Quando si nomina Apple o uno dei suoi prodotti, c’è una parolina che ritorna spesso: ecosistema. La si può leggere in positivo, sottolineando l’estesa interoperabilità tra i dispositivi, oppure in negativo, perché quando si esce dal recinto si perdono automaticamente molte funzioni e possibilità. Si può dare più peso all’una o all’altra cosa, ma entrambe sono vere, specialmente in ambito mobile.
iOS fa della sua chiusura un vanto, almeno per quanto riguarda la sicurezza e la privacy degli utenti. Android è da sempre visto come l’esatto opposto, anche se in realtà ha compiuto numerosi passi nella stessa direzione in questi anni e la versione 11 (uscita ieri nella sua prima Beta per sviluppatori) sembra apportare ulteriori restrizioni per le app nell’accesso ai dati. Entrambi i sistemi mettono in primo piano le app native per accedere alle funzionalità principali, come posta o navigazione web, ma con una differenza sostanziale: su Android l’utente può impostarne altre come predefinite mentre su iOS no.
Chiunque usi browser o client email alternativi su iPhone, sa che questi dovranno sempre essere lanciati tramite l’icona, perché i collegamenti sui link o gli indirizzi di posta elettronica continueranno sempre a puntare a Mail e Safari. Io non ho mai sentito davvero l’esigenza di cambiarli, ma anche quando ho solleticato l’idea l’ho subito accantonata proprio per questo vincolo. Negli ultimi anni, però, Apple ha messo in atto una politica molto più aperta, che si ritrova pure nella diffusione dei suoi protocolli e servizi su sistemi concorrenti, tra cui spiccano sicuramente Apple Music, Apple TV+ ed AirPlay 2. Questa tendenza potrebbe essere sempre più marcata in futuro, tant’è che Mark Gurman su Bloomberg riporta una solida indiscrezione che interessa proprio la definizione delle app predefinite.
Stando alle sue informazioni, che come sappiamo sono sempre molto precise e circostanziate, nel prossimo iOS 14 Apple darà maggiore prominenza alle app di terze parti, offrendo tra le altre cose la possibilità di sceglierne di alternative rispetto a Mail e Safari. Non si fa attualmente menzione ad altri ambiti, ma è possibile che la cosa possa interessare pure Note, Promemoria e persino le Foto. Inoltre Gurman ritiene altamente probabile che si potrà scegliere un servizio musicale predefinito alternativo ad Apple Music anche per le richieste a Siri (e dunque l’HomePod).
Basandomi sui feedback degli utenti, raccolti in un decennio di attività nel settore, direi che le persone interessate veramente a sostituire Mail o Safari non superino il 10%, ma questo numero potrebbe salire se l’opzione fosse in qualche misura invogliata dal sistema o semplicemente meno ostacolata. Certo per l’utente medio la cosa potrebbe avere pure dei risvolti inattesi, in quanto con le app native ci si deve proprio impegnare per non avere i vantaggi della sincronizzazione iCloud, mentre con quelle di terze parti potrebbe risultare un pensiero in più.
Sempre basandomi sulla mia esperienza, direi che potrebbe essere molto più apprezzata la possibilità di utilizzare Spotify come servizio musicale predefinito per le richieste a Siri. Non tanto per l’HomePod, che continua a latitare nella nostra penisola, quanto perché dalle nostre parti gli abbonamenti a Spotify sembrano ancora più diffusi rispetto a quelli Apple Music anche tra gli utenti che usano dispositivi Apple.
Nei prossimi mesi ci sarà sicuramente modo di approfondire la questione e di ricevere ulteriori indiscrezioni, mentre per l’ufficialità di qualsiasi specifica di iOS 14 si dovrà attendere l’inizio di giugno, con la consueta WWDC edizione 2020.