso moderato. Nelle mie prove, direi che effettivamente si avvicina abbastanza alle stime ufficiali. Non stressandolo eccessivamente ed utilizzandolo per le mansioni cui è preposto, si lascia maneggiare parecchio a lungo lontano dalla presa di corrente. In caso contrario – così come quando Windows Update ha deciso che quello è il momento giusto per installare una bella infornata di aggiornamenti – andrà un po’ diversamente. Molto interessante la ricarica rapida, che in 15 minuti ripristina due ore di autonomia. Naturalmente, quella completa richiede ben più tempo, ma anche qui nella norma: poco più di un’ora e mezza con l’alimentatore da 45 W incluso. Il supporto Power Delivery nella presa USB-C sarebbe stato la ciliegina sulla torta, permettendo anche di utilizzare all’occorrenza un caricabatterie con tale connettore; purtroppo bisogna farne a meno, anche se in compenso come già osservato più sopra permette di mantenere l’alimentazione su una porta separata.

Conclusioni

Voto 3,5/5Non mi aspettavo un’esperienza da Mac e nemmeno da PC Windows di fascia medio-alta, e così è stato. Questo Lenovo Ideapad S130 per me è come quelle auto utilitarie proposte attorno agli 8.000 €: hanno giusto lo stretto indispensabile e in un percorso prevalentemente cittadino sono del tutto capaci di portarti da A a B, senza prestazioni da urlo ma con una buona dose di tranquillità e sicurezza. A 163 €, ma anche ai 207 cui ora sembra essersi assestato (segnalo inoltre che fino al 21 luglio si riceve un codice sconto da 16 € per l’acquisto di Office 365, sempre su Amazon, utilizzabile entro 14 giorni dalla ricezione), non si può chiedere onestamente di meglio nel nuovo, a meno di non affidarsi a qualche brand semisconosciuto sperando vada tutto per il verso giusto.

Detto questo, lo consiglierei come macchina principale? Se tutto ciò di cui dovrà occuparsi sono navigazione e documenti, è fattibile, tenendo in conto di dovergli perdonare qualche incertezza ogni tanto. Se si vuole spaziare con foto, giochi e quant’altro, la risposta è un categorico no, meglio alzare il budget e prendersi un laptop più carrozzato, possibilmente con un vero SSD. In generale è più idoneo forse ad uso muletto, come nel mio caso in famiglia, rendendosi a disposizione quando il Mac è già in uso. Alla luce di tutto, credo che tre stelle e mezzo se le sia meritate. Sarebbe ingiusto dargli di più, ma ancor peggio dargli di meno.

PRO
+ Prezzo che più competitivo di così non si può
+ Discreta qualità costruttiva per (quasi) tutto
+ Dotazione di porte encomiabile
+ Schermo antiriflesso più che adeguato per la fascia
+ RAM LPDDR4 per il Celeron alla faccia dei Core
+ Possibilità di espansione futura
+ Pochissime personalizzazioni proprietarie
+ Buona autonomia
+ Ricarica rapida

CONTRO
- La USB-C non ha il supporto Power Delivery
- Impossibili da capire senza il supporto del manuale le combinazioni che fanno le veci dei tasti di navigazione
- Tastiera non retroilluminata
- Tasti dalla corsa corta e sorda
- Trackpad non convincente per qualità costruttiva e senza demarcazioni per pulsante sinistro e destro
- La eMMC è un collo di bottiglia ben avvertibile
- A dispetto del nome la UHD Graphics 600 non ama poi così tanto i contenuti UHD
- Nelle prime ore di configurazione Windows metterà la pazienza a dura prova

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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