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Non molti lo dicono, ma il Mac Studio è particolarmente simile per caratteristiche al Mac Pro 2013 di cui tanti si sono lamentati. Mi riferisco al noto cilindro – denominato anche portaombrelli o pattumiera – che è stato disprezzato per la carenza di aggiornabilità ed è stato anche l’ultimo col suo nome fino alla completa rinascita nel 2019, che lo ha collocato in un segmento di prezzo nettamente diverso. E dire che quello del 2013 non aveva praticamente nulla di saldato. La CPU Xeon era sostituibile (e l’ho fatto sul mio), la RAM era standard per i server e l’SSD aveva un suo slot PCIe. Giusto le GPU erano impossibili da cambiare perché custom nel formato. Allora dov’era il problema? Beh, principalmente nel fatto che non si potessero più aggiungere internamente delle schede di espansione, come si era potuto fare fino al modello a torre del 2012 che ereditava la sua struttura dall’ancora più lontano Power Mac G5 del 2003.
Il Mac Studio nato nel 2022 è ancora peggio sul fronte aggiornabilità. Una macchina blindata in cui il SoC è tutto in uno e le uniche aggiunte possibili sono all’esterno grazie alla connessione USB-C/Thunderbolt. Ciò che lo rende profondamente diverso del Mac Pro 2013, però, è Apple Silicon. Se quel computer aveva problemi di surriscaldamento e prestazioni a mala pena sufficienti per un professionista dell’epoca nelle configurazioni più spinte, oggi il Mac Studio base è già ampiamente sufficiente per carichi di lavoro intensivi. Il tutto nella silenziosità e mantenendosi sempre freso e responsivo. Cose che fanno tutta la differenza del mondo nell’uso reale del computer.
A distanza di 15 mesi del debutto sul mercato, nella WWDC23 Apple ha portato il Mac Studio al suo primo aggiornamento, che vede l’introduzione dei chip Apple Silicon di seconda generazione. Non cambia la struttura dell’offerta, sostituendo semplicemente la sigla M1 con M2 e mantenendo le due opzioni base e top con rispettivamente 32/512GB e 64/1TB. L’arrivo dei chip M2 Max e Ultra porta con sé incrementi nel numero dei core CPU/GPU e nelle prestazioni, Memoria Unificata fino a 192GB e anche il passaggio alla HDMI 2.1 per il supporto di monitor fino ad 8K e la gestione contemporanea di ben 6 monitor Apple Pro Display XDR 6K. Ahimè cresce anche il prezzo italiano, rispettivamente di 100€ e 150€ nelle versioni base e top.
Mac Studio | Early 2022 | Mid 2023 | ||
---|---|---|---|---|
SoC | M1 Max | M1 Ultra | M2 Max | M2 Ultra |
Core | CPU 10-core GPU 24-core Neural Engine 16-core |
CPU 20-core GPU 48 Neural Engine 32-core |
CPU 12-core GPU 30-core Neural Engine 16-core |
CPU 24-core GPU 60-core Neural Engine 32-core |
Memoria Unificata | 32GB | 64GB | 32GB | 64GB |
Memoria Massima | 128GB | 128GB | 192GB | 192GB |
Archiviazione | 512GB | 1TB | 512GB | 1TB |
HDMI | 2.0 | 2.0 | 2.1 | 2.1 |
Prezzo | 2349€ | 4649€ | 2449€ | 4899€ |
Rispetto al modello dello scorso anno ha un 25% di prestazioni in più nella versione M2 Max, mentre “solo” un 20% con M2 Ultra. Su quest’ultimo, però, la GPU migliora del 30%. Per entrambi il Neural Engine è più veloce del 40% a parità di core. Per fare un esempio concreto, Apple ha dichiarato che il tutto si traduce in un miglioramento del 50% delle prestazioni di DaVinci Resolve a parità di configurazione. Inoltre, la versione M2 Ultra del Mac Studio è in grado di gestire ben 22 flussi video 8K ProRes in contemporanea, cosa che a detto di Apple è un record non raggiunto da nessun altro computer al mondo.
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