Recensione: Panasonic G7, la serie G fa di nuovo sul serio

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Fabio Boer, Massimiliano Latella, Fabrizio Ascari, Marco Babolin, Alessandro Gambogi, Federico Masserini, Andrea Martini.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

La mia prima mirrorless “personale” è stata una Panasonic G2, ovvero una versione depotenziata dell’allora top di gamma GH2, con la quale condivideva gran parte del corpo e delle funzioni. Con la G3, invece, la casa giapponese ha deciso di riposizionare più in basso questa linea, rendendola decisamente più semplice e, dal mio punto di vista, meno appetibile. La G5 ha mantenuto queste caratteristiche, mentre con la G6 si è ritornati ai precedenti fasti. Ultimamente ho avuto in prova l’ultima Panasonic G7, che compie un ulteriore passo in avanti in termini di corpo e funzioni, essendo sintetizzabile come una versione economica della GH4.

g7-view-front

Caratteristiche principali

Il sensore, in formato Micro Quattro Terzi, ha 16MP ed è lo stesso presente su GX7 (recensione) ed LX100 recensione. Rispetto a queste due ha però il nuovo processore Venus Engine 9, che garantisce maggiore velocità ed un miglior trattamento delle immagini. Si tratta di un buon passo in avanti dalla G6 ed anche il range di sensibilità è leggermente aumentato, passando da 160-12800 a 200-25600 ISO. Dispone del veloce AF DFD (Depth from Defocus) come le recenti Panasonic ed un recente aggiornamento firmware ha portato l’interessante funzione Post Focus. LA G7 ha un buon comparto video, interessanti modalità di raffica in 4K, Wi-Fi, mirino comodo e display articolato, modalità silenziosa ed un corpo comodo e ricco di pulsanti.

g7-view-mano

Corpo ed ergonomia

Il cambio di passo rispetto la G6 è evidente anche nel design, che abbandona linee morbide e rassicuranti in favore di uno stile più lineare e deciso. Le dimensioni sono più o meno sovrapponibili alla precedente ed è giusto un po’ più piccola della GH4, ma mantiene una impugnatura profonda e ben sagomata, che la rende comodissima da tenere. A me hanno mandato in prova la versione di colore grigio scuro, che sembra un po’ giocattolosa a vederla, mentre invece è robusta pur essendo abbastanza leggera (520g con obiettivo del kit). Vi consiglio comunque il modello nero, che si sposa molto meglio con questo design.

g7-display

Display e mirino

Lo schermo ha una diagonale di 3″ e 1 milione di punti, risultando molto simile nella resa a quello della G6. È completamente articolato e comodissimo per ogni angolazione di ripresa, compresa l’auto inquadratura. Non poteva mancare la funzionalità touchscreen, veloce e precisa come da tradizione Panasonic. Si può scegliere il punto di messa a fuoco, certo, ma anche i menu sono ottimizzati per le dita e risulta comodissimo scorrere le immagini in riproduzione con uno swipe o ingrandirle con un pizzico. Panasonic è anche una delle pochissime, forse l’unica andando a memoria, che offre l’opzione di luminosità automatica per il monitor, cosa utilissima che ci consente di passare dal chiuso all’aperto senza perdere visibilità o dover passare in rassegna il menu.

g7-mirino

Il mirino è buono, si tratta di un pannello OLED con 2,3 milioni di punti (quasi il doppio rispetto la G6), ottima fluidità e ingrandimento dello 0,7x. È ricchissimo di informazioni e molto personalizzabile nella resa (colori/luminosità), così come il display principale. Risulta un po’ più piccolo di quello della GH4, come era lecito attendersi, ma è usabilissimo. L’unico appunto è che ai quattro angoli le lenti perdono un po’ di definizione, ma probabilmente la questione è enfatizzata dal fatto che porto gli occhiali, i quali allontanano l’occhio rispetto il corretto posizionamento.

g7-pulsanti

Controllo, impostazioni, menu

Provo decine di fotocamere ogni anno e penso che nel mondo mirrorless Panasonic offra la migliore esperienza utente possibile. Certo la quantità di controlli è direttamente proporzionale alla fascia di prezzo, ma la G7 è solo ad un passo dalla top di gamma GH4 ed ha tutto quello di cui si può aver bisogno. Ci sono due ghiere comode e precise per i parametri (nella G6 la seconda era una specie di levetta), l’ampio selettore per i modi di scatto, una ghiera fisica sulla sinistra per il metodo di avanzamento, una leva per l’impostazione del modo AF, un pad direzionale a 4 vie con altrettante scorciatoie e ben 5 tasti funzione personalizzabili, più altri 5 a piacere da visualizzare sul lato destro dello schermo (ma sono a scomparsa, volendo si possono non utilizzare). Non manca davvero nulla e si può scattare in manuale o a priorità avendo il controllo diretto di ogni singolo parametro.

g7-display-menu

Le mie considerazioni estremamente positive si estendono anche al menu ed alle impostazioni. Molti produttori di fotocamere avrebbero da imparare guardando Panasonic. Per prima cosa abbiamo una struttura chiarissima, divisa in 5 sezioni identificate da altrettante icone. Ogni sezione ha una serie di voci in elenco e una riga in cima ne descrive il significato con un testo scorrevole (in modo da poter essere più lungo dello spazio a disposizione). Sulla destra c’è poi un pratico sistema di paginazione, inevitabile perché le impostazioni sono tante, ed ogni singolo elemento si può usare perfettamente con le dita e con una risposta immediata della fotocamera. Non tutto risulta semplice per un neofita, perché alcune funzionalità più evolute richiedono una base di conoscenza, però lo sforzo per rendere tutto chiaro e la suddivisione coerente ed intuitiva sono certamente lodevoli.

g7-display-af

AF – Messa a fuoco

Come le ultime top di gamma di Panasonic, abbiamo la tecnologia di messa a fuoco denominata DFD: Depth from Defocus. A livello puramente teorico sembra simile al sistema Dual Pixel CMOS AF di Canon, nel senso che pur funzionando per contrasto riesce a valutare la distanza dei soggetti, ma in questo caso il calcolo è basato sulla valutazione di due fotogrammi con differente profondità di campo. La resa è davvero eccellente, sia in termini di velocità che di precisione, avendo anche capacità di funzionamento fino a -4EV. Durante il mio periodo di prova posso dire che non ha mai sbagliato un colpo, al chiuso come all’aperto, e nelle situazioni con pochissima luce si aiuta con un illuminatore ausiliario. L’unica cosa che non mi è piaciuta è che quando non riesce a mettere a fuoco perché il soggetto è troppo vicino rispetto al limite dell’obiettivo, alcune volte dà comunque il segnale di ok. Non è un grosso problema, ma se siamo disattenti potremmo farci fuorviare e scattare comunque la foto, accorgendoci del problema a casa, quando ormai è troppo tardi.

g7-display-af-auto

Con la freccia sinistra del pad (o dal quick menu) scegliamo la modalità di messa a fuoco, che può essere impostata sul rilevamento di volti/occhi, tracking, automatica 49 aree, personalizzazione multipla, 1 area o messa a fuoco precisa. Meritano ulteriori dettagli due cose, la prima delle quali è il tracking. Semplice da attivare e da far funzionare, segue i soggetti con una incredibile precisione per tutto il fotogramma. Ho fatto diverse prove per metterla in difficoltà, anche con poca luce ed un obiettivo f/5,6, ma la resa è rimasta sempre sorprendente. La personalizzazione multipla, invece, comprende tutto un altro menu in cui si può selezionare una fascia orizzontale o verticale e perfino attivare quante aree si vuole delle 49 a disposizione. In pratica si può creare una propria mappatura completamente personalizzata, salvando anche i risultati in 3 slot a disposizione dell’utente.

g7-display-af-multiplo

Per selezionare l’area di messa a fuoco basta un tap sullo schermo, mentre per passare dalla modalità singola a quella continua o manuale, c’è un selettore fisico a destra del mirino. Questo comprende anche un pulsante che funge da blocco fuoco ed esposizione, mentre in manuale appare sullo schermo una icona che ci consente di eseguire un singola messa a fuoco automatica quando necessario. Come ausilio alla MAF abbiamo sia lo zoom che il focus peaking, per cui c’è tutto quello che serve. In definitiva le funzionalità e le prestazioni sono quelle della top di gamma GH4, quindi complete e molto efficienti.

g7-af

Metering – Esposizione

Per il metering manca un tasto diretto nell’impostazione di base, ma questo è facilissimo da raggiungere attivando il quick menu, perché si trova in basso a sinistra, proprio a portata di pollice. Inoltre il quick menu è migliorato tantissimo anche rispetto la GH4, risultando più pratico da vedere ed usare.

g7-display-metering

Per chi preferisse un tasto fisico per il metering, consiglio di associarlo al pulsante Fn1, che di base controlla la compensazione d’esposizione. Quest’ultima si può modificare più comodamente con una delle due ghiere, attivando la funzione del menu Custom / Impostazioni per selettore / Compensazione Esposizione. Come valutazioni possibili abbiamo le classiche multipla, centro pesato e spot. Di norma io tendo a lavorare in manuale, quindi non vado a sfruttare la valutazione esposimetrica, ma nei test delle fotocamere adopero sempre quella multipla scattando a priorità di tempi o diaframmi, così da poterne verificare la resa. La G7 si comporta molto bene e in quasi tutte le situazioni ha prodotto immagini ottimamente esposte. Mettendola proprio in crisi, inquadrando un soggetto in ombra contro sole, tende a bruciare un po’ le luci per preservare la leggibilità. In questi casi consiglio di usare un pizzico di compensazione negativa, perché anche se il sensore ci consente di recuperare fino a circa 2 stop in post-produzione (ovviamente sui RAW), può succedere facilmente di eccedere ed avere comunque aree bruciate.

WB – Bilanciamento del bianco

Per il bilanciamento del bianco c’è una scorciatoia diretta a destra del pad direzionale ed abbiamo quello automatico, soleggiato, nuvoloso, ombra, incandescenza, automatico/flash, 4 posizioni personalizzabili e i gradi Kelvin (con step di 100K). Per ognuno di questi è possibile regolare finemente la tinta e i bilanciamenti personalizzati sono comodissimi da usare, in quanto basta premere la freccia sopra e poi dare conferma inquadrando una piccola area di colore neutro. La resa dell’automatico non è eccezionale, diciamo sufficiente. È un po’ troppo “ballerino” per i miei gusti, nel senso che basta spostarsi di mezzo centrimetro per veder cambiare la valutazione. Inoltre ho notato che nei JPG tende ad avere una dominante giallo verde, che per fortuna non ritrovo nel RAW, almeno non su Lightroom (senza applicare correzioni ovviamente).

Drive – Scatto continuo

Iniziamo col dire che l’otturatore meccanico raggiunge 1/4000, mentre con quello elettronico si sale 1/16000. Questo si attiva con la modalità silenziosa in quanto non genera nessun rumore (cosa utile in diverse circostanze). Il metodo di avanzamento si sceglie con la ghiera fisica in alto a sinistra, che comprende lo scatto singolo, la raffica, la raffica 4K, il bracketing, l’autoscatto e il Time-Lapse. Ad esclusione del primo, ognuno di questi modi ha diverse opzioni, che si trovano in alto a destra sullo schermo attivando il quick menu.

g7-4k

La raffica 4K è molto interessante, perché in realtà registra un filmato (fino a 50fps in FullHD) ma in riproduzione consente di selezionare ed esportare un singolo fotogramma in JPG ad 8MP, scegliendo liberamente il formato (4:3, 3:2, 16:9 o 1:1).

g7-display-raffica-4k

Questa funzione è stata aggiunta anche nella GH4 con il firmware 2.0, ma qui è implementata meglio avendo una posizione dedicata nella ghiera del modo di avanzamento. Può risultare utile in diverse circostanze, perché la qualità è buona, la risoluzione di 8MP è sufficiente anche per stampe non troppo grandi e la frequenza è impressionante, quindi è impossibile perdersi anche il movimento più rapido di un’azione.

g7-display-raffica-4k-scelta

Merita una menzione a parte la funzionalità Post Focus, introdotta con il firmware 2.0 il 25 novembre. Questa va attivata dal menu principale e probabilmente andava discussa nel paragrafo dell’AF, ma ho preferito inserirla qui perché è più simile alla raffica 4K. In effetti va a realizzare un breve video in cui cambia rapidamente il punto di messa a fuoco sfruttando la rapidità e fluidità DFD già discusso. Come nella raffica 4K abbiamo dunque fotogrammi da 8MP, che in modalità di riproduzione il software ci consente di estrapolare in singole immagini JPG cliccando sul punto di messa a fuoco che preferiamo.

Per quanto riguarda lo scatto continuo, la maggiore velocità si ottiene ovviamente con l’AF sul primo fotogramma e in JPG, modalità con la quale Panasonic dichiara 7fps, ma io ne ho contati 10 e con un buffer che consente di proseguire quasi all’infinito (mi sono fermato dopo 30 secondi). Attivando il RAW, invece, la velocità scende effettivamente a 7fps, mentre il buffer regge per 21 scatti. Con il RAW+JPG si mantiene lo stesso ritmo, ma si catturano meno fotogrammi. Da precisare che le prove in questione sono state eseguite con una SDXC Lexar 2000x da 64GB, perché la G7 è una delle pochissime fotocamere a supportare già lo standard UHS-II.

screenshot-drive

Flash

Il flash ha un pulsante di sblocco proprio a sinistra del mirino ed una portata di 9,3m alla sensibilità base. Possiede le funzionalità auto, forzato, disattivo, riduzione occhi rossi e sincronizzazione lenta, anche se purtroppo alcune di queste impostazioni non si trovano nel quick menu ma nel menu principale alla voce Foto / Flash. Qui troviamo anche la possibilità di definire la modalità TTL o manuale, la compensazione da +/–3EV e la possibilità di controllare lampeggiatori esterni wireless. C’è comunque anche la slitta a caldo in cima per usarli oncamera. Una cosa che vorrei sottolineare è che viene temporaneamente disattivata l’anteprima di esposizione in tempo reale quando colleghiamo un flash. Di norma le altre mirrorless continuano a mostrare l’esposizione data dai soli parametri di scatto, che ci daranno ovviamente un’immagine nera (o comunque molto scura) finché non partirà il lampo. La G7 invece, così come le altre Panasonic, rilevano la connessione del flash e disattivano l’anteprima reale, passando ad una che ci consente di visualizzare ciò che stiamo inquadrando con una esposizione automatica. Ovviamente non può prevedere il risultato dello scatto, ma ci consente di lavorare molto più comodamente simulando il comportamento di una reflex con visualizzazione ottica.

g7-flash

Qualità d’immagine e resa ad alti ISO

Le Micro Quattro Terzi, si sa, hanno un sensore più piccolo rispetto l’APS-C ed un resa ad alti ISO leggermente inferiore. Panasonic ha deciso di rimanere stabile sui 16MP da diversi anni, ma è riuscita lentamente ad ottimizzarne la resa di generazione in generazione, andando anche a migliorare l’elaborazione tramite processori sempre più performanti. Nella G7 troviamo l’ultimo Venus Engine 9, accoppiato al sensore già apprezzato nella recensione della GX7, il quale rende esattamente come da aspettative. C’è anche una nuova voce nel menu fotocamera per compensare la diffrazione, che migliora la nitidezza del JPG in particolare scattando a tutta apertura (si può scegliere solo off o auto). Complessivamente se la cava bene e le differenze rispetto la GX7 sono quasi impercettibili, posizionandosi un po’ al di sotto della GH4 come rapporto segnale/rumore. Il disturbo inizia ad essere presente già a 400 ISO, ma fino a 3200 ci si può spingere tranquillamente ottenendo immagini con una gamma dinamica ancora valida ed una quantità di rumore accettabile.

esempio-3200

A questa sensibilità il JPG mostra un discreto bilanciamento tra dettaglio e riduzione del rumore, anche se chiaramente è un po’ più morbido del RAW. Il risultato è comunque buono, seppure si noti qualche artefatto nelle zone di maggior contrasto. Se le foto devono finire sul web oppure si accetta di mantenere un po’ di rumore in stampa, ci si può spingere anche a 6400 ISO, oltre questo limite i dettagli e la gamma dinamica si riducono in modo drastico.

esempio-6400

Vi mostro di seguito qualche immagine di esempio, anche se il tempo non è stato dei migliori in questi giorni e quindi non ho potuto portarla con me in una bella escursione.

[TEST] Panasonic G7

Passiamo ora al classico test con tutte le sensibilità, ricordandovi come sempre che in questi casi azzero volutamente la riduzione del rumore sui RAW, anche quella cromatica. Noterete quindi più disturbo rispetto quanto visto finora e quanto risulterà dalle vostre voto, ma questo ci serve per valutare il sensore nel modo più nudo e crudo possibile, avendo anche modo di confrontarlo con gli stessi test eseguiti sulle altre fotocamere.

g7-testiso

File Sensibilità
JPG 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600
RAW 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600

Panasonic G7 TestISO

g7-connessioni

Connessioni, memoria, batteria

La G7 ha una buona dose di connessioni, la maggior parte disposte dietro uno sportellino sulla destra. Qui troviamo l’ingresso per il telecomando, l’uscita microHDMI ed una multiformato per la connessione al computer e l’output audio/video analogico. Sulla sinistra, invece, si trova l’ingresso per un microfono esterno, in una posizione comoda che non intralcia il funzionamento e l’uso della fotocamera e del display.

g7-microfono

La memoria è invece in basso, nello stesso vano della batteria. Come già anticipato, supporta anche le SD in formato UHS-II, le quali sono molto veloci ed iniziano ad avere prezzi più abbordabili. Purtroppo la batteria non è la stessa di GH3 e GH4, ma una più modesta DMW-BLC12E da 1200mAh/8,7Wh. L’autonomia è di circa 350 scatti, ma ovviamente scende rapidamente se facciamo video (o utilizziamo la raffica 4K, che alla fine sempre un video è). Per una gita fuori porta è mediamente sufficiente, ma se volete sfruttarla pienamente è meglio averne una di scorta (si trovano delle buone compatibili a meno di 20€).

g7-batteria-sd

Completo e ben fatto il comparto Wi-Fi, che ci consente di collegare uno smartphone ed eseguire un controllo remoto completo sotto ogni aspetto (fuoco, esposizione manuale, bilanciamento, ISO, ecc..). È inoltre possibile attivare il geotag delle foto in tempo reale, sincronizzare data/ora, riprodurre e condividere le foto, nonché creare anche dei collage.

screenshot-wifi

Video

Il comparto video è quello in cui Panasonic riesce a fare la differenza e la G7 è stata ben dotata rispetto la fascia di mercato cui appartiene. Ma non è una GH4, infatti mancano lo slowmotion, il timecode, la registrazione in MOV e l’uscita audio per le cuffie. Anche per il bitrate si posiziona al di sotto, pur offrendo comunque possibilità di tutto rispetto quali 100Mbps in 4K a 25/24fps oppure 28Mbps in 1080p a 50/25fps, registrando in formato MP4 (c’è anche l’AVCHD ma ha meno opzioni ed è meno pratico per la lavorazione al computer). Per divertirsi si possono applicare diversi effetti ai video, mentre se si vuol fare sul serio ci sono le opzioni Cinelike D e Cinelike V. Con questi profili colore si ottiene una gamma dinamica maggiore e si raggiungono migliori risultati con la color correction, ma se non si è dei professionisti o non si vuol fare della post-produzione, si lavora bene anche personalizzando il profilo colore standard e riducendo al minimo contrasto e nitidezza, nonché di un paio di punti almeno la saturazione. In questo modo si ottiene un look un po’ più cinematografico e meno da “videocamera”. Dal punto di vista software abbiamo la possibilità di lavorare benissimo in manuale, l’utile zebra pattern, nonché i metodi di assistenza alla messa a fuoco menzionati nel paragrafo dell’AF. Tuttavia la G7 si comporta molto bene anche nel fuoco automatico, per cui nei video amatoriali si può usare tranquillamente questo.

g7-micro-quattro-terzi

Conclusione

Inizio subito da quello che potrebbe essere considerato un punto debole: l’aspetto. Ormai siamo abituati a vedere mirrorless con design vintage e inserti in metallo che le impreziosiscono. La Panasonic G7 è esattamente all’opposto, non strizza l’occhio al passato ma guarda al presente, rispondendo ad un’esigenza che ritengo più importante: l’ergonomia. Non sto dicendo che sia brutta ma che guardandola non ci si innamora, perché è molto seria e professionale. Apprezzo molto che Panasonic abbia deciso di dare nuovo lustro alla serie G e la cosa ha decisamente senso anche dal punto di vista della lineup, visto che ha in produzione le GM e GF per chi ricerca maggiore compattezza e semplicità. Nella G7 c’è sicuramente un po’ di complessità in più che potrebbe intimorire il fotografo alle prime armi, ma proprio per questo può essere una compagna da sfruttare anche nel lungo periodo e riesce a soddisfare i più tecnici con un’esperienza d’uso completa ed appagante. La qualità fotografica è in linea con le aspettative per un sensore Micro Quattro Terzi, magari non raggiunge la GH4, ma sono piuttosto vicine. Nel video il distacco è evidente solo per il professionista, che potrebbe aver bisogno del timecode, dell’uscita audio e di qualche altra caratteristica che ha in meno rispetto la top di gamma, ma già così la qualità ed il controllo sono al di sopra della maggior parte delle rivali. Io credo che il punto di forza di questo modello sia nella versatilità, perché ha una buona ergonomia, tanti controlli manuali, è ricca di funzioni ma non ci complica la vita, fa delle buone foto e degli ottimi video, si usa con piacere grazie ad un menu chiaro ed al touch screen ed ha sia un comodo display che un buon mirino. Non dico che la Panasonic G7 sia perfetta, ma ad un prezzo di 700€ con il 14-42mm f/3,5-5,6 OIS non si rinuncia praticamente a nulla e i suoi pochissimi peccati vengono ripagati da un generale senso di appagamento nell’uso e per i risultati che ci offre, sia nel campo fotografico che in quello video. Se dovessi chiederle qualcosa in più mi verrebbe in mente la stabilizzazione sul sensore e un corpo tropicalizzato in lega di magnesio, ma sono cose presenti nella GX8 che è ovviamente in una fascia di prezzo più elevata. Per finire c’è il plus del vastissimo parco lenti Micro Quattro Terzi, dove ci sono lenti costose per i più esigenti, ma anche dei fissi luminosi con ottima resa ad un prezzo onesto.

PRO
+ Ottima ergonomia
+ Ricca di controlli ampiamente personalizzabili
+ Menu chiaro e con molte impostazioni avanzate
+ Buona qualità d’immagine sia in JPG che in RAW
+ Ottimo AF con moltissime modalità e tracking performante
+ Raffica molto veloce (e fino 6fps con AF continuo)
+ Modalità raffica 4K
+ Otturatore elettronico con modalità silenziosa
+ Display articolato comodo e con luminosità automatica
+ Ottima implementazione del touchscreen
+ Mirino elettronico integrato di qualità più che sufficiente per la fascia di prezzo
+ Funzione Post Focus
+ Buon controllo del flash
+ Supporta le veloci memorie UHS-II
+ Video 4K di buona qualità e con controlli manuali completi
+ Vari sistemi di assistenza alla messa a fuoco manuale e buona risposta di quella continua
+ Buone funzioni di controllo remoto via Wi-Fi

CONTRO
- Durata batteria esigua registrando video o con raffiche 4K
- Quando si scattano raffiche si nota un po’ di rallentamento

DA CONSIDERARE
| Va sempre ricordata l’ottima dotazione di obiettivi Micro Quattro Terzi
| I JPG standard non hanno colori eccezionali (modificate il profilo)
| Sarebbe perfetta con stabilizzazione sul sensore e corpo in lega, ma non a questo prezzo

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.