Recensione MacBook Air 15″ M2: la produttività cresce, il prezzo no

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Il MacBook Air è stato per lungo tempo il computer più venduto in famiglia Apple. Mi riferisco a quello introdotto nel 2010, nelle versioni 11″ e 13″, perché il primo del 2008 è stato poco più di un costoso esperimento. L’ultimo di questa linea è durato fino al 2019 (il 13″, mentre il più piccolo ha lasciato le scene nel 2017) con pochi aggiornamenti e quasi tutti sotto la scocca; per un anno ha dunque condiviso la scena col nuovo design introdotto nel 2018. Proprio da lì sono iniziati i dolori, perché i chip Intel dell’epoca scaldavano troppo e l’unica ventola in quel computer non era neanche collegata alla CPU. Per questo in quel periodo ho sconsigliato vivamente l’acquisto dell’Air suggerendo di preferirgli il Pro 13″. Costava poco di più e non era molto più spesso, ma aveva un sistema di raffreddamento adeguato e non andava in palla ogni due secondi. Le cose sono cambiate nel tardo 2020, quando è arrivato Apple Silicon M1 e il MacBook Air è ritornato a splendere. Qui Apple si è potuta persino permettere di togliere l’unica ventola, ottenendo un computer completamente silenzioso e per nulla incline a surriscaldarsi e andare in throttling.

Il MacBook Air è il portatile più venduto del mercato

Il cambio di architettura ha completamente ribaltato gli equilibri tra questi due computer, rendendo sostanzialmente inutile il MacBook Pro 13″ e la sua ventola. In teoria questo potrebbe reggere carichi di lavoro più intensivi grazie al raffreddamento attivo, ma la differenza si nota solo con attività che non sono adatte ad essere realizzate con nessuna delle due macchine. Ovvero per l’uso ufficio, multimediale, audio, fotografico e persino video (con iMovie o Final Cut) non si vedono differenze. Si trovano leggermente nei rendering 3D o in altre attività pesanti per cui comunque i tempi e la fluidità di lavoro di Air e Pro 13″ non sono sufficienti. Quindi tanto meglio risparmiare con Air e avere un computer più leggero e silenzioso.

Nel complesso, il passaggio ad Apple Silicon ha portato tre vantaggi davvero importanti:

  • consumi ridotti
  • autonomie migliorate (nei portatili)
  • prestazioni buone già nei modelli base

Ad oggi un M1/M2 è più che sufficiente per l’uso tipico dei computer, anche con soli 8GB di Memoria Unificata – ricordo che questa è sì della “semplice RAM”, ma la comunicazione con il SoC è così tanto più veloce da farla rendere molto meglio.

L’arrivo della seconda generazione di Apple Silicon è coinciso con un cambio di design di questo portatile, che è poi l’unica cosa davvero rilevante del MacBook Air 13″ M2. Le prestazioni sono infatti piuttosto simili a quelle precedenti, migliorate sì, ma non al punto da spostare il livello oltre il quale questo computer non può spingersi. Nel senso che non c’è una cosa che si possa fare con M2 che non si possa fare con M1, se non per qualche briciola di tempo di vantaggio.

A questo punto, però, si è evidenziato maggiormente uno degli storici problemi della lineup Apple, ovvero che i computer più grandi sono disponibili solo con hardware più carrozzato e, quindi, più costoso. In alcuni casi sembrava proprio una imposizione dell’azienda (ad esempio su iMac), ma in altri era piuttosto sensato. Ad esempio per i portatili dell’era Intel, mettere processori con più core e frequenze superiori, associando magari una grafica dedicata AMD, richiedeva naturalmente più spazio per areazione e batterie più grandi. Per questo non c’è mai stato un MacBook Pro 13″ con GPU discreta. È successo invece il contrario, nel senso che Apple ha provato a fare per un breve periodo un MacBook Pro 15,4″ senza la scheda grafica dedicata, ma non è stato un successo e non ha avuto aggiornamenti perché la sola iGPU di Intel non era in grado di muovere fluidamente lo schermo Retina di cui era dotato.

Per fortuna ora c’è Apple Silicon, dunque si è potuto finalmente realizzare quell’anello mancante che è il MacBook Air 15″, presentato pochi giorni fa nella WWDC23. Ovviamente questo eredita il design del nuovo Air 13″ e con esso anche i vari miglioramenti per l’audio, la camera frontale, lo schermo più luminoso e grande.

Apple dice che il MacBook Air è il portatile più venduto al mondo. Difficile dubitarne, soprattutto perché con la versione Apple Silicon ha persino convinto molti affezionati utenti Windows/Linux a fare il salto dall’altra parte. Se però si considerano i singoli modelli venduti da tutti gli altri produttori messi insieme, le versioni che più spesso vengono preferite sono quelle con schermi più grandi. Quindi si può dire che Apple ha messo insieme il portatile più venduto con la dimensione di schermo più richiesta: ecco perché le vendite dell’Air 15″ promettono già molto bene sulla carta.

Può stupire che questo computer non esistesse già, ma col rapporto prestazioni/consumi degli Intel era già andata male una volta e la prima generazione con Apple Silicon aveva ancora il vecchio design, su cui non aveva senso investire ulteriormente. Sarebbe potuto uscire insieme al 13″ l’anno scorso, anche perché ne condivide l’hardware, ma i lanci a scaglioni sono più utili per le vendite. Inoltre, Apple ha sfruttato l’occasione per mandare a regime la produzione del 13″ e ridurne il prezzo (che era troppo alto), posizionando al suo posto il nuovo 15″.

Il MacBook Air 15″ è esattamente quello che si potrebbe immaginare: identico al 13″ ma con schermo più grande. Non ho trovato nessuna novità rilevante da segnalare, perché anche sul fronte prestazioni sono esattamente identici. Giusto il modello base del 13″ ha 2-core in meno di GPU, ma si fatica a sentire una differenza nell’uso quotidiano.

Il MacBook Air 15″ parte già con la GPU da 10-core che va un po’ più forte

Allo stesso tempo il 13″ reggeva già benissimo il carico prolungato per essere un computer fanless e lo spazio in più nel case del 15″ non ha cambiato nulla, anche perché non è certo rimasto vuoto (ci sono più speaker e batteria).

Nello stress test di 10 min per il throttling di Cinebench R23 perde solo il 6%

Si conferma pure il modello base con un SSD da 256GB con prestazioni di lettura e scrittura in sequenziale non entusiasmanti. Qui, però, vale la riflessione fatta nella recensione del 13″, perché i dati in random sui piccoli blocchi sono sempre alti e sono loro che incidono sulla reattività del computer nell’uso quotidiano, come all’avvio o per lanciare applicazioni.

Diciamo che sulla copia di grandi file da dischi esterni si nota la differenza se questi sono SSD connessi ad alta velocità. Nella produttività, invece, ho già segnalato in passato che sono più utili i 16GB di Memoria Unificata che non il passaggio a 512GB SSD per andare più veloci.

La produttività cresce con lo schermo più grande

Sullo schermo ci si può soffermare un po’ di più, iniziando dalla sua diagonale. Sono esattamente 15,3″, mentre quello più piccolo è da 13,6″. In passato Apple usava 13,3″ su Air e Pro piccoli e 15,6 o 16″ sui Pro più grandi, quindi la differenza era maggiore, ma qui rimangono 1,6″ di scarto tra i due Air e vi assicuro che questi 4cm di diagonale in più si vedono tutti. Il testo è più confortevole da leggere e si può lavorare con più app e finestre insieme, mentre sugli schermi nel range dei 13″ mi trovo più spesso a portare tutto a schermo pieno.

La risoluzione di Default è 1710 x 1107 pixel, quindi non lavora in modalità Retina 2x

Altra riflessione interessante riguarda la risoluzione utilizzata. Questo pannello ha 2880 x 1864 pixel, ma Apple non ha scelto una riproduzione Retina 2x per la risoluzione di default, che invece è di 1710 × 1107 pixel. Probabilmente saprete che in rete c’è tanta misinformazione sul fatto che gli schermi sui computer Apple debbano essere usati “sempre a 2x” per qualità e performance. È su questo che si basa anche una parte della spinta sui monitor 27″ 5K come lo Studio Display (recensione). Io ho spiegato più volte perché se ne può fare a meno senza troppi rimpianti, in ultimo nell’articolo “Monitor per macOS: sfatiamo il mito delle risoluzioni Retina“. Il MacBook Air 15” è solo l’ulteriore conferma di quel che vado dicendo, perché se fosse davvero un problema non avere risoluzioni che lavorino a 2x questo computer non dovrebbe farlo. E non è neanche il primo in famiglia Apple.

Sottolineata la dicitura che non appare sul MacBook Air 15″

Curioso che Apple abbia rimosso dalle Impostazioni di Sistema / Schermi la dicitura che ha un po’ dato il via a tutti gli articoli e video sull’argomento e che avrete sicuramente visto in giro. Eppure l’ha lasciata sugli altri computer (ad esempio la vedo ancora sul Mac Studio pur avendo lo stesso macOS 13.4 che gira sull’Air 15″).

Andando al dunque, non c’è molto altro che distingue il modello da 15″ rispetto a quello da 13″. La scocca è di 0,2mm più spessa, ma con i suoi 11,5mm è il portatile più sottile con questa diagonale. Lo spazio in più non è ovviamente andato sprecato, portando la batteria a 66.5Wh e confermando le 18h di autonomia del modello da 13″ (dove la batteria è più piccola ma i consumi inferiori).

La tastiera rimane esattamente la stessa per dimensioni e layout, una caratteristica utilissima dei computer Apple, ma i tasti ad isola continuano ad avere quella superficie che diventa liscia e lucida con l’uso. Una cosa davvero spiacevole che non capisco perché non si adoperino a risolvere. Lo spazio in più in basso è stato occupato da un trackpad più grande, mentre quello ai lati mi ha dato un po’ fastidio nella digitazione, perché il cinturino dell’orologio ci urta continuamente. Sarà perché da diversi anni non uso portatili con diagonali superiori a 13/14″.

Da notare che qui manca la superficie traforata che vediamo sui modelli Pro, quindi le parti laterali della tastiera sono completamente lisce. La cosa non dovrebbe avere impatto sull’audio, perché esce dalla cerniera del monitor, ma l’effetto visivo è meno appagante: sembra incompleto.

Comunque, l’audio è stato potenziato grazie all’uso di un sistema a 6 speaker, di cui 4 sono per i bassi (due per canale, più due per ridurre le vibrazioni). Il suono è simile a quello del 13″, ma con più volume e più bassi. Assolutamente piacevole e davvero convincente considerando lo spessore del case. Direi che se lo si confronta alla media alta dei portatili vince a mani basse, mentre rispetto ai MacBook Pro è meno rotondo. Già quello del Pro 14″ mi è sembrato superiore e quello del 16″ segna un ulteriore step in avanti.

A sinistra il MacBook Pro 14,2″, a destra il MacBook Air 15,3″

Il confronto con il MacBook Pro da 14″ può essere interessante più che altro per il prezzo, dato che quest’ultimo è in circolazione da più tempo e si trova con maggiori sconti. Quindi se si becca l’offerta top o l’usato, si rischia di pagare poco di meno un computer che ha oggettivamente delle caratteristiche migliori per prestazioni, schermo, audio, connessioni. Ad esempio, mentre scrivo ho visto un MacBook Pro 14″ M1 Pro 16/512GB nuovo su un noto sito di e-commerce a 1783€, mentre l’Air 15″ così configurato costa 2109€. Volendo c’è addirittura il modello M2 Pro a meno.

Il fatto è questo: per il mio uso non avrei nessun dubbio. L’Air 15″ sarebbe un compagno fantastico per l’80% dell’attività quotidiana, così come lo è stato per me l’Air 13″ M1, ma per quel 20% in cui il lavoro diventa intensivo – in particolare sul video – il Pro 14″ sarebbe decisamente più adatto. Non solo per la GPU e più memoria, anche per l’audio e lo schermo XDR mini-LED che è davvero uno spettacolo per gli occhi. Se però mi soffermo a pensare all’utilizzatore generico, il discorso non è così banale.

Cambio un attimo ambito per essere più chiaro. Quando è uscito l’iPad Air M1 io l’ho sconsigliato senza mezzi termini (c’è qui il video). È un validissimo dispositivo, ma a quei tempi si trovava ancora l’iPad Pro M1 praticamente allo stesso prezzo, magari con 50/100€ di più. In quel caso, però, il Pro aveva solo vantaggi. Tanti e importanti: schermo ProMotion, audio quad-speaker, microfoni migliori, porta Thunderbolt, 2 fotocamere, LiDAR, Flash LED, il doppio della capacità di base (128GB invece che 64GB). Per un felice periodo tutto questo arrivava con una minima spesa in più sullo street price e non c’era alcuna controindicazione, quindi la scelta era facile.

Anche il MacBook Air 15″ ha dei vantaggi sul Pro 14″

Il caso del confronto tra Air 15″ e Pro 14″ è diverso, perché se non serve quel qualcosa in più che ha il Pro, l’Air detiene comunque dei vantaggi che possono fare la differenza. Mi riferisco allo schermo più grande di 1,1″ (che sono sempre 2,8cm in più di diagonale), spessore e peso leggermente inferiori (4mm e 100gr in meno) e all’autonomia migliore. Quest’ultimo aspetto io lo noto davvero tanto, nelle fasi in cui il computer rimane in standby, dove l’Air mantiene meglio la carica della batteria, ma anche quando è sotto stress, perché i Pro spingono più forte e bruciano prima l’autonomia.

Sommando tutte queste riflessioni, a mio avviso il MacBook Air 15″ è uno dei computer con maggiori potenzialità di vendita nell’offerta Apple e forse il prossimo best seller nel mercato del portatili. Ha le sue pecche, per carità, come quella di partire da 256GB di SSD, ma ha limato un po’ il problema partendo dal vecchio prezzo dell’Air 13″ (che ora costa di meno). È vero che in ambito Windows si possono portare a casa specifiche superiori sulla carta con una spesa analoga o inferiore, ma dimenticatevi questa autonomia, silenziosità e qualità costruttiva. Anche lo schermo, che rimane un “normale IPS”, è comunque superiore a molti altri per qualità complessiva e calibrazione (non dimenticate che in SDR ha gli stessi 500 nit del MacBook Pro 14″ e 16″). E lo stesso discorso si può fare per l’audio, che è decisamente di qualità alta. È sicuramente un portatile dal prezzo premium, ma non si fatica a vedere dove sta quel di più che si è pagato. A meno di non essere di parte.

L’unica cosa che rimane sempre problematica con Apple sono gli upgrade in fase d’ordine. I modelli pre-configurati, base e top, si troveranno a breve anche in sconto su altri store, ma nessuno dei due ha 16GB di Memoria Unificata. Per averla si deve passare per forza dal sito Apple e pagare il prezzo pieno, che aggiunto ai più comodi e veloci 512GB di SSD, fanno lievitare la spesa dai 1649€ di base a ben 2109€. Se la versione 16/512GB fosse costata 1849€ avrebbe meritato un voto a 5 stelle, mentre con gli attuali prezzi dei upgrade continuano a convenire sempre i modelli pre-configurati. E quando si ha bisogno di specifiche superiori è quasi sempre meglio guardare direttamente al modello più alto in gamma che le possiede già di base. E qui torniamo proprio al MacBook Pro 14″ che parte da 16/512GB e si trova a prezzi particolarmente interessanti (sia con M1 Pro che M2 Pro).

PRO
PRO Design molto riuscito anche sul 15″
PRO Ottima costruzione
PRO Tastiera eccellente (tranne per l’usura)
PRO Trackpad super
PRO Webcam migliorata
PRO Microfoni migliorati
PRO Audio incredibile per un ultrabook così sottile
PRO Autonomia sterminata
PRO Schermo molto buono
PRO La produttività cresce con lo schermo più grande
PRO MagSafe 3
PRO Uscita audio ad alta impedenza
PRO Prestazioni validissime
PRO Belli i nuovi colori (ma sono andato sul classico)

CONTRO
CONTRO Prezzo troppo alto per arrivare a 16/512GB
CONTRO Il disco base da 256GB è lento

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Il colore mezzanotte si sporca troppo
DA CONSIDERARE Ben configurato costa di più dello street price del Pro 14″

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.