Recensione Sony PZ 16-35mm F4 G, compatto e leggero grandangolo tuttofare

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Maurizio Bigalli, Roberto Vigna, Luca Rosano, Lorenzo Rossini, Marzio De Cristofaro, Massimo Tofanelli, Alessandro Tognoni, Ivan Dama, Paola Bellini, Enrico Carangi, Luca Bozzini.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Il catalogo di obiettivi Sony è già il più vasto tra i sistemi mirrorless full-frame, ma continua a crescere senza sosta. Dopo aver coperto tutte le principali focali e tipologie di lenti, stanno arrivando alcune seconde generazioni, come il 70-200 GM II, e anche delle varianti che introducono nuove funzionalità per soddisfare esigenze diverse, come il trittico di compatti 24-40-50mm G ideali per la mobilità.

Oggi Sony presenta il nuovo obiettivo zoom PZ 16-35mm F4 G, ovvero uno grandangolo con apertura costante, PowerZoom e tante funzioni extra. Ha apparentemente caratteristiche analoghe al già presente Sony FE 16-35mmm F4 Zeiss OSS, ma più si scava e più si scoprono le differenze tra i due. Avendo entrambi sotto mano per pochi giorni proverò a metterli a confronto in più occasioni durante la prova, iniziando con uno schema riepilogativo delle principali specifiche tecniche.

Caratteristiche Sony FE 16-35 ZA OSS Sony FE PZ 16-35 G
Mount Sony E/FE Sony E/FE
Formato Full-Frame Full-Frame
Focali Full-Frame 16-35mm 16-35mm
Focali APS-C 24-52,5mm 24-52,5mm
Massima apertura F/4 (costante) F/4 (costante)
Minima apertura F/22 F/22
Numero lamelle 7 7
Lamelle circolari
Distanza minima AF 16mm 28cm 28cm
Distanza minima AF 35mm 24cm
Massimo ingrandimento 0,19x 0,23x
Diametro filtri 72mm 72mm
Stabilizzazione ottica No
Power Zoom No
Switch AF/MF No
Ghiera apertura No
Click switch apertura No
Iris Lock No
Peso 518 g 353 g
Dimensioni 78 x 98,5 mm 80,5 x 88,1 cm
Serie ZA G
Pulsante personalizzabile No
Motore AF XD Lineare
AF interno
Zoom interno No
Lenti speciali 3 ED
1 AA
1 ED Aspherical
1 Super ED
2 AA
Rivestimento ZEISS T* (T-star) multi-coating
Costruzione Metallo Plastica
Tropicalizzazione
Prezzo (marzo 2022) 1000€ (circa) 1500€

Costruzione

Sony ha puntato a realizzare un obiettivo estremamente compatto e leggero. L’uso di plastiche sul barilotto e le dimensioni più contenute, lo rendono molto più comodo da trasportare e ben più bilanciato sul corpo macchina rispetto al precedente Zeiss. È soprattutto il peso a fare la differenza, scendendo da 518 a soli 353 grammi. Attaccato su una Sony A7 IV quasi non si sente, offrendo un perfetto equilibrio che non stanca mai. Il fatto che sia leggero non dà una sensazione di scarsa qualità per via del buon assemblaggio, da questo punto di vista ricorda il 20mm F1.8G.

Sia la messa a fuoco che lo zoom avvengono internamente, senza estensioni del barilotto e con l’elemento frontale che non ruota. Oltre alla migliore stabilità su gimbal ciò è utile per l’utilizzo di filtri in cui l’orientamento è importante, ad esempio coi polarizzatori o quelli graduati.

Ricco di funzioni

Si fatica a trovare uno spazio non utilizzato sul corpo di questo obiettivo per via delle tantissime funzionalità di cui dispone. Iniziando dalle ghiere: quella più vicina alla lente controlla il fuoco, quella subito sotto lo zoom. Utile che queste abbiano un diametro differente, quindi si riconoscono facilmente al tatto, ma mentre si aziona lo zoom è piuttosto facile urtare quella di messa a fuoco.

Tutte e due le ghiere sono di tipo elettronico e, per il fuoco, la funzionalità di andamento lineare restituisce un funzionamento più simile a quelle meccaniche, dandoci la possibilità di replicare i cambi di fuoco con le medesime rotazioni. Rimane giusto il fatto che non abbia un fine corsa, ma ormai ci siamo un po’ abituati a questo. Certamente più insolito è trovarsi una ghiera elettronica anche per lo zoom, ma la cosa dipende dal fatto che questo sia un obiettivo PowerZoom.

Il motore interno consente di modificare la lunghezza focale in modo completamente silenzioso, tramite la ghiera o con il selettore posto sul lato sinistro del barilotto. Con alcune fotocamere, come la ZV-E10, si può anche usare la levetta intorno al pulsante di scatto. Lo zoom avanza con una velocità che varia in base a quanto spostiamo la leva, offrendoci la possibilità di creare dei movimenti dinamici.

Agendo sulla ghiera di zoom elettronica si può notare un certo scollamento tra la rotazione ed il suo effetto. I risultati sono prevedibili, ma se effettuiamo una rotazione che supera la massima velocità dello zoom questo terminerà in ritardo. Diciamo che se con gli obiettivi dotati di zoom meccanico l’espressività migliore si ottiene con la ghiera, con quelli motorizzati è forse più efficace la leva. Ad ogni modo i risultati sono diversi e c’è a chi può servire (o piacere) l’una o l’altra modalità. A me lo zoom motorizzato ricorda molto la TV o i documentari, ed è un effetto che a volte si può ricercare.

Da notare che quando modifichiamo lo zoom elettronicamente la fotocamera ci mostra in alto a destra la lunghezza focale che abbiamo raggiunto, cosa che ho trovato piuttosto utile. Mi dispiace che questa informazione non venga visualizzata anche con gli altri obiettivi non PowerZoom, perché in fondo la fotocamera la possiede e consente di selezionare con più precisione una lunghezza focale anche senza distogliere l’attenzione dallo schermo.

Dopo la levetta si trova il classico pulsante personalizzabile delle lenti serie G e, in basso, lo switch AF/MF. Quest’ultimo mi è sembrato più scomodo da raggiungere rispetto al solito, perché la leva di zoom ha spostato tutto più giù del solito, ma è sempre utilissimo da avere e nel modello Zeiss non c’era.

La ghiera delle aperture è un’altra costante della nuova produzione Sony ed è presente anche qui con due switch dedicati sul lato destro del barilotto. Il primo è l’iris lock, il quale consente di bloccare la ghiera nello stato A o in quello delle aperture manuali. Il secondo è l’ormai classico click switch, che rende la ghiera fluida e liscia nel cambio apertura.

Distorsione

Alla minima focale di 16mm gli scatti in RAW del nuovo obiettivo presentano una vistosa distorsione a barilotto. È superiore rispetto a quella dello Zeiss alla stessa focale, ma l’angolo di campo reale è più ampio. Questo gli consente di avere il margine necessario a far compensare la distorsione in camera rimanendo ancora leggermente più ampio dello Zeiss.

A 24mm la distorsione rimane a barilotto ed è più contenuta, ma soprattutto diversa rispetto allo Zeiss che all’esterno è a cuscinetto.

Arrivando a fine corsa, sia il 16-35mm G che lo Zeiss presentano un po’ di distorsione a cuscinetto, corretta bene già in camera e semplice da rimuovere anche in post-produzione partendo dal RAW. Da notare che il nuovo obiettivo presenta un maggior angolo di campo a tutte le focali, anche se è a 16mm che si nota di più.

Vignettatura

La caduta di luminosità ai bordi è visibile a 16mm a tutta apertura, forse leggermente più pronunciata rispetto all’obiettivo Zeiss. Raramente rappresenterà un problema e si riduce rapidamente sia chiudendo il diaframma che aumentando la lunghezza focale.

Qui ho portato in alto l’esposizione per evidenziare più nettamente la caduta di luminosità

Flare e aberrazione cromatica

Entrambi gli obiettivi hanno un rivestimento anti-riflesso e l’efficacia contro il flare mi è parsa simile. In condizioni molto sfavorevoli si presenta perdita di definizione nelle aree con sorgenti di luci forti e anche un po’ di ghosting, che può essere superiore nel 16-35mm G in alcune condizioni. Con il nuovo obiettivo mi è stato però più facile ottenere la tipica stella scattando contro luce.

L’aberrazione cromatica laterale è presente, ma piuttosto ben controllata. Rispetto al precedente Zeiss risulta meno vistosa e soprattutto più facile da contrastare in post-produzione.

Messa a fuoco

Il Sony PZ 16-35mm F4 G mantiene la distanza di fuoco anche mentre si effettua lo zoom, una caratteristica molto utile mentre si registra un video ma anche quando si scattano foto. È inoltre molto più reattivo nell’AF rispetto al precedente Zeiss, sia nei cambi che nella conferma di messa a fuoco (lo Zeiss tende sempre a fare un movimento vistoso anche se il soggetto è rimasto alla stessa distanza).

Altro vantaggio del nuovo obiettivo è che presenta un ridottissimo focus breathing, quindi andando avanti e indietro con il fuoco l’immagine rimane piuttosto stabile e non si introducono vistosi cambiamenti dell’angolo di campo, cosa che invece affligge più evidentemente lo Zeiss.

Qualità d’immagine

Inizio col dire che il 16-35mm F4 OSS Zeiss a 16mm presenta un vistoso calo di definizione nell’area più esterna del fotogramma (e nel mio esemplare molto più sulla destra che sulla sinistra). Questa non migliora subito chiudendo il diaframma, bisogna arriva a f/11 perché anche quell’area risulti perfettamente nitida, mentre salendo a 20mm e ancor di più a 24mm, il problema non si presenta e già ad f/4 c’è una buona incisività su tutto il frame. Il nuovo PZ 16-35mm G è di tutt’altra pasta, molto più coerente fin dai 16mm anche a tutta apertura. Si può scattare tranquillamente ad f/4 ottenendo immagini ben definite ovunque. Chiudendo si apprezza un piccolo miglioramento giusto ai bordi, con il massimo intorno a f/9, mentre da f/13 si introduce un po’ di diffrazione. Complessivamente i risultati sono davvero buoni per un obiettivo zoom grandangolare e rimangono consistenti su tutta l’escursione.

Conclusione

Voto 4,5/5Il Sony FE PZ 16-35mm F4 G sarà in vendita a breve con un prezzo di listino di 1500€, che è praticamente lo stesso che aveva il 16-35mm F4 ZA OSS al momento del lancio, anche se quest’ultimo oggi si trova poco sopra i 1000€ dato che ha qualche anno alle spalle. Se si è interessati a queste caratteristiche è chiaro che ci si troverà di fronte ad una nuova scelta ed è per questo che ho cercato di enfatizzare le differenze tra i due obiettivi quando le ho trovate. Il precedente Zeiss lo possiedo ed uso da diverso tempo ed è certamente valido, ma se dovessi scegliere oggi preferirei certamente il nuovo arrivato. È più leggero e compatto, la qualità ottica è superiore, offre molti più controlli e, anche se non sento la necessità del PowerZoom, ci sono situazioni in cui potrei usarlo ed apprezzarlo. Nel passaggio dovrei dire di no alla stabilizzazione, ma ecco come la penso: non mi cambia niente. È una questione molto personale e che poggia le radici sul fatto che principalmente uso questo obiettivo per il video, e vi dirò che lo Zeiss la disabilito quasi sempre. Il motivo è che non esiste allo stato attuale la possibilità di attivare solo la stabilizzazione ottica e non quella sul sensore, che oramai è presente in tutti i corpi Sony da diversi anni. E con l’IBIS su focali sotto i 30mm l’IBIS introduce delle distorsioni prospettiche molto fastidiose e impossibili da correggere. Per questo motivo tendo a girare con la stabilizzazione disabilitata e un po’ di attenzione in più, andando al massimo a sfruttare la stabilizzazione in post tramite l’app Sony Catalyst Browse (presente da A7c in poi, se ben ricordo). C’è anche da considerare che introducendo l’OSS l’obiettivo non sarebbe potuto essere così compatto e leggero, sarebbe potenzialmente costato di più, pesi ed ingombri sarebbero stati superiori e con la complessità maggiore ci sono spesso anche ricadute negative sulla qualità d’immagine. Complessivamente credo si tratti di un’ottima aggiunta nell’ormai vastissimo catalogo di obiettivi Sony.

PRO
PRO Costruzione leggera, ma convincente
PRO Davvero compatto per le specifiche
PRO Luminosità costante
PRO Lente frontale non rotante, zoom e fuoco interno
PRO AF veloce, senza rumore o vibrazioni
PRO Aberrazione cromatica laterale contenuta
PRO PowerZoom
PRO Mantiene la distanza AF durante lo zoom
PRO Pochissimo focus breathing
PRO Molti controlli sul corpo
PRO Buona definizione già a TA

CONTRO
CONTRO Parecchia distorsione a 16mm (ma è ben corretta dall’elettronica)

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Non c’è la stabilizzazione ottica (rispetto alla versione Zeiss)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.