Recensione Monitor Samsung M8: lo schermo che pretende di far tutto

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Nel segmento dei monitor per computer è davvero difficile vedere qualcosa di nuovo ed interessante. Se escludiamo il settore del gaming, dove si gioca col design, con LED RGB e frequenze di refresh sempre più elevate, il resto è tutto piuttosto banale. Con linee antiquate e materiali costruttivi scadenti. In questo panorama Apple si distingue nettamente per una produzione di qualità, con linee pulite, strutture in metallo ed elevata ingegnerizzazione, ma il più economico monitor che realizza è lo Studio Display: un 27″ 5K che costa ben 1799€ nella versione base.

Il prezzo è alto, non c’è dubbio, ma sono le scelte progettuali a renderlo tale. Non a caso il monitor Samsung ViewFinity S9 5K 27″, che lo copia nel design come per le specifiche di cartellino, costa comunque 1599€ ed ha diverse caratteristiche di minore qualità, come per l’audio, webcam, qualità costruttiva. Fortunatamente non tutti hanno il pallino dei 5K, perché per risparmiare un po’ è necessario optare per un più comune monitor 4K. Non approfondirò qui le differenze, i pro i contro delle due soluzioni, ma se siete interessati potete approfondirle nel mio articolo “sfatiamo il mito delle risoluzioni Retina“.

In estrema sintesi, si tratta di scendere a patti: il 5K sul 27″ ci fa avere una riproduzione Retina nativa 2x, ma costa tanto e ci sono poche opzioni. Il 4K UHD ci fa risparmiare tanto, offre molte più alternative in fase di scelta e la resa non è così inferiore come alcuni pensano. Ripeto, non approfondiamo qui la questione: se dovete commentare su questo specifico argomento fatelo nell’articolo dedicato. In più c’è un altro problema da considerare, ovvero che molti (me incluso) hanno bisogno di diagonali più ampie. Personalmente mi trovo bene con i 32″ e per garantire su questi la riproduzione Retina 2x ottimale serve un pannello 6K. Come quello del Pro Display XDR… che però parte da 6698€ (considerando lo stand).

Ho usato per anni due monitor 27″ affiancati, ma lo trovo molto dispersivo e bisogna sempre considerare un costo doppio (che nel caso dello Studio Display sarebbe davvero alto). Ho provato anche i monitor 21:9, ma lì la risoluzione è generalmente insufficiente per usare anche rapporti di riproduzione Retina non interi (inferiori al 2x). Inoltre, non mi piace proprio il formato, che trovo del tutto inutile nei software professionali che utilizzo nel campo della fotografia e del video, dove è più comodo avere spazio in altezza e sarebbe addirittura preferibile un formato 3:2 rispetto al 16:9.

Fatte tutte queste lunghe premesse, l’unica soluzione comoda per me è quella dei monitor 32″ 4K UHD, ed utilizzo questi da diversi anni. In particolare il BenQ PD3220U che è specifico per Mac ed ha buona qualità costruttiva con un pannello superiore alla media, calibrato per singola unità direttamente in fabbrica. Nella ricerca di un altro monitor per una postazione secondaria, mi sono imbattuto nel Samsung Smart Monitor M8, che ricorda molto l’Apple Studio Display e che ha proprio quelle caratteristiche. Preciso subito che questa recensione è relativa al modello 2023, che sembra identico al 2022 salvo per alcune funzioni come il Gaming Hub (che vedremo più avanti).

Iniziamo col dire che l’esperienza di unboxing del prodotto è un po’ deludente, nel senso che a dispetto di linee pulite e moderne, si presenta ancora con la classica scatola di elementi disposti a puzzle e difficile da rimettere insieme. In compenso l’ingombro è poco e potrà essere riposta in cantina facilmente (cosa che conviene fare almeno per i due anni di garanzia). L’assemblaggio del monitor è piuttosto semplice, poiché costituito da tre elementi: la base, l’asta e il monitor stesso. Si attacca l’asta alla base tramite una semplice vite a croce e poi si incastra il retro del monitor nei denti di aggancio. Ovviamente si potrà anche attaccare a parete grazie al supporto VESA standard, ma si perderà parte del fascino del prodotto.

Il design è infatti un elemento riuscito e di sicuro richiamo. In un mondo fatto di monitor tutti neri e banali, Samsung ha “preso spunto” dallo Studio Display per la forma del piedistallo e dall’iMac 24″ per le colorazioni. Lo Smart Monitor M8 si può infatti scegliere in bianco, rosa, azzurro e verde (che è quello che ho preso io). Direi molto riuscita anche la colorazione con effetto gessato, originale e piacevole. Purtroppo solo la base del monitor è in metallo, tutto il resto è interamente in plastica. Vero che non si passa il tempo a toccare il monitor, ma ha quel fastidioso effetto per cui traballa quando si muove un po’ la scrivania.

In dotazione c’è una webcam esterna che si attacca magneticamente su una connessione proprietaria nel retro del pannello. Frontalmente si vedrà un piccolo cilindro con l’ottica frontale, che dispone anche di coperchio di sicurezza. La webcam sembra potersi inclinare leggermente, ma in realtà è del tutto inutile.

Se si porta verso l’alto si disattiva, se si porta in basso non mantiene la posizione. È questo è un bel problema perché punta decisamente troppo al di sopra della nostra testa. Inoltre, la qualità della ripresa è bassa e anche quella del microfono lascia un po’ a desiderare.

Tutte le connessioni si trovano sul retro, nella zona centrale. Abbiamo un input HDMI ed uno USB-C, ma è necessario quest’ultimo per far funzionare la webcam e l’hub di due porte USB-A posteriori. L’ultima porta è una DC da 20V, cui si collega il grosso e pesante alimentatore. In alcuni setup non sarà un problema nasconderlo, certo è che la soluzione integrata dello Studio Display è molto più raffinata e comoda. Così come sono più comode le porte laterali, perché quelle centrali sono difficili da raggiungere e scarsamente visibili coperte dal piedistallo del monitor.

Lo stand offre sia la rotazione a 90° (pivot) che la regolazione in altezza, cosa fondamentale per garantire una buona ergonomia e che Apple si fa pagare a parte. Mentre si adatta la posizione del monitor si nota la sua fragilità costruttiva e i movimenti sono tutt’altro che lisci e piacevoli. Si può anche inclinare un po’ in alto o in basso, ma ovviamente non ruota rispetto la base vista la sua struttura a L rigida.

Cosa significa Smart Monitor

Solitamente i monitor mostrano schermo nero finché non c’è una sorgente collegata, come un computer o una console. Gli Smart Monitor di Samsung, invece, vivono di vita propria. Un po’ come il MateView 28,2″ che ho già recensito e in realtà molto di più. Questo significa che il primo avvio non consiste nella semplice pressione di un tasto ma richiederà numerosi passaggi. Prima di tutto ci si deve collegare ad una rete Wi-Fi, secondariamente si dovrà associare il monitor al proprio account SmartThings tramite l’app. In realtà si può fare tutto anche con il telecomando in dotazione, ma sarà molto più lungo e tedioso. Il telecomando assomiglia a quelli delle TV Samsung, è solo un po’ più semplice e piccolo, ma ha il vantaggio della ricarica via USB-C.

In fase di attivazione si può anche scegliere un assistente vocale, compreso ovviamente Samsung Bixby, ma io ho preferito optare per Alexa. Quindi il monitor si può controllare per via domotica, ma è anche possibile impartirgli dei comandi per la nostra casa smart come fosse un dispositivo Echo.

Una volta conclusa la procedura di attivazione, ci si presenterà la schermata principale del monitor, che è divisa in alcune sotto sezioni. Nell’area workspace si vedranno le uscite video disponibili, sia quelle cablate che wireless. Il monitor supporta la condivisione schermo senza fili da Windows, AirPlay 2 per macOS, iOS e iPadOS, nonché DeX wireless per i dispositivi Galaxy.

Una cosa molto fastidiosa è che collegando sia un computer sulla USB-C che uno sulla HDMI verranno identificati con un generale “PC” senza possibilità di sapere almeno quale dei due derivi da una o l’altra connessione. Per risolvere bisogna entrare nel menu dispositivi connessi e rinonimarle manualmente in modo da identificarle.

Con due segnali in entrata si può lavorare con divisione schermo o PiP, cosa che si può fare anche associando ad uno o ad entrambi gli ambienti delle app native del monitor. Considerate però che usare il browser nativo oppure delle app che si basano su questo, come ad esempio Microsoft 365, è un’idea bellissima poco praticabile. Questo perché l’hardware interno ha molta poca potenza e lo si nota eseguendo un test con speedometer 2.0.

La sezione Gaming si è rivelata più interessante del previsto, perché si possono usare servizi cloud come Xbox Game Pass o NVIDIA GeForce Now. Io ho utilizzato il primo dei due e l’esperienza è stata decisamente appagante. Salvo un po’ di lentezza nella UI, una volta partito il gioco è stato sempre molto fluido anche lavorando interamente via wireless. Ovviamente si possono abbinare facilmente dei controller via Bluetooth e questi funzionano anche per navigare nell’interfaccia software del monitor.

Nella sezione Media si potranno scaricare tutte le app di streaming video che sono presenti sulle ultime TV Samsung dotate di Tizen, quindi Prime Video, Netflix, Now, AppleTV+, Plex, Disney+, YouTube, DAZN e tante altre. Qui il funzionamento è molto semplice, esattamente come quello di una TV tradizionale. Manca un ingresso per l’antenna cablata, ma ci sono tanti canali interessanti su Samsung TV Plus in chiaro, che devo dire non sono affatto male da avere.

Caratteristiche e limitazioni

Trattandosi di uno schermo piuttosto standard con risoluzione UHD e frequenza di 60Hz, l’utilizzo è immediato e semplice sia su Windows che su macOS. Sul primo si lavorerà a risoluzione nativa con un fattore di scala a scelta per i testi (di default è 150%), con il secondo la situazione è un po’ più complicata. Si può lavorare con un fattore di scala Retina 2x, ovviamente, ma la scrivania sarà equivalente ad un Full HD, quindi con contenuti molto grandi (esattamente come su Windows impostando i contenuti a 200%).

La seconda opzione è quella di lavorare con scrivania equivalente al QHD, ovvero 2560 x 1440 px, con fattore di scala 1,5x. Non sarà un rapporto intero, ma inizia ad essere più interessante ed equivale quello proposto di base da Windows con i testi al 150%. Personalmente, però, preferisco lavorare con una risoluzione simulata di 3008 x 1692, che offre molto più spazio senza sacrificare la visibilità dei contenuti.

Retroilluminazione al buio del pannello

Il problema con lo Smart Monitor M8 non è tanto nella risoluzione, ma nella qualità dello schermo. Si tratta infatti di un pannello VA che offre un buon contrasto, ma scarsi angoli di visualizzazione ed un vistoso color shift. Si nota addirittura quando siamo di fronte allo schermo e giriamo la testa verso gli angoli, visto che il display è bello grande. Non è del tutto pessimo, però se si è abituati alla resa dei monitor IPS si avvertirà subito qualcosa di fastidioso.

La luminosità massima di 400 nit è nella media, generalmente adeguata all’uso da computer, e c’è il supporto per HDR10+ (ma non quello Dolby Vision). La qualità, però, non è molto elevata. In particolare i colori risultano un po’ slavati e anche una calibrazione non è riuscita a far miracoli. Dai miei test con sonda Datacolor è risultato avere una copertura del 100% sRGB, 79% AdobeRGB e solo 82% P3 (la casa dichiara 90%). Altra cosa fastidiosa riscontrata è una sorta di effetto scia, visibile soprattutto nel trascinamento di elementi sottili come testi.

Va anche detto che ci sono pochissime regolazioni possibili, al pari di un TV base gamma. A parte dei profili standard poco convincenti, abbiamo essenzialmente luminosità, contrasto, nitidezza, colore e tinta. In sintesi direi che si può ampiamente escludere l’uso per chiunque lavori per passione o professionalmente su foto e video.

Altro aspetto negativo riguarda gli speaker integrati, i quali hanno una qualità davvero bassa. Non credo che nessuno possa considerarli accettabili, a meno che non si usi il monitor giusto per l’ufficio con mail, documenti di testo e fogli di calcolo. Per risolvere si possono collegare speaker Bluetooth al monitor, ma non è sempre la soluzione migliore considerando la gestione della batteria e il potenziale lag. Quindi, saremo tendenzialmente obbligati ad usare casse esterne cablate, solo che sul monitor non c’è l’uscita audio. Le casse si possono collegare al computer oppure ad una delle due porte USB-A posteriori del monitor, ma solo se la sorgente è un computer connesso via USB-C.

Conclusione

Secondo me, l’idea alla base del Samsung Smart Monitor M8 è validissima. Intanto porta un po’ di colore ed un design più carino nel grigio mondo dei monitor – e poco importa se la linea è chiaramente ispirata all’iMac. Poi l’idea del prodotto multifunzione mi sembra avere una serie di applicazioni concrete interessanti, come nelle camere di ragazzi e ragazze quando non c’è spazio per avere sia un monitor che una TV, oppure negli studi di professionisti, dove può offrire qualche piccola pausa di svago tra un lavoro e un altro. Senza contare che con AirPlay può essere convertito in pochi istanti in uno schermo su cui condividere diapositive, foto e video.

I problemi di questo schermo non sono tanto nell’idea, quanto nella realizzazione. A prescindere dalla qualità costruttiva, che non a tutti può interessare, la qualità del pannello, della webcam, dei microfoni e delle casse integrate è, in generale, solo sufficiente. Poi trovo molto gratificante che l’azienda abbia fatto tutto il possibile per rendere onore alla parola “smart”, aggiungendo quante più funzioni possibili, ma il risultato finale raramente convince. Passino lo streaming video (audio a parte) e il gaming in cloud (con cui mi sono divertito), ma l’interfaccia è dispersiva e a volte tentenna. Quando poi si utilizza il browser o Microsoft 365, ci si rende conto che l’hardware interno non è in grado di gestirli adeguatamente.

Samsung ha fatto l’esatto contrario di Apple con lo Studio Display, dove c’è un chip molto performante che però viene sostanzialmente sprecato. Pensate che lì non si può neanche usare AirPlay che è nativo dell’azienda, mentre è supportato sullo Smart Monitor M8. Tuttavia, forse Samsung avrebbe fatto meglio a concentrare le sue attenzioni su un numero minore di caratteristiche fatte meglio. Rimane un prodotto interessante per alcuni casi specifici di utilizzo, in particolare dove si apprezzi il design o le funzioni smart, ma nel complesso presenta una serie di qualità mediocri proprio dove è importante: nella qualità del pannello e dell’audio integrato.

PRO
PRO Bel design
PRO Piacevole la scelta di colorazioni pastello
PRO Sistema pratico per collegare la webcam
PRO Il gaming hub è un’aggiunta molto interessante e funziona bene
PRO Si possono abbinare controller Bluetooth per giocare
PRO Possibilità (teorica) di usare app web come Microsoft 365 e Teams
PRO Per lo streaming video c’è di tutto e di più
PRO Offre anche Samsung TV Plus con canali in chiaro
PRO Comodo il telecomando per l’uso da Smart TV
PRO Supporto per estensione schermo da Windows, AirPlay e DeX wireless
PRO In generale è una bella idea quella dello Smart Monitor
PRO Costo contenuto

CONTRO
CONTRO La qualità del pannello VA è mediocre in termini di resa colore
CONTRO Soffre di color shift
CONTRO Le casse integrate hanno una qualità molto bassa
CONTRO Manca una uscita da 3,5mm
CONTRO La webcam si orienta male e non si vede molto bene
CONTRO La webcam funziona solo con il computer collegato via USB-C
CONTRO Il microfono integrato è insufficiente
CONTRO Le prestazioni non sono sufficienti per l’uso di app come Microsoft 365
CONTRO A volte non si riesce a svegliare tramite il portatile connesso
CONTRO Quando si utilizzano sdoppiamento schermo, PiP o altre funzioni, può non rispondere più ai comandi per un po’

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.