Recensione MacBook Pro 14″ M3 base: questo portatile è problematico

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Con colpevole ritardo rispetto le previsioni, mi accingo a dirvi la mia sul MacBook Pro 14″ M3 base uscito a novembre del 2023. Avevo già fatto tutti i principali test a dicembre, salvo poi ritrovarmi a combattere con due virus stagionali che mi hanno tenuto a letto per quasi tutti il mese. Eccomi dunque a ripescare questo argomento ora che si è raffreddato (anche lui!) consapevole che se n’è già parlato in lungo e in largo. Tuttavia, i primi sconti su questo computer iniziano ad apparire solo ora sui nostri canali e, alla luce di un prezzo migliore, può acquisire un nuovo interesse. Di base e al suo prezzo di listino, credo sia uno dei MacBook con il peggior posizionamento visto da molti anni a questa parte. Quindi, prima di analizzare nel dettaglio le sue prestazioni e cosa consente di fare, mi vorrei soffermare sulle ragioni che hanno portato Apple a proporlo in questo modo, ovvero con 8GB di Memoria Unifica e 512GB di archiviazione al prezzo (elevato) di 2049€.

In qualità di acquirenti a noi interessano solo i fatti, cioè quel che possiamo portare a casa con i nostri soldi. Dunque capisco bene che le speculazioni sui motivi che hanno portato un certo produttore a fare determinate scelte non sono una nostra priorità. Tuttavia, molti mi hanno chiesto com’è possibile che un computer denominato Pro possa essere venduto con 8GB di memoria nel 2023 (ora 2024) e con un prezzo che supera i 2000€. In tutta sincerità, io credo che Apple abbia semplicemente sbagliato da un punto di vista puramente tecnico, ma vedo quattro principali motivi che ne hanno influenzato le scelte. Tutti di natura strategica e commerciale, nessuno pensato per rendere questo computer l’ottimo prodotto che sarebbe potuto essere.

Le basi

Prima di tutto devo ricordare che il termine Pro non significa molto. Nell’era pre Apple Silicon, il MacBook Pro 13″ era una macchina fortemente castrata, perché disponeva di processori Intel inferiori a quelli presenti nei 15″ e 16″ e senza componente grafica dedicata, in un’epoca in quella integrata offriva prestazioni meno che mediocri. Tuttavia, c’è sempre stato in gamma un MacBook Pro di dimensioni compatte, che condivideva alcuni valori con quelli più grandi, ad esempio per la qualità del display.

Il piccolo Pro, non è mai stato veramente Pro

Facendo riferimento all’ultimo periodo con Intel, il MacBook Pro 13″ aveva essenzialmente gli stessi chip dell’Air, dove però funzionavano malissimo dato che c’era una ventola non collegata direttamente sul processore. A quei tempi era molto meglio comprare il modello Pro 13″ perché costava poco di più ma offriva una serie di vantaggi, tra cui un’areazione decente con cui sfruttare meglio i chip. Tuttavia, i professionisti erano praticamente obbligati ad acquistare il 15,6″ (e poi il 16″) per avere CPU e GPU più performanti. Ecco che il termine Pro associato al 13″ non aveva molto senso.

Col passaggio ad Apple Silicon M1, il MacBook Pro 13″ non è cambiato e aveva sempre una ventola che consentiva di sopportare i carichi pesanti e di lunga durata meglio dell’Air, dove era stata completamente rimossa. Tuttavia, grazie alla nuova tecnologia, le prestazioni massime nell’uso comune sono risultate molto simili, difatti la maggior parte delle persone ha giustamente preferito risparmiare comprando l’Air (che poi è stato il primo portatile fanless ad andare davvero bene). Poco dopo Apple ha annunciato il MacBook Pro 14″ insieme a quello da 16″, dotandoli di un nuovo design e caratteristiche tecniche migliori, lasciando il 13″ immutato come base gamma della linea denominata Pro.

Quando è uscita la seconda generazione M2, il MacBook Air è stato completamente riprogettato nel design, mentre il MacBook Pro 13″ è rimasto ancora fermo a quello dell’epoca Intel, essendo anche dotato di quella Touch Bar che Apple aveva già rimosso da tutti gli altri MacBook rinnovati. Si è dunque capito che questo computer, così come lo si era conosciuto fino a quel momento, fosse arrivato al capolinea. Anzi, probabilmente si poteva evitare già la versione M2 visto il poco impegno da parte di Apple per renderlo interessante. A questo punto c’erano due possibilità per il futuro: o si abbandonava completamente l’idea di avere un Pro base, posizionato tra gli Air 13/15″ e i Pro 14/16″, oppure si doveva riprogettarlo da zero.

Il MacBook Pro 14″ M3 ha lo stesso design di quello dei modelli M3 Pro e Max

Minimizzare l’investimento per massimizzare i ricavi

In realtà si è deciso per una terza strada, ovvero quella di riutilizzare il progetto del Pro 14″ spogliandolo di alcune caratteristiche, il tutto per minimizzare l’investimento e massimizzare i ricavi.

Progettarlo da zero non sarebbe stato economicamente vantaggioso per Apple: si sarebbe trattato di avere in produzione una linea a lui dedicata, diversa sia dagli Air che dagli altri Pro, per una macchina il cui successo era imprevedibile considerati i consensi ottenuti dagli altri due. Allora si sarebbe potuto cancellarlo dal listino con l’arrivo di M3, ma anche questa ipotesi era da scartare. In primo luogo perché per quanto l’Air vada bene, è sensato proporre anche un MacBook col chip base ma dotato di areazione, per chi avesse necessità di sfruttarlo per attività più intensive e spremere ogni MHz possibile. Secondariamente perché i maghi del marketing in quel di Cupertino hanno ormai consolidato la prassi di avere un prodotto per ogni fascia di prezzo, evitando di lasciare dei vuoti importanti tra un modello e quello superiore. È una tattica che a volte crea confusione negli acquirenti (vedi la linea iPad), ma è studiata per invogliare a spendere sempre di più.

Un prodotto per ogni fascia di prezzo

Se escludiamo il MacBook Pro 14″ M3 dalla lineup, si trova infatti uno scollamento importante tra i MacBook Air che vanno da 1349€ a 1879€ e il primo MacBook Pro 14″ M3 Pro da 2599€. Ci sono 720€ di differenza tra queste due macchine, uno spazio che ha certamente senso coprire con un altro computer, e l’M3 con areazione è il candidato ideale.

  • 1349€ MacBook Air 13″ M2 base
  • 1649€ MacBook Air 15″ M2 base
  • 1699€ MacBook Air 13″ M2 top
  • 1879€ MacBook Air 15″ M2 top
  • 2049€ MacBook Pro 14″ M3 base
  • 2279€ MacBook Pro 14″ M3 top
  • 2599€ MacBook Pro 14″ M3 Pro base
  • 3099€ MacBook Pro 14″ M3 Pro top
  • 3099€ MacBook Pro 16″ M3 Pro base
  • 3559€ MacBook Pro 16″ M3 Pro top
  • 4099€ MacBook Pro 14″ M3 Max
  • 4349€ MacBook Pro 16″ M3 Max base
  • 4949€ MacBook Pro 16″ M3 Max top

Tralasciando il fatto che gli Air abbiamo attualmente M2 – perché saranno aggiornati presto o tardi con M3 – sulla carta i prezzi dei due modelli di MacBook Pro 14″ con M3 si infilano esattamente in quell’ampio spazio lasciato scoperto tra l’Air più costoso e il Pro 14″ M3 Pro più economico. Quindi tutto torna a livello di lineup, i problemi nascono analizzando le specifiche tecniche. Infatti, Apple è piuttosto attenta a non accavallarle, affinché non ci sia un prodotto che risulti nettamente più vantaggioso di un altro. Quindi, se prendiamo il MacBook Air 13″ top come riferimento (che ricordo ha uno schermo 13,6″), le sue specifiche di 8GB Memoria Unificata e 512GB di archiviazione dovrebbero crescere, ma senza arrivare a quelle del primo M3 Pro con 18GB di Memoria Unificata e sempre 512GB di archiviazione. Ma qui nasce il problema, perché tra Air e Pro ci sono tante altre differenze che hanno un peso economico di rilievo. Cito brevemente i principali vantaggi del Pro 14″ rispetto ad Air 13″ anche a parità di chip:

  1. Schermo mini-LED Liquid Retina XDR molto più luminoso in HDR, con neri assoluti, qualità cromatica superiore e frequenza di refresh fino a 120Hz con ProMotion
  2. Uscita HDMI 2.1
  3. Lettore di schede SD
  4. Speaker e microfono di qualità studio
  5. Areazione dedicata

A sinistra le stesse porte dei modelli superiori, ma le 2 USB-C sono Thunderbolt 3 / USB 4

Motivare il prezzo di ogni modello in lineup rispetto agli altri

Evidentemente, secondo Apple, queste 5 differenze hanno un peso di 350€ sul listino, per cui ha mantenuto le stesse specifiche di 8GB/512GB del MacBook Air 13″ top passando da 1699€ a 2049€. Ora, il punto è che questo ragionamento non si può neanche considerare sbagliato, perché sono cose di un certo peso e valore economico (soprattutto lo schermo). Quindi, se il raffronto tra i due regge, l’errore sta proprio nel punto di riferimento. Ciò che voglio dire è che se questo MacBook Pro 14″ M3 è così costoso, la colpa sta nel fatto che tutti i Mac prima e dopo di lui sono troppo costosi.

Il MacBook Air 13″ base con soli 256GB dovrebbe stare intorno ai 1000€ e ce ne dovrebbe essere uno con 16/512GB a 1400€. Così questo nuovo MacBook Pro 14″ potrebbe posizionarsi alla giusta distanza di +350€ (per i 5 bonus già citati) a 1750€ con 16/512GB. Il tutto avrebbe molto più senso e porterebbe anche ad avvicinare un po’ i prezzi elevatissimi che hanno raggiunto i modelli con M3 Pro e M3 Max. Ovviamente questa mia speranza rimane tale ed Apple continua a chiederci 2049€ per il MacBook Pro 14″ M3 base con 8GB/512GB.

Quindi quel che ci resta da capire è: questo computer vale davvero un tale investimento? Se penso al fatto che a molti utenti del nostro canale abbiamo fatto acquistare in passato il modello con M1 Pro 16GB/512GB a circa 1800€, quello M2 Pro 16GB/512GB a 2000€ e l’ultimo M3 Pro 18GB/512GB a 2400€, vedo il trend di prezzi in crescita ma anche il valore nettamente superiore di queste offerte rispetto ad M3 base.

Caratteristiche M3 M2 Pro
Processo Produttivo 3nm (TSMC N3B) 5nm (TSMC N5P)
Core CPU totali 8-core 12-core
Core Prestazioni 4-core 8-core (Avalanche)
Core Prestazioni Cache L2 16MB 32MB
Core Efficienza 4-core 4-core (Blizzard)
Core Efficienza Cache L2 4MB 4MB
GPU 10-core 19-core
Prestazioni GPU Ray Tracing + Mesh Shading 6,8 TFLOPs
Memoria Unificata 8-16-24GB 16-32GB
Caratteristiche RAM LPDDR5 6400 MT/s LPDDR5 6400 MT/s
Banda RAM 128 bit (100GB/s) 256 bit (200GB/s)
Core Neural Engine 16-core
Capacità Neural Engine 18 TOPS 15,8 TOPS
Transistor 25 miliardi 40 miliardi
Codifica Hardware 8K: H.264, H.265, ProPres, ProRes RAW, AV1 (solo decode) 8K: H.264, H.265, ProPres, ProRes RAW

Inoltre, a parità di prezzo preferirei comunque il modello M2 Pro 16/512 a quello M3 8/512, considerando pure che questo ha una porta USB-C in meno e può gestire un numero inferiore di schermi esterni. Per essere precisi cambiano anche le porte, nel senso che su M3 base, come su M2 con gli Air, abbiamo porte Thunderbolt 3 / USB 4, mentre quelle di M3 Pro / Max sono Thunderbolt 4 / USB 4.

MacBook Pro M3 M2 Pro
2 Monitor Schermo interno +
1x 6K 60Hz
Schermo interno +
1x 8K 60Hz
Schermo interno +
1x 4K 120Hz
Schermo interno +
1x 4K 240Hz
3 Monitor Schermo interno +
2x 6K 60Hz
Schermo interno +
1x 6K 60Hz
1x 4K 144Hz

Sulla destra manca una porta USB-C rispetto ai modelli M3 Pro e Max

Prestazioni

Per quanto la presenza di 8GB di memoria unificata possano apparire un grosso limite, va detto che nella maggior parte di situazioni d’uso comune la macchina risponde sempre molto bene. Ad un certo punto, durante le prove, ho aperto circa 20 app con browser, fogli di calcolo, musica, video, foto e su Photoshop avevo 50 immagini da 50MP aperte. Il tutto gestito con ottima fluidità.

Su Safari si va veramente veloci, il test di Speedometer 2.0 è sostanzialmente al pari con M3 Max, dato che alla fine lì gioca principalmente la prestazione del single-core (che è quella). Finché si lavora anche con 10 tab aperte non si notano problemi, giusto per prova ne ho caricate 20 di cui alcune molto pesanti e capita che qualcosa si debba ricaricare tornando indietro alle pagine più lontane. Insomma, il limite degli 8GB si può notare, ma non è mai davvero pesante neanche in questi casi.

Il processore su Geekbench reagisce bene, segna un +20% circa rispetto ad M2 e si avvicina molto ad M2 Pro di pari core. Con Cinebench 2024 i risultati sono ancora migliori, staccandosi del 30% rispetto al precedente M2.

Sul fronte della GPU ci sono delle novità come il supporto al Ray-Tracing e Mesh Shading, e il miglioramento di alcuni decoder ed encoder hardware, tra cui l’aggiunta di AV1 (solo in decodifica). Tuttavia, con Metal il miglioramento della scheda grafica rispetto ad M2 è più modesto e si aggira intorno al +10% secondo Geekbench compute.

Per quanto ci sia solo una ventola nel MacBook Pro 14″ M3, la sua configurazione predilige come sempre la silenziosità. Nelle condizioni statiche o a basso carico rimane sostanzialmente spenta, è sempre a bassi regimi anche durante l’attività e sale un po’ solo quando si spreme la macchina per un periodo prolungato. Ad ogni modo, non risulta mai fastidiosa.

Sempre molto comodi la tastiera e il Touch ID

Apple l’ha tarata senza preoccuparsi troppo di far salire la temperatura del SoC, che raggiunge un massimo di 105°. Fortunatamente si tratta di chip che possono reggere il calore senza incontrare problemi. Inoltre, anche in tali circostanze, la presenza di termal throttling è davvero minima. Il calore non arriva mai nella zona del computer che tocchiamo ma, se proprio si vuole mantenere il SoC più fresco a scapito della silenziosità, si possono usare dei tool di terze parti per configurare la ventola diversamente in termini di attivazione e velocità.

Portando tutto al massimo, il pacchetto arriva a consumare fino a 40W di picco, con una media di 29W. CPU e GPU hanno raggiunto rispettivamente i valori più alti di 25W e 17W. Quest’ultimo valore è quello che differisce nettamente rispetto alla componente grafica testata con M3 Max. Comunque, la GPU in uso semplice scende a volte sotto 1W, mentre la CPU può aggirarsi tra 4W e 6W. Ecco perché effettivamente si possono raggiungere autonomie di picco elevatissime come le 22H dichiarate da Apple durante la fruizione video.

È importante comunque notare che anche nell’uso misto – ovvero tutto quello che sfrutta sì l’hardware, ma senza portarlo al massimo carico – ho registrato un’autonomia comunque eccellente di quasi 10h. Giusto l’esempio in cui sia CPU che GPU sono al 100% ci porta ad un minimo di 2h 30min, ma si tratta più di un caso teorico che di un effettivo e realistico caso d’uso.

Lo schermo mini LED Liquid Retina XDR con ProMotion è una garanzia

Video, foto, audio e… problemi

Oltre ai problemi di posizionamento di prezzo, il MacBook Pro 14″ M3 soffre anche di alcuni problemi tecnici. In parte per la dotazione di memoria inadatta a sfruttare pienamente il SoC e (a mio avviso) in parte per driver non perfettamente ottimizzati, ho riscontrato più di qualche discrepanza mettendo l’hardware sotto torchio, specialmente in ambito video (e non solo).

Lo schermo mini-LED con luminosità in HDR fino a 1600 nit e ProMotion 120Hz

Ad esempio, il benchmark di Blender 4.0 sulla CPU gira regolarmente, ma se si tenta di eseguire quello sulla GPU va sempre in errore e non completa l’operazione.

Con il video la situazione è ancora più strana, perché anche con il software nativo Final Cut Pro si lavora a fatica sulle timeline complesse. Ma soprattutto è assurdo che in fase di esportazione mi abbia generato a volte degli errori, una volta un tempo di 5 min e 25 sec e un’altra di 2 minuti e 30 secondi. Il tutto in modo assolutamente arbitrario, partendo da medesime situazioni di base e senza pre-render. Io metto in tabella la durata minore registrata, ma non è assolutamente normale che ci siano tali variazioni.

Va ancora peggio su Premiere Pro, dove la mia solita timeline di test va totalmente a scatti e l’esportazione è perfino più problematica. Le prime due volte che ho tentato si è proprio bloccato, una volta al 17% dopo 1h e 30min. Poi ha esportato il tutto in 54 minuti. Ho ritentato e ci ha messo 1h e 20min: inspiegabile! Il tutto sempre con le medesime impostazioni. Ad ogni modo, anche il tempo migliore è drammaticamente più lento rispetto a quello di M1 16GB.

Le cose vanno relativamente meglio con Resolve, dove il risultato migliore che ho ottenuto lo posiziona leggermente in vantaggio rispetto M2 da 8GB. Il problema è che anche in questo caso ho avuto una risposta del tutto incostante. La prima volta che ho tentato l’esportazione si è bloccata al 2% e l’ho interrotta dopo 50 minuti. Dopo qualche prova ho ottenuto 8 min e 23 secondi, ma ancora una volta non c’è coerenza e stabilità nei risultati.

Con Photoshop ho registrato prestazioni molto valide anche aprendo tanti file di peso importante insieme e Lightroom Classic va piuttosto bene. In realtà è proprio fluido nell’elaborazione dei file e l’importazione è molto rapida, migliore pure rispetto ad M1 16GB.

L’elaborazione con Unione Panorama HDR è risultata validissima, al punto da raggiungere quasi M1 Max in termini di velocità. La cosa strana è stata l’esportazione, dove è risultato più lento di M1 con 8GB. Un computer che non ha più memoria e monta un SSD da 256GB che non è più veloce di questo da 512GB. Ragione per cui mi sembra davvero inspiegabile.

Non essendo il mio settore, non realizzo mai de test troppo approfonditi sul campo audio. Io per lo più realizzo dei podcast con Audition, che hanno fino a 3 voci ognuna delle quali con un rack di effetti. La gestione durante il montaggio è ovviamente super fluida, ma anche l’esportazione si conferma valida. Per un podcast di 1:30 esportato in MP3, ci ha messo di meno di M1 Ultra ed M3 Max: davvero un ottimo risultato.

Gaming

macOS non è certamente una piattaforma da gaming, ma va detto che sta migliorando. L’arrivo del Ray Tracing e del Mesh Shading con la generazione M3 è un segnale importante, così come lo sono i nuovi titoli tripla A che stanno uscendo già nativi per Apple Silicon. Non sono tanti, è vero, ma col passare dei mesi sto notando che anche giochi precedenti vengono convertiti. Ogni tanto riapri la libreria di Steam e filtrando per macOS ne vedo spuntare di nuovi.

Ho giocato a Lies of P ottenendo con le impostazioni di default un’ottima fluidità, ma anche Resident Evil Village mi ha tenuto con costanza 60fps con diversi livelli di qualità. Baldurs Gate 3 gira benissimo nelle fasi di gioco, ma si nota un po’ di effetto trascinamento nelle animazioni più dettagliate e ravvicinante (cosa che si può risolvere riducendo la qualità di riproduzione). Insomma, giocare si riesce a giocare anche bene se si considera che è un chip base, che ci sono solo 8GB di Memoria Unifica condivisa con la GPU, che si tratta di macOS e che c’è solo una ventola che si mantiene sempre piuttosto silenziosa.

In questi termini si potrebbe considerare un successo, almeno finché non ci si ricorda della spesa di 2049€. Con quella stessa cifra si compra certamente un laptop con una scheda grafica migliore, magari una 4070 con molta più RAM e più SSD. Ovviamente non è tutto oro quello che luccica, nel senso che una scheda di quel tipo è facile che richieda l’alimentazione collegata per andare bene e che serva un’areazione più potente e rumorosa. Però il punto della questione non cambia: per quanto si stiano facendo miglioramenti, non è certamente questa la piattaforma ideale per il gaming. Io tendo a considerarlo un di più, nella speranza che si facciano ancora molti passi in avanti ora che anche Apple sta spingendo in tal senso.

Conclusioni

Voto 3,5/5Mi perdonerete se in questa recensione non ho dettagliato le specifiche tecniche di questa macchina, dato che sono sostanzialmente le stesse che abbiamo dal 2020 nei MacBook Pro 14″. La più importante differenza rispetto a quelli con chip Pro e Max è che qui non c’è anche la porta USB-C sul lato destro. Per il resto, abbiamo il solito ottimo schermo mini-LED con supporto HDR fino a 1600 nit e ProMotion a 120Hz, costruzione eccellente, trackpad eccellente, tastiera comoda, Touch ID comodissimo, audio dagli speaker davvero ottimo, microfoni studio validissimi, Wi-Fi 6E e Bluetooth 5.3. Insomma, c’è poco da recriminargli qualitativamente, se non che i tasti hanno ancora quella finitura opaca che si usura divenendo liscia e cambiando colore: una cosa assurda che non capisco perché Apple non si impegni per risolvere.

A destra l’usura dei tasti dopo 3 anni (nel video si nota di più)

Il fatto è che anche con tutte queste cose, o forse potrei direi proprio per colpa loro, il MacBook Pro 14″ M3 non risulta un acquisto consigliabile. Intendiamoci: nell’uso quotidiano è una macchina superlativa per multimedialità, reattività, silenziosità e autonomia, ma se gli si chiede di più in termini di potenza il chip M3 viene facilmente vincolato dagli 8GB di Memoria Unificata. E, se devo essere sincero, secondo me c’è anche un po’ di scarsa maturità dei driver video. Una cosa che non ho notato stranamente su M3 Max, ma che qui è venuta fuori con risultati fortemente instabili nell’uso della codifica video.

In dotazione: alimentatore GaN da 70W e cavo intrecciato MagSafe

Se serve un computer per uso generale, il MacBook Air rimane a mio avviso una scelta migliore. È vero che non si hanno alcuni dei vantaggi del Pro, ma si risparmia già sul prezzo di listino e ancora di più con le offerte. Il nuovo Pro 14″ M3 è più giovane, dunque le promozioni non sono facili da trovare, ma a 2049€ è un deciso no. Molto meglio cercare un M2 Pro in offerta visto che ancora capita di trovarli. Poi è chiaro che se in futuro dovesse scendere ad un prezzo street di 1500€ si potrà certamente considerare rispetto agli Air, ma più che altro per i vantaggi di connessioni, schermo e audio. Se dovete spremere l’hardware a dovere vale ancora la stessa regola della prima generazione: prima di tutto cercate i 16GB. Il fatto è che non si trovano nelle configurazioni stock di questi computer, quindi non ricevono mai offerte e bisogna pagarli a prezzo pieno sul sito Apple. Ecco perché alla fine conviene sempre attendere l’offerta giusta sui modelli con chip Pro, dove i 16GB/18GB sono la base. Potrà essere necessario attendere un po’ per trovare l’offerta giusta, ma potete star certi di trovarla se ci seguite su @SaggeOfferte_Tech.

PRO
PRO Schermo eccellente
PRO Speaker eccellenti
PRO Microfoni molto validi
PRO Trackpad eccellente
PRO Buona dotazione di porte
PRO Tastiera comda e veloce
PRO Pratico Touch ID
PRO Valida Facetime HD
PRO Processore molto veloce
PRO GPU con Ray Tracing e Mesh Shading

CONTRO
CONTRO Solo 8GB di Memoria Unificata sono pochi per 2049€
CONTRO Instabilità del comparto grafico, specie con i codec video
CONTRO Gli 8GB limitano l’espressione massima del chip M3
CONTRO Supporta un solo monitor esterno (a questo prezzo?)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.