Il 25 gennaio scorso, nella Newsroom di Apple è comparso un articolo intitolato: “Si apre un nuovo capitolo per Dan Riccio in Apple”. Colui che sino a qualche settimana fa era il Senior Vice President per l’Hardware Engineering ha lasciato il suo ruolo nelle mani di John Ternus, entrato in azienda (2001) appena qualche anno dopo Riccio (1998) e che sta conoscendo un’importante crescita nella Apple di Tim Cook, testimoniata anche dalla presenza attiva negli ultimi keynote. Nell’annuncio, la mela ha riferito che Riccio seguirà un nuovo progetto, a diretto riporto proprio di Cook. Una dicitura solitamente associata ad ambiti in cui Apple non è presente ma vuole entrarci, mantenendo il suo alone di segretezza fino al momento opportuno. Ma che cosa si scriverà in questo nuovo capitolo per Dan Riccio? Non la Apple Car, come i recenti rumor avevano fatto ipotizzare; la sua esperienza sembrerebbe essere valorizzata nei preparativi per i prossimi visori in realtà mista.

A riferirlo è il “solito sospetto”: Mark Gurman sulle pagine web di Bloomberg. Nel suo precedente ruolo, Riccio svolgeva già funzioni di supervisione per lo sviluppo dei visori, tuttavia all’interno di una organizzazione più generale: con questa mossa, Apple lo dedicherebbe più nello specifico ad uno dei progetti su cui sta fortemente investendo per il futuro. Come qualsiasi dirigente di alto profilo, tuttavia, gli aspetti più quotidiani vengono delegati a manager intermedi, in questo caso a Mike Rockwell, che riporterà a Riccio i frutti del lavoro di oltre un migliaio di ingegneri impegnati nel rendere realtà i visori AR/VR di Cupertino.

Nella conclusione del suo post, Gurman parla anche di altri cambiamenti riguardanti i team hardware all’interno di Apple: Johny Srouji, che ha sinora seguito lo sviluppo dei SoC nonché dei prossimi modem 5G “in casa”, sta estendendo le sue responsabilità esecutive anche ad altri componenti, tra cui schermi e fotocamere. L’obiettivo dichiarato di Apple è ridurre quanto più possibile la dipendenza da fornitori terzi, auspicando di continuare a replicare gli ottimi risultati raggiunti con gli M1, che hanno aperto la strada al graduale abbandono di Intel sui Mac.