Il MacBook Pro 16″ è una vera evoluzione oppure risolve solo i problemi del 15,4″?

La sensazione diffusa circa i nuovi MacBook Pro 16″ è che Apple abbia finalmente ascoltato i suoi utenti. È l’azienda stessa ad averlo “suggerito” ma se ne ritrova un effettivo riscontro nei fatti. Prendiamo il modello base, ad esempio, che ha mantenuto lo stesso prezzo del precedente pur con l’arrivo di uno schermo leggermente più grande, batteria più capiente, raddoppio della capacità del disco, una tastiera riprogettata, migliore areazione ed una GPU finalmente valida. Può sembrare scontato che un nuovo modello apporti migliorie, ma non sempre sono così importanti. Anzi, da quando il MacBook Pro 15,4″ Thunderbolt 3 è arrivato nel 2016, sostituendo il precedente Retina, si è proceduto a piccolissimi passi. La versione base in particolare era davvero scarna, sia per i miseri 256GB di storage che per le GPU al limite dell’accettabile. E quando nel 2018 sono arrivate in opzione le Vega 16 e Vega 20, si doveva prima selezionare il modello top di gamma più costoso con CPU e disco superiore solo per avere il privilegio di spendere ulteriori soldi (mi pare 350€) per una scheda grafica decente.

Parte della colpa va certamente al partner storico AMD, che sul fronte GPU sta faticando parecchio a tener testa a NVIDIA. Ma è stata Apple a proporre un insensato mantenimento delle vecchie soluzioni come predefinite e ad obbligare i potenziali interessati alla Vega 20 a spendere molti più soldi. Mentre ora la GPU più potente e con 8GB di memoria dedicata si può acquistare anche partendo dal modello base e con un sovrapprezzo di 240€ che appare assolutamente sensato.

Un tempo io lavoravo spesso sul MacBook Pro 15,4″ e per un periodo ho avuto solo quello, collegato a due diversi schermi a casa e in ufficio. Poi le mie esigenze sono aumentate e con l’offerta di prodotti Apple sono stato obbligato ad indirizzarmi sui computer desktop della serie Pro. Mi sarebbe piaciuto avere un portatile su cui poter montare un video non per forza con Final Cut Pro X, ma per acquistare un MacBook Pro di questo tipo dovevo spendere circa 4000€ e rimanere comunque insoddisfatto. Per questo ho iniziato a vedere il portatile come un gingillo per attività semplice ed ho considerato per la prima volta i Pro 13″ e poi addirittura l’Air nuovo (recensione). In questo frangente ho anche usato dei portatili Windows carrozzati, in particolare uno di HP, ma onestamente non mi ci sono trovato per niente bene. Mi piace lo stile del Surface Pro 3 15″ (recensione) però non ha soluzioni grafiche molto potenti e comunque se posso lavorare su macOS lo preferisco.

E arriviamo finalmente alla sorpresa di questo mese con i MacBook Pro 16″. Stando alla classica politica di Apple, attuata ad esempio con l’arrivo degli schermi Retina sia su portatili che desktop, c’era da temere che questo computer fosse posizionato per un po’ al di sopra del 15,4″, sia come specifiche che prezzo, per poi sostituirlo sul lungo periodo. Per fortuna non è stato così. O almeno non per quanto riguarda il prezzo mentre le specifiche sono in effetti migliorate a tutto tondo. In questi giorni sto leggendo alcune informazioni oltreoceano in attesa che mi arrivi il mio 16″ ed ho notato diverse cose interessanti.

La prima è che la AMD 5300M del modello base in moltissimi campi supera la top Vega 20 dello scorso anno. A parità di prezzo sarebbe legittimo, ma qui si tratta di soluzioni adottate in computer con costi molto diversi date le precedenti limitazioni, dunque all’atto pratico per noi acquirenti è un salto gigante. Inoltre questo significa che la 5500M si appresta ad essere davvero valida. Non aspettatevi GPU entusiasmanti in senso assoluto ma rispetto a quello che c’era prima sì e rispetto all’ecosistema Apple era da secoli che non si vedevano soluzioni valide nei portatili a cifre adeguate.

La seconda riguarda la tastiera, che oltre ad essere ritornata su un sistema tradizionale a forbice ha recuperato anche un’altra grande comodità, quella di sostituire i keycaps singolarmente. Comodità anche per Apple dato che con i precedenti modelli per cambiare un tasto difettoso dovevano sostituire l’intero top case.

La terza è che a fronte di alcuni piccoli passi indietro o comunque “correttivi”, come per il ritorno del tasto Esc fisico o di quelli freccia a T capovolta, il computer rimane sostanzialmente in scia con il precedente. Dunque non c’era modo di rivedere un lettore SD o addirittura porte diverse da USB-C/T3. E allo stesso tempo sembra ormai impossibile il ritorno di soluzioni modulari che garantiscano upgrade, infatti anche il teardown di iFixit ha confermato che tutto è come prima: saldato sulla scheda logica.

Ma guardate quanto sono piccoli i componenti in questione. Non sono ovviamente quelli standard per poter occupare così poco spazio. Ciò non toglie che, volendo, si sarebbe potuta garantire una maggiore apertura. Ad esempio nel Surface Laptop 3 almeno il disco non è saldato. Poi certo sono delle soluzioni non esattamente standard e dunque costeranno più della media dei classici NVMe/SATA 2280 da desktop, ma sapere che tra tot anni si potrà aumentare il disco o anche solo sostituirlo in caso di danneggiamenti, è davvero una gran cosa.

Scheda logica del MacBook Pro 16″ @ iFixit: in arancione unità flash 512GB

In passato quando mi sono lamentato dei MacBook Pro 15,4″, del loro rapporto qualità/prezzo svantaggioso, delle GPU pessime e l’areazione ridicola, mi sono preso diversi insulti anche qui su queste pagine. Perché come c’è chi non aspetta altro che insultare Apple e il suo operato, c’è chi la deve sempre giustificare. Ma lamentarsi ogni tanto serve a qualcosa e guardando oggi il MacBook Pro 16″ se na ha una prova concreta. Dunque non vedo l’ora di provarlo, sperando che si dimostri capace di sopportare un po’ di serio lavoro in mobilità, ma inizio a chiedermi anche se non sia il caso di evidenziare comunque con veemenza i margini di miglioramento. Certo è normale che si parli anche dei lati negativi di un prodotto quando lo si recensisce (o almeno dovrebbe essere normale…) ma è proprio il nostro approccio che forse deve cambiare.

Negli ultimi 10 anni Apple ci ha ascoltato sempre meno ma inizio anche a pensare che l’apporto di Ive fosse davvero negativo per noi che volevamo sostanza in una bella veste e non una bella veste… e basta. Infatti di recente il vento è cambiato. Per cui ve lo anticipo, su questo 16″ voglio essere “cattivo”. Certo so già di essere contentissimo delle novità, tant’è che non acquistavo un Pro “grande” di Apple dal 2016, ma anche se avessero risolto i tanti problemi cercherò di ricordarmi questo: erano problemi. Se la tastiera attuale non si rompe o se il disco base è diventato sufficiente è giusto essere “contenti”, ma sistemati i vari difetti è il caso di guardare avanti e puntare ai prossimi traguardi di miglioramento.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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