Finalmente è arrivato. Un’attesa un po’ più lunga del previsto, speravamo di poterlo avere già martedì ma purtroppo non sempre tutto fila perfettamente liscio e in mezzo c’è stato anche un cambio di corriere. Ne è valsa comunque la pena aspettare, da spettatori abbiamo avuto modo di farci una prima idea che ci aiuterà a mettere alla prova per bene il nostro MacBook Air con SoC M1. Qui sotto potete trovare le prime impressioni a caldo sul nuovo arrivato; occorrerà pazientare ancora un po’ per la recensione completa, come sempre vogliamo testare i prodotti da cima a fondo, a maggior ragione se hanno una grossa portata storica come questo Mac, e come sempre il risultato finale non vi deluderà.

Nel frattempo, utenti e sviluppatori stanno approfondendo sempre più la conoscenza dei Mac M1, con una rapidità evolutiva che non si era vista ai tempi della transizione ad Intel (vero pure che l’ecosistema dell’epoca era molto diverso – allora il bacino d’utenza era sensibilmente inferiore, l’interesse delle software house pure e c’erano solo dei chiacchiericci su un telefono cellulare Apple, che avrebbe contribuito a portarci alla situazione odierna). L’elenco di applicazioni già ricompilate per ARM o in arrivo cresce sempre più; Rosetta 2 pensa intanto a gestire il resto, con risultati egregi. Non scherza nemmeno coi giochi, anche se in questo caso ci sono degli inevitabili compromessi in più nel ricorrere all’emulazione. Per capire se l’app o il gioco in esecuzione sono nativi oppure emulati, è sufficiente fare una visita a Monitoraggio Attività, dove i processi con architettura originale Intel verranno ben evidenziati. Va ricordato che siamo agli esordi della nuova era dei Mac: gli sviluppatori aumenteranno nel tempo i loro porting e gli aggiornamenti di macOS, a partire dalla 11.1 attualmente in Beta, porteranno ulteriori affinamenti a Rosetta 2, oltre che al sistema in generale.

La compatibilità Windows rimane un punto di domanda ed è probabile che sarà così ancora per un po’. Parallels e VMware stanno lavorando alle versioni Silicon dei loro software di virtualizzazione, ma anche quando saranno pronte dovranno sperare di poter contare sulla variante ARM di Windows 10, che a sua volta dovrà contare sull’emulazione per molte app (l’emulatore 64-bit è in arrivo sul canale Insider, preparandosi per il futuro debutto pubblico). Già oggi c’è però una possibilità, rappresentata da CrossOver, programma di CodeWeavers che permette appunto di eseguire su Mac applicazioni native per Windows, basato sul progetto open-source Wine. La nuova versione 20 è pronta per i Mac M1, s’integra con Rosetta 2 per la gestione dei software Windows compilati per Intel e sembra funzionare piuttosto bene, ma richiederà l’aggiornamento 11.1 di Big Sur per dare il meglio. Trattandosi sostanzialmente di un’emulazione nell’emulazione, non è una soluzione perfetta ma pur sempre da considerare in caso di necessità.

Un’altra possibilità che ci forniscono i nuovi Mac è l’utilizzo delle applicazioni per iOS, grazie all’architettura hardware condivisa. Apple lascia discrezione agli sviluppatori se prevedere o meno la propria app per iPhone/iPad anche sul Mac App Store e ci sono stati non pochi opt-out, vuoi per proteggere le più potenti versioni per macOS vuoi perché la specifica applicazione mal si concilia con un sistema a finestre che sfrutta tastiera e trackpad invece del tocco. Volendo, si può scavalcare questa limitazione installando il file IPA delle app, come dimostrato da The Verge. È una procedura semplice, che richiede sia l’utilizzo del software iMazing per ottenere gli IPA, rigorosamente associati al proprio ID Apple. Non si tratta di un supporto iniziale e i bug non mancano, perciò è più da considerarsi un esperimento.

Aggiornamento: abbiamo ricevuto, e volentieri pubblichiamo, un chiarimento da DigiDNA, l’azienda sviluppatrice di iMazing. Come dichiarato dal CEO Gregorio Zanon, le funzionalità di organizzazione e download delle app sono integrate nell’app da novembre 2017, rivolgendosi alla gestione di iPhone e iPad (al cui riguardo iMazing offre funzioni specifiche per backup, trasferimento dati e configurazioni in contesti aziendali). Il fatto che permetta di installare sui Mac con SoC M1 le app iOS esportate non è dovuto ad interventi su iMazing in sé, bensì al supporto nativo integrato nel sistema. Gli sviluppatori hanno facoltà di decidere se rendere disponibili o no sul Mac App Store le proprie app per iOS, ma a prescindere da ciò non vengono effettuate modifiche sui file IPA per impedirne eventualmente l’uso su Mac. È molto probabile che verranno effettuate delle modifiche da parte di Apple, che DigiDNA si augura possano evitare impatti sul download delle app in iMazing. Riportiamo sotto per completezza anche il commento originale in inglese.

“App management has been available in iMazing since November 2017. We did not do any particular adjustments to ensure that iOS apps exported from iMazing’s library would run on Apple Silicon Macs. It turns out that when developers choose whether or not to include their mobile app on the Mac App Store, no change is made to the app itself – the setting is purely a distribution toggle.
Hundreds of thousands of iMazing users depend on our app management feature to save bandwidth. Downloading an IPA just once and installing it multiple times saves time and energy, and is ecologically sound.  We understand that developers wish to control which platforms their apps run on. We’re also hopeful that Apple can find a way to limit which OS can run a specific IPA without altogether removing our ability to download apps.”

Infine, una nota sull’accesso al sistema di ripristino. Sui Mac con M1, non è più valida la combinazione di tasti Cmd+R all’avvio del computer. Il nuovo metodo è anche più intuitivo: è sufficiente accendere il Mac e tenere premuto il pulsante d’accensione per alcuni secondi. Meglio però evitare per il momento di effettuare il ripristino, visto che sembrano esserci dei problemi, in attesa di un doveroso bugfix.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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