Uno per tutti, tutti per uno? Si parla da anni di adottare un connettore comune per i dispositivi, in un mondo che ha visto per diverso tempo vari formati diversi, tra standardizzati e proprietari. Negli ultimi tempi, la USB-C sembra stia gradualmente mettendo d’accordo tutti, prestandosi anche ad integrare nella medesima porta anche altri protocolli di trasmissione come Thunderbolt. Apple non è indifferente al fascino della USB-C, come provano i MacBook che hanno abbandonato del tutto i connettori “legacy”, ma per quel che riguarda gli iDevice ha per ora effettuato il passo solo sugli iPad Pro, scelta più pragmatica che ideologica visti i contesti in cui vuole spingere il prodotto. La resistenza di Cupertino non è però apprezzata a Bruxelles: l’Unione Europea intende infatti implementare quest’anno una linea guida a riguardo.
La risoluzione che avvia l’iter preparativo per la futura legge è stata approvata ieri con un risultato di 582-40, col proposito di avere le nuove regole pronte per l’approvazione entro luglio, con la messa in vigore nei mesi successivi. Di per sé non è stato ancora formalmente stabilito uno standard di riferimento, né se l’implementazione riguarderà solo la porta lato alimentatore o anche quella lato smartphone/tablet, ma salvo sorprese si propenderà per il secondo scenario attraverso la USB-C. L’obiettivo è di ridurre la necessità di acquistare nuovi caricabatterie o includerli nella confezione di vendita dei dispositivi, nella speranza che man mano si riduca pure la “spazzatura elettronica” che si accumula coi prodotti non più utilizzati. Tra le misure aggiuntive, ma meno prioritarie, si guarda alla ricarica wireless. Non è il primo tentativo dell’UE di spingere sul connettore comune, se ne parlava già nel 2009, ma la base volontaria delle raccomandazioni non ha raccolto il successo sperato, portando ora ad un’azione più decisa.
Per la verità, nel mondo Android la situazione non è lontana dai desideri europei. I rilasci di nuovi smartphone con standard antecedenti alla USB-C si sta sempre più riducendo e di connettori proprietari ormai non se ne vedono pressoché più. Nel mirino dell’iniziativa c’è indubbiamente Apple, che già la scorsa settimana quando sono state avviate le discussioni sulla risoluzione ha espresso contrarietà. A suo dire, la diffusione della Lightning è estremamente capillare per poterne trascurare il peso, con oltre un miliardo di iPhone e iPad che la implementano, ed alimenta un ricco mercato di accessori terzi, non solo per la ricarica. Una spinta repentina sulla USB-C, sempre secondo Apple, oltre a danneggiare nel breve termine tale ecosistema rischierebbe nel lungo di creare proprio ulteriore “spazzatura elettronica” costituita dai prodotti basati sulla Lightning. Al di fuori degli iPad Pro, l’azienda preferisce pertanto una convivenza tra i due connettori, preferendo eventualmente continuare ad adottare la USB-C sui soli caricabatterie, come quelli in dotazione con gli iPhone 11 Pro.
Se si possono azzardare pronostici, sarà difficile che gli europarlamentari s’inteneriscano di fronte alla posizione di Apple. Magari non raggiungeranno gli obiettivi ecologici prospettati, ma il connettore comune obbligatorio sembra più questione di quando che di se. Motivo per cui è lecito pensare che, al di là dei rumor circolanti già da svariati anni senza riscontro, in California stiano tenendo in caldo degli iPhone USB-C per il 2021, se non addirittura privi di porte. Un incentivo alla ricarica wireless, ma anche forse un modo per mantenere l’ultima parola.