Recensione Sony 70-200mm F4 G Macro OSS II: un netto salto di qualità

Anche se il sistema mirrorless di Sony si mantiene sempre giovane, alcuni obiettivi ci ricordano la sua età. È il caso del 70-200 F4, arrivato solo un anno dopo l’uscita della prima A7 full-frame, ovvero nel 2014. Per darvi un’idea di come andava il mondo di quei tempi: nel 2016, quindi due anni più avanti, Canon presentò la 5D Mark IV al grido di “basta con queste mirrorless, le reflex sono migliori!”. Salvo poi smentirsi nel 2018 con l’arrivo della Canon EOS R e la nascita del nuovo mount RF, ma questa è un’altra storia.

Il primo 70-200mm F4 G OSS era un buon obiettivo, ma non eccelso. Ricordo di averne valutato l’acquisto alcuni anni fa, ma non mi ha convinto in termini di risolvenza. Come avrete capito, oggi Sony annuncia la nuova edizione a 9 anni di distanza, un periodo in cui di strada se n’è fatta tanta sotto diversi fronti e sono anche cresciute le richieste degli utenti. In particolare, con il Sony FE 70-200mm F4 G Macro OSS II l’azienda si è concentrata nel rispondere a queste richieste:

  • migliore qualità d’immagine
  • migliori prestazioni in macro
  • prestazioni AF adatte ai nuovi corpi
  • migliori risultati nel video
  • più trasportabilità
  • compatibilità coi teleconverter

La prima novità è la struttura a lunghezza variabile, cosa che ha consentito di ridurre le dimensioni nel trasporto. Da chiuso è circa 15 cm, che diventano 20,5 cm alla massima lunghezza focale.

C’è uno switch di blocco per evitare che il barilotto si estenda involontariamente, anche se purtroppo funziona solo a 70mm. L’obiettivo è sigillato per resistere a polvere a umidità.

Quando è richiuso è il 15% più corto del precedente, ma esteso arriva ad essere più lungo. Il peso è di 794g, circa 50 in meno del precedente. Il diametro massimo è di 82,2mm e la filettatura per i filtri frontali è da 72mm. Insomma, è un obiettivo che si porta in giro con più comodità ed è sempre offerto con l’anello per treppiedi in dotazione (il 70-200 F4 Canon non lo possiede).

Sul corpo si notano tre pulsanti Focus-Hold personalizzabili, ai quali si ha facile accesso da qualsiasi posizione di scatto ci si ritrova. Tra le altre novità sui controlli, segnalo la posizione “macro” tra le limitazioni AF, pensata per concentrare l’obiettivo nelle minime distanze, il modo 3 per la stabilizzazione e lo switch Full time DMF (Direct Manual Focusing).

La struttura ottica prevede 19 elementi in 13 gruppi, con:

  • 1 lente A (aspherical)
  • 1 lente AA (advanced aspherical)
  • 1 Super ED (extra-low dispersion)
  • 3 lenti ED (extra-low dispersion)
  • rivestimento al fluoro

Le prestazioni autofocus migliorano grazie all’uso di 4 motori XD, due per ognuna delle parti flottanti dell’obiettivo. Questi garantiscono un movimento lineare, preciso e senza vibrazioni.

A fronte di una nitidezza elevata, la lente offre un bokeh abbastanza pulito e tondo, anche grazie al diaframma da 9 lamelle circolari.

Un’aggiunta di un certo peso è la modalità macro con rapporto d’ingrandimento 0,5x su tutte le lunghezze focali.

La possibilità di scattare più da vicino si avverte piuttosto in fretta, poiché il vecchio 70-200mm non era a suo agio in molte occasioni con un limite AF di 1m a 70mm e 1,5m a 200mm. Il nuovo modello qui segna un passo completamente diverso, arrivando a mettere a fuoco a 26cm a 70mm e 42cm a 200mm.

Minimo AF Vecchio Nuovo
70mm 1 metro 26 cm
200mm 1,5 metri 42 cm

Ottima l’implementazione della compatibilità con i teleconverter 1,4x e 2x, quindi con il SEL20TC si arriva fino a 400mm su full-frame e potenzialmente 600mm su APS-C, mentre le prestazioni macro salgono ad 1:1 per l’intero range.

Lo switch Full Time DMF è una novità, che consente di intervenire in ogni momento sulla ghiera di Manual Focus anche quando sono attive le modalità di fuoco automatico. Allo stesso modo, troviamo per la stabilizzazione sia lo switch ON/OFF che quello con tre modalità operative.

La prima è standard, la seconda reagisce in modo specifico ai panning e la terza ha una risposta più dinamica. In modalità fotografica l’OSS se la cava bene, ma devo dire che nel video non dà quella sensazione di fluidità che ho visto in altre lenti anche più estese (vedi Sigma 60-600mm)

La qualità fotografica era forse l’elemento che mi convinceva di meno nel primo 70-200mm F4 e per fortuna qui è migliorata. Già a 70mm a TA l’immagine è molto buona al centro e perde poco ai bordi. Non migliora molto chiudendo, ma rimane validissima.

A 135mm mi è sembrata leggermente più uniforme, con qualità molto elevata al centro e ai bordi anche ad F4.

A 200mm si vede la qualità migliorare ulteriormente, con ottima definizione su tutto il fotogramma.

La distorsione è a cuscinetto a tutti e due gli estremi, ma non è mai un problema. Volendola correggere manualmente dal RAW in LRc servono valori di -5 per i 70mm e -10 per i 200mm.

La vignettatura è presente, ma non è un problema. Si vede di più a 70mm e 200mm, dove sparisce progressivamente verso F5,6/6,3. A 135mm è già poco visibile a F5, ma in tutte le situazioni si compensa facilmente in post-produzione.

Molto contenuto il flare, che fa ovviamente perdere definizione in presenza di un punto luce, ma non crea fastidiose ed estese velature né riflessi ed immagini fantasma.

Conclusioni

Il nuovo Sony 70-200mm F4 G Macro OSS II è certamente un grosso upgrade rispetto al primo modello. Otticamente è molto valido e anche l’utilizzo risulta sempre agevole. Dal mio punto di vista ci sono giusto un paio di difetti minori nella staffa senza allineamento guidato e per il fatto che si possa bloccare il barilotto solo a 70mm, ma sono cose su cui si può certamente soprassedere in luogo di tutti i miglioramenti. Forse l’aspetto che più cambia l’esperienza di scatto rispetto al primo modello è la distanza AF nettamente più ravvicinata, cosa che risulta utile in mille situazioni del quotidiano anche per close-up, still-life, ecc.. non necessariamente per le macro. Tutti i miglioramenti arrivano anche con un aumento di prezzo, infatti questo modello non sostituisce il precedente ma si posiziona su un gradino più elevato grazie ad un prezzo di listino di 2000€. Sarà certamente meglio se e quando il prezzo street scenderà di 3/400€, magari con qualche cashback.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.