Presentata la Fujifilm X-S10: inizia un nuovo corso

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Ne è passato di tempo dalla prima Fujifilm X100… ma neanche tanto, in fin dei conti. In pochi anni l’azienda giapponese è cresciuta tanto, sia qualitativamente che come numero di utenti e lo ha fatto mantenendo i propri principi, tra cui personalmente riconosco lo stile vintage, l’approccio manuale ai controlli, le ottime simulazioni pellicola, la qualità dei sensori e delle ottiche. Ma crescere non vuol dire rimanere sempre uguali a sé stessi. Anzi, bisogna avere la forza di identificare gli aspetti critici e migliorarli; cambiando le cose, se necessario. Un primo elemento di rottura nella lineup è stata la X-T1, che ha portato per la prima volta il mirino centrale. Un errore? Beh, considerando il successo che ha avuto e che continua ad avere questa serie, si può dire certamente di no.

E quali sono le altre cose che alcuni utenti affezionati ad altri brand o alla loro reflex recriminano alle Fujifilm? Uno è il grip, che solo nella X-H1 si è visto più generoso, l’altro può essere quello dei controlli “diversi”, che possono spiazzare finché non ci si dedica un po’ per capirli. Un tempo si poteva dire qualcosa anche della messa a fuoco non velocissima, del fatto che non ci fosse la stabilizzazione sul sensore, delle carenze lato video e della mancanza dello schermo articolato. Un tempo, per l’appunto, visto che ormai l’AF è velocissimo, l’IBIS c’è, per il video abbiamo specifiche da primato nella X-T4 e lo schermo articolato si vede sempre più spesso.

Oggi arriva la Fujifilm X-S10 e sembra voler rispondere anche ai pochi dubbi che una parte di utenti potevano avere sulle fotocamere del brand. Il corpo è compatto ma non troppo, a metà tra X-T30 ed X-T4, ma ha un’impugnatura molto ampia, sagomata e comoda. I controlli sono più tradizionali con la ghiera dei modi PASM e l’auto, ma con una particolare attenzione alla velocità operativa, spostando tutti i principali accessi sulla mano destra. Ci sono due ghiere dei parametri, un tasto dedicato al video e anche uno per l’ISO in alto, così non si deve usare la mano sinistra come negli altri modelli.

Non manca l’ampio schermo completamente articolato, utile per le autoinquadrature, e con la possibilità di controllo touch. Tuttavia ho apprezzato molto il fatto che Fujifilm abbia mantenuto anche il joystick per chi preferisce un approccio manuale. Sembra in effetti che l’azienda si sia impegnata per realizzare un prodotto virtualmente perfetto sia per l’amatore che per l’utente evoluto. Ad esempio nelle serie economiche di solito c’è un tradizionale sensore CMOS mentre nella X-S10 c’è lo stesso X-Trans da 26,1MP che si trova nella top di gamma X-T4. E c’è anche la stabilizzazione sul sensore, completamente riprogettata per essere più leggera ed entrare in questo corpo. Qui la resa è da 6 stop, a metà tra X-H1 ed X-T4 ma con miglioramenti dovuti agli ultimi firmware.

Il mirino è semplice ma non sottodimensionato per la categoria, con un pannello OLED da 2,36 milioni di punti, e in alto hanno deciso di includere anche un piccolo flash popup. C’è la porta USB-C che si può usare anche per la ricarica e per l’uso in modalità webcam, uscita video e ingresso audio, mentre per il monitoraggio in cuffia si può usare un adattatore USB-C. Tra le poche cose che distinguono la X-S10 da un modello professionale troviamo il singolo slot di memoria SD e la batteria NP-W126S, ovvero quella più piccola che offre un’autonomia di circa 325 scatti (ma per fortuna se ne trovano facilmente a buon prezzo). Assente anche la tropicalizzazione, ma il corpo è comunque realizzato a partire da un solido chassis in lega di alluminio.

L’otturatore meccanico arriva a 1/4000, 1/32000 quello elettronico, mentre la raffica parte da 8fps e arriva fino a 30fps utilizzando l’otturatore elettronico. Validissima la messa a fuoco ibrida, praticamente la stessa di X-T4 sia per foto che per video, e non manca la possibilità di registrare video in 4K. In effetti l’ambio video è certamente tra i più interessanti perché c’è lo schermo articolato, le belle simulazioni pellicola, la stabilizzazione doppia (sensore/ottica) un validissimo AF continuo e la capacità di girare in 4K (e anche DCI 4K) con i principali framerate: 23.98p/24p/25p/29.97p. Chiaramente non c’è il 60p, attualmente esclusiva della X-T4 (recensione), ma va detto che altri brand su APS-C non ce l’hanno nemmeno nelle loro top di gamma. Per lo slow-motion si arriva al 1080p a 240fps Le specifiche includono bitrate fino a 200Mbps con Long-GOP 4:2:0 8bit interno (4:2:2 10 bit via HDMI) e anche F-Log con assistenza alla visualizzazione. Insomma, qualità molto valide per la fascia di prezzo. Il listino al momento del lancio prevede:

Non mancano Wi-Fi e Bluetooth per scambiare file con lo smartphone e alcune funzionalità nuove e davvero smart, come quella che consente di personalizzare le memorie di scatto da C1 a C4 in modo diretto. Di solito con le altre fotocamere devi prima impostare tutto come ti serve e poi memorizzare staticamente, mentre con la X-S10 c’è proprio un menu dove puoi creare e modificare le memorie nei singoli settaggi, assegnando anche un nome personalizzato ad ognuna di esse.

L’uscita della Fujifilm X-S10 è prevista per novembre e sono sicuro che non mancherà di far discutere. Si tratta di una linea completamente nuova per l’azienda e che cerca evidentemente di soddisfare prima di tutto “gli altri” che non la base d’utenza già acquisita. È un terreno un po’ delicato su cui muoversi ma che io credo vada letto nel modo giusto. È ovvio che Fujifilm miri ad ampliare il suo bacino d’utenza e modelli di fascia media ne ha fatti molti altri, inclusa la bella X-T200 che ha già una tradizionale ghiera dei modi come questa (ma il sensore Bayer). Nella X-S10 si è cercato di unire i vantaggi storici del marchio, ovvero quelli che vi ho elencato all’inizio, con un approccio più tradizionale al layout dei controlli. Il risultato può sembrare “meno Fujifilm”, ma in realtà ci sono molte affinità con le medio formato della casa, come GFX100 e GFX50s. Inoltre questa linea si aggiunge a quelle preesistenti X-T ed X-Pro, andando probabilmente a concretizzare l’anello mancante. Io la intendo un po’ come un ibrido tra una X-T30 ed una X-H1, ma la verità è che si tratta di una strada nuova e molto promettente, che potrebbe benissimo anticipare una X-S1 di fascia più alta ma con lo stesso DNA. A quel punto non servirebbe neanche più pensare ad una X-H2.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.