Surface Go 2: chi troppo vuole, nulla stringe

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Ho sempre apprezzato molto la linea Surface e riconosco l’impatto che ha avuto sull’intero panorama. Otto anni fa era davvero difficile trovare un portatile Windows fatto bene; quindi robusto, bello ed anche un po’ innovativo. Microsoft ha avuto un ruolo importante alla guida di questo mercato, impostando degli standard di qualità piuttosto elevati. Ma curare i prodotti così nel dettaglio ha un inevitabile impatto sui costi (Apple ne sa qualcosa…). Prendete ad esempio il Surface Laptop 3 (recensione), che ha specifiche simili a portatili che costano meno ma offre il look&feel di un prodotto premium. A moltissime persone interessano queste cose, ne apprezzano il valore e sono disposte a pagare per averle. Il problema è che non è facile mantenere tali standard quando si vuole realizzare un prodotto economico per le masse. Questo è, in sintesi, il principale problema del Surface Go 2, che, come il precedente, presenta un evidente disequilibrio tra qualità esterne ed interne.

Design e connessioni

Ora è ancora più gradevole, con bordi abbastanza sottili ed uno schermo più grande a parità di dimensioni. Anche il retro è stato ammodernato e i dettagli strutturali sono davvero eccellenti. La cerniera dello stand rimane uno degli aspetti più riusciti ed è un qualcosa che non mi dispiacerebbe affatto in un iPad, dato che senza custodie o supporti esterni non può stare in piedi.

Ha una porta USB-C da un lato, che si può usare per tutto (anche per la ricarica) e in dotazione c’è un alimentatore compatto con il Surface Connect magnetico, così possiamo lasciare la USB-C libera mentre lo ricarichiamo. Non manca l’uscita audio da 3,5mm e gli speaker fanno un buon lavoro, secondo me, con una resa abbastanza valida e superiore al precedente modello (ma il volume non è molto alto). Infine, sul retro si trova lo slot microSD per espandere la memoria interna.

Un unico formato vincente

Una cosa che apprezzo di tutti i prodotti Surface è lo schermo in formato 3:2. Lo trovo un perfetto punto d’equilibrio tra il 16:10 che Apple usa nei computer e il 4:3 degli iPad, che ho sempre ritenuto troppo squadrato. I “tre mezzi” vanno bene per la produttività e non dispiacciono anche nel multimedia. Inoltre i prodotti sono più comodi in mano, perché leggermente più stretti, infatti con il Surface Go 2 si riesce anche a scrivere con la tastiera virtuale tenendolo in verticale (a differenza dell’iPad Pro da 10,5″). Abbastanza valida anche la qualità dello schermo con 1920 x 1280 pixel e 220ppi, che ho trovato sempre all’altezza della situazione.

Equilibrio precario

Fin qui tutto bene, direi. Ed anche la tastiera in Alcantara è molto bella. I tasti sono retroilluminati e con un buon feedback, considerando il ridotto spessore. Certo sono un po’ piccoli (la tastiera è circa 1,5cm più stretta di una standard) ma ci si scrive bene, una volta prese le misure. Giudizio positivo anche per il trackpad, che è della giusta dimensione, fluido e preciso.

Una cosa che non mi è mai piaciuta di questa soluzione, e lo dico da possessore di un precedente Surface Pro, è che funziona benissimo scrivania e si riesce ad usare anche sulle gambe, ma già così si ha una sensazione di precarietà. Questo perché le uniche superfici d’appoggio reali sono i profili del tablet e dello stand, dato che la tastiera non è un elemento strutturale che aggiunge rigidità.

Tutti i software o nessun software

Il Surface Go 2 arriva con Windows 10 Home edizione S, ovvero una versione limitata con la quale si possono installare solo le app del Microsoft Store. Di base è una scelta adeguata ad un prodotto di questa categoria per le sue capacità hardware, dato che può eseguire bene solo app leggere, il problema è che lo store è molto desolato. Si trovano giusto le cose basilari ma neanche tutte, onestamente.

Per questo credo che il 99% delle persone attiveranno subito la modalità completa, che tra l’altro non costa nulla e richiede giusto un paio di clic. Il problema è che da lì in poi saranno sempre più evidenti i limiti hardware.

Esistono due modelli, uno base da 469€ con Pentium Gold 4425Y (versione leggermente migliorata rispetto al vecchio 4415Y), 4GB di RAM e 64GB di memoria su scheda eMMC, ed un altro top da 729€ Intel Core m3, 8GB di RAM e 128GB su vero SSD in versione Wi-Fi e 839€ con LTE. Io ho comprato il più economico che, con la tastiera – praticamente obbligatoria visto che in modalità tablet il Surface è molto deludente –, ci porta ad un totale di 599€. E vi dirò che al di fuori di email, navigazione e documenti leggeri, non ci si può fare molto altro.

Certamente il modello superiore darà qualche soddisfazione in più, ma in realtà meno di quanto si possa immaginare. Ho visto la prova su The Verge e anche avviare Photoshop ti fa venire i capelli bianchi. Il tutto con una spesa totale che può arrivare a 969€ considerando la versione LTE con tastiera.

Come 2-in-1 è fatto molto bene ed attira molto il fatto che faccia girare Windows 10 completo, e quindi anche qualsiasi software aziendale o di produttività, però non si riesce a sfruttare veramente questa possibilità dati i limiti hardware. Dall’altro lato, invece, si deve ammettere che non brilla neanche come tablet, sia per l’interfaccia ancora non del tutto coerente che per le ridotte app dedicate, ma anche per un’autonomia effettiva che nei miei test non ha superato le 5/6h nelle migliori condizioni.

Con la stessa spesa ci si può comprare un vero portatile, ben più potente, oppure un iPad, che sarà anche limitante a livello di file system ma come tablet è tutto un altro pianeta. Anche quello base del 2018, che usa mio figlio, offre una migliore esperienza praticamente per tutte le funzionalità di cui dispone, nel senso che si ferma solo dove non arrivano le app presenti nello store, dato che non fa girare quelle da computer. E la versione base del 2019 è ancora più potente e flessibile grazie allo lo smart connector, magari associata alla Logitech Combo Touch dotata di tastiera, stand e trackpad (quando arriverà…). Quindi il punto è che il Surface Go 2 soddisfa delle esigenze davvero ristrette, ovvero quelle di chi ha bisogno di questo assaggio di entrambi i mondi sacrificandoli sostanzialmente entrambi.

Voto 3,5/5Probabilmente il futuro di questa linea entry-level richiederà in futuro il ritorno alle origini, stile Surface RT. Quando Windows 10 X arriverà a maturazione, si potrà realizzare un modello di GO basato su ARM che, allo stesso prezzo, offrirà sicuramente prestazioni migliori ed una maggiore autonomia. Il punto è che la versione base a 599€ dovrebbe garantire un’esperienza d’uso migliore sul fronte delle prestazioni, così da uscire dalla su ristretta nicchia e risultare un acquisto consigliabile per tutti gli studenti, per la casa o i professionisti per cui la portabilità è un elemento fondamentale.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.