Recensione: iFlicks 3, la conversione video facile per macOS ora più veloce grazie al chip T2

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Roberto Ferrero, Daniele Dimiccoli, Andrea Giovannini, Paolo Bulgarelli, Alessandro Brandi, Massimiliano Francescutto, Giovanni Pepe.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Il trattamento dei filmati su macOS può giovare di moltissimi tool gratuiti e di ottima qualità, tra cui Handbrake, MKVTools, MPEG Streamclip ed altri, ma quando si tratta di semplicità assoluta il vincitore è iFlicks. La facilità con cui tantissimi utenti lo usano fin dalla sua prima versione è ciò che lo contraddistingue, nonché la “ragione” del suo prezzo. Con un po’ di pazienza e conoscenza della struttura dei file video e dei codec, gli stessi risultati si possono ottenere gratuitamente, volendo anche molto di più, eppure iFlicks continua a vendere e ad avere molti ammiratori anche tra chi possiede le competenze per farne a meno. Io non lo uso moltissimo, ma ho acquistato sia la prima che la seconda versione sul Mac App Store, poiché quelle volte in cui mi è utile si dimostra così efficace da meritare la spesa. Non ho però mai apprezzato la politica dei prezzi, sia perché elevati sia perché tra le prime due versioni le differenze potevano tranquillamente rientrare nell’ambito di una minor release.

Ieri ho ricevuto la mail con l’annuncio dell’uscita di iFlicks 3, che si può acquistare sul Mac App Store per 38,99€ una tantum, oppure si può scaricare la versione gratuita denominata solo “iFlicks” che poi ha l’acquisto in-app per un abbonamento. Quest’ultima propone due sottoscrizioni con uno sconto importante dovuto al lancio: Basic da 4,99€/anno e Plus da 9,99€/anno. Le differenze tra le due versioni sono indicate nell’immagine inferiore ma chi avesse solo la necessità di convertire video facilmente può accontentarsi del Basic. Resta da capire perché pagare, sia come nuovi utenti che da possessori di iFlicks 2.

Il focus primario nella presentazione era sulla nuova dark mode compatibile con macOS Mojave. A prima occhiata sembrava quindi la stessa solfa più scura, ma in realtà ci sono delle novità sostanziali.

  • Nuovi preset e compatibilità HEVC (H.265)
  • Supporto per la Touch Bar dei MacBook Pro
  • Passhtrough audio Dobly Digital Plus Atmos
  • Utilizzo dei chip T2 per una codifica più veloce

iFlicks viene spesso utilizzato per la sua conversione semplice in un formato “Compatibile con iTunes”, perché capisce automaticamente se è necessaria una codifica oppure se può semplicemente impacchettare le tracce audio e video in un formato digeribile da tutti i player Apple, sia desktop che mobile. Tuttavia in alcuni casi serve per forza un nuovo passaggio e le vecchie impostazioni (visibili in basso con la dicitura Legacy) erano ormai non al passo coi tempi. L’elenco attuale di preset è molto più vasto e variegato, ma soprattutto include il più efficiente codec HEVC con diverse risoluzioni e due bitrate, uno normale ed uno HQ di maggiore qualità.

Il vero motivo per cui molti usano iFlicks risiede tuttavia in un’altra sua peculiarità: la gestione dei metadati. Trascinando nella finestra un file video che abbia nel nome il titolo del film (è utile anche l’anno se ci sono remake), questo andrà a pescare in automatico la copertina e tutte le info disponibili online, tra la descrizione, l’anno di uscita, attori e registi. Inoltre segnerà dei capitoli, il cui nome è personalizzabile, e permetterà di verificare la presenza di diverse tracce audio e sottotitoli. Quest’ultima sezione è rimasta un po’ povera, ha più che altro funzione di controllo.

Altra cosa importante è che nuovi preset possono essere creati dall’utente, ma il livello di intervento è molto leggero. Bisogna ricordarsi che iFlicks è destinato ad un target che richiede semplicità, dunque non stupisce che vi siano pochi settaggi, tuttavia vedere uno slider “Quality” senza alcuna etichetta che ci faccia capire cosa stiamo cambiando non è il massimo. Secondo me dovrebbero inserire una previsione di massima del peso del file per 1h di filmato basata su formato, codec e qualità impostata: sarebbe sempre imprecisa in presenza di VBR ma darebbe per lo meno un’idea dell’impatto dei vari cambiamenti.

È anche molto interessante la possibilità di controllare una cartella in modo attivo, così che ogni file video che vi si inserisce venga automaticamente inviato ad iFlicks. Questo può essere istruito con delle regole davvero molto granulari – ricorda un po’ Hazel in questo – per cui in base al tipo di file, al suo nome, alle tracce audio e video presenti, alla dimensione e tanto tanto altro, si possano applicare delle conversioni differenti. Inoltre è possibile eseguire comandi (AppleScript inclusi) da lanciare dopo l’esecuzione del task.

Certo c’è chi usa iFlicks solo per una conversione immediata col drag&drop, ma questi strumenti dimostrano che è pensato e adatto anche per gestire grossi cataloghi grazie agli automatismi di cui dispone. Avendo già iFlicks 2, però, l’acquisto di una nuova versione e addirittura il passaggio ad una soluzione in abbonamento dà da pensare. Certo ci sono diversi miglioramenti alle impostazioni e qualcosa all’interfaccia, ma non credo sia sufficiente.

La mia attenzione è stata infatti catturata da un altro aspetto, ovvero lo sfruttamento del chip T2 per la codifica. Questo è presente all’interno di iMac Pro 2017, Mac mini, MacBook Pro con Touch Bar e MacBook Air del 2018, ed ho voluto verificare subito l’impatto dovuto all’impiego del chip ARM sul più lento di tutti. Ho dunque convertito un file video 1080p di soli 15 minuti ma dal birate molto elevato (peso 1,87GB) in H.264 con iFlicks 2 e poi con il 3, sia utilizzando le stesse impostazioni che sfruttando il nuovo preset 1080p HEVC. Il miglioramento di velocità è stato impressionante, soprattutto se si pensa che è lo stesso identico computer:

  • MacBook Air 2018 iFlicks 2 1080p H.264 52:58
  • MacBook Air 2018 iFlicks 3 1080p H.264 9:45
  • MacBook Air 2018 iFlicks 3 1080p HEVC 9:35

Chiaramente con computer più performanti la differenza si riduce, ma rimane importante:

  • iMac Pro iFlicks 2 1080p H.264 9:07
  • iMac Pro iFlicks 3 1080p H.264 5:26
  • iMac Pro iFlicks 3 1080p HEVC 5:28

Conclusione

Abbiamo visto l’interfaccia scura, i nuovi preset, le funzioni di monitoraggio e conversione automatica in base alle regole, ma a rendere davvero appetibile questo update è l’ultimo dato registrato. Sui computer più carrozzati l’incremento di velocità è inferiore, ma il miglioramento possibile grazie a questa ottimizzazione rimane tangibile. Se si possiede un Mac con chip T2 non si può ignorare iFlicks 3 perché farà risparmiare davvero moltissimo tempo. Io non ho mai amato gli abbonamenti, però li preferisco rispetto a quei software di cui esce una nuova versione a pagamento ogni anno con pochissimi migliorie effettive, tranne il supporto per il nuovo macOS. Ora non mi andava proprio di pagare quasi 40€ per comprare l’ennesima versione di iFlicks (che comunque è troppo cara), per cui la possibilità di pagare 5 o 10€ è stata la benvenuta. Certo l’anno prossimo la sottoscrizione sarà a prezzo pieno, ma quando si sarà equiparato il prezzo del software una tantum è probabile che sarà uscita la versione successiva, che sarà inclusa nel piano in abbonamento. Fate due conti in base al vostro potenziale utilizzo di un software del genere, ma se pensate che possa esservi utile scaricata la versione di prova dal sito con la quale potete fare quale test sul campo.

iFlicks 3 è inclusa nel pacchetto software di SetApp, quindi chi fosse abbonato potrà scaricare la nuova versione gratuitamente.

PRO
+ Ottimo incremento di velocità con i Mac dotati di chip T2
+ Compatibilità HEVC
+ Nuovi preset e possibilità di personalizzarli
+ Interfaccia scura
+ Possibilità di monitoraggio delle cartelle
+ Creazione di regole ed automatismi di conversione molto granulari

CONTRO
- La licenza una tantum è cara e la versione in abbonamento è economica solo per il lancio
- In questa versione c’è un grosso Bug nella ricerca metadati in italiano per i sequel, per cui su questi si dovrà spesso rifare l’abbinamento manualmente

DA CONSIDERARE
| L’interfaccia primaria inizia ad essere un po’ stantia: la pennellata scura non è sufficiente
| La coda di esecuzione potrebbe essere rappresentata in modo più completo e chiaro
| Qualche personalizzazione più avanzata nei preset sarebbe gradita, anche se nascosta

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.