La Commissione Europea ha i suoi Gatekeeper: Apple nel mirino insieme ad altri 5

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Esattamente come da programma, oggi 6 settembre 2023, la Commissione Europea ha ufficializzato l’elenco dei gatekeeper su cui peserà l’obbligo di aderenza al Digital Markets Act (DMA) entro la fine di marzo 2024. In totale sono 22 i servizi identificati nei 45 giorni che hanno preceduto questa decisione, che ricadono sotto la supervisione di sei principali gatekeeper:

  • Alphabet
  • Amazon
  • Apple
  • ByteDance (proprietaria di TikTok)
  • Meta
  • Microsoft

Samsung con il suo store e l’Internet Explorer nei suoi smartphone non è stata identificata come una piattaforma core di servizio, così come Gmail per Google o Outlook per Microsoft. Sono stati tuttavia aperti dei supplementi di indagine su Microsoft per Bing, Edge e piattaforma di annunci, nonché su Apple per iMessage, la quale aveva recentemente fatto sapere di non avere il requisito minimo di 45 milioni di utenti attivi sulla piattaforma tale da far rientrare il servizio all’interno del DMA.

Per adeguarsi alla normativa europea, i gatekeeper e i loro relativi servizi dovranno seguire una lista di cose da fare e non fare. Le definizioni sono particolarmente generiche, nel senso che non definiscono come agire ma solo il risultato che si intende ottenere.

In particolare le piattaforme dovranno, a titolo esemplificativo:

  • abilitare terze parti ad inter operare col servizio in alcune specifiche situazioni
  • fornire agli utenti aziendali la possibilità di accedere ai dati che generano sulle piattaforme in oggetto
  • offrire agli inserzionisti gli strumenti per verificare l’effettiva efficacia degli annunci in modo autonomo
  • consentire agli utenti professionali che promuovo i loro servizi sulla piattaforma di concludere  contratti esternamente dalla piattaforma stessa
  • evitare di dare priorità ai propri servizi nelle classifiche e nella visibilità sulla piattaforma
  • lasciare liberi gli utenti di linkare il proprio business esternamente alla piattaforma
  • offrire libera scelta sulla disinstallazione dei software che non desiderano usare
  • non tracciare gli utenti al di fuori della piattaforma

Chi non adeguerà i servizi a tali specifiche entro la data limite di marzo 2024, andrà in contro a multe che possono raggiungere il 10% del fatturato mondiale e addirittura fino al 20% nel caso di reiterata infrazione. La Commissione ha anche previsto misure estreme in caso di sistematica e prolungata infrazione del DMA, che possono arrivare all’obbligo di scorporare e vendere parte del proprio business.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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