Il mio setup video all-in-one per i vlog: sta tutto su un treppiedi

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Da quando ho ripreso a fare video su YouTube ho tribolato per ottimizzare il mio setup di registrazione. Per fortuna ho avuto la possibilità di occupare un intero ambiente per le recensioni, quelle che vedete con sfondo tendenzialmente scuro, dove ho ingombranti stativi a C, tante luci, monitor 24″, più di una videocamera montata, microfoni, ecc.. Non è una stanza grande, ma ho il vantaggio di poter tenere tutte queste cose sempre montate risparmiando tempo e fatica. Ogni tanto, però, mi capita di voler registrare dei video più estemporanei, delle chiacchierate su questo o quell’altro argomento che metto nella categoria vlog.

Per questi video cerco di usare direttamente il mio studio casalingo, ma qui lo spazio è poco e non riesco a mettere stativi o gli ingombranti treppiedi per il video. Per le luci ho risolto grazie ad un paio di Manfrotto Autopole, in modo da non avere niente sul pavimento, mentre per tutto il resto ero sempre un po’ in difficoltà. Dovevo montare tutto ogni volta, cambiavo spesso camera, poi c’erano i microfoni da 3,5mm che non mi piacevano, faticavo a vedere cosa stavo registrano. Insomma, mi sentivo scomodo e mi passava la voglia di registrare. Così mi son messo di buona lena per creare un setup all-in-one che stesse tutto su un unico treppiedi. Sembra cosa facile se si considera solo l’essenziale, ovvero una camera e un microfono, ma nel corso del tempo ho perfezionato le cose aggiungendo vari componenti affinché l’esperienza di registrazione fosse semplice e al contempo efficace. So che non a tutti interesserà l’argomento, ma voglio condividere con voi il risultato di queste fatiche, ovvero il mio setup statico per vlog.

Benro Mach3 Serie4 3 sezioni alluminio

Questo treppiedi ha dei tubolari molto grandi e robusti realizzati in alluminio. I modelli in carbonio sono migliori per essere trasportati, ma per lo studio questo non ha controindicazioni ed è molto saldo sul terreno per via del suo peso. Uno dei motivi per cui l’ho scelto è il particolare anello metallico che consente di alzare e abbassare la colonna centrale, poiché ha una presa più comoda ed è molto più preciso e robusto rispetto quelli tipici in plastica.


Benro testa micrometrica GD3WH

In abbinata al treppiede, ho scelto una testa sempre di Benro con aggiustamenti micrometrici. Questa offre la possibilità di perfezionare la posizione di ripresa in modo preciso separatamente sui tre assi e senza dover allentare nulla, cosa impossibile con le tradizionali teste a sfera. Inoltre, dispone di un attacco in standard Arca Swiss e di una piastra in cui è possibile inserire una seconda vite per fermare in modo più preciso le gabbie delle fotocamere.


Sony A7 Mark IV

Per le riprese ho scelto la Sony A7 Mark IV, perché offre un’ottima qualità video ed una messa a fuoco sempre precisa e agganciata sul soggetto. Per questo genere di riprese basterebbe anche un prodotto inferiore, come una A7 Mark III o una A7c, senza contare le possibilità offerte dai modelli APS-C come la ZV-E10 per rimanere in casa Sony. Tuttavia, la A7 IV ha un mix di funzionalità per me ideali, poiché è una full-frame e dispone di tecnologie più recenti come la compensazione del focus breathing (che nel video può essere fastidioso). L’altra cosa importante di questo modello è che dispone di slitta digitale multi-interface, quindi ho potuto collegare l’adattatore Sony XLR-K3M per gestire in modo più completo l’audio. Tra gli aspetti negativi per l’uso che ne faccio io, cito essenzialmente l’assenza di ricevitore infrarossi, cosa che rende impossibile l’utilizzo del pratico telecomando Sony RMT-DSLR2 per attivare la registrazione a distanza.


Sony 28mm F2.0

Una cosa che ho capito subito è che in questa postazione posso usare lenti sotto i 30mm, perché ho provato con il 35mm F1.8 e non mi piace il fatto che la camera vada a finire troppo indietro nella mia piccola stanza, ostruendo l’apertura della porta. Quindi se suonano per consegne o altro, devo spostare tutta l’attrezzatura per uscire. Preciso però che il setup da me composto reggerebbe benissimo anche queste distanze, sia per il monitor che per il microfono, grazie ai prodotti scelti ed alla loro configurazione. La resa che mi piace di più è quella del 24mm F1.4 GM attivando sulla A7 Mark V la compensazione del focus breathing, tuttavia è una lente che sfoca tanto e può diventare fastidiosa se mi muovo un po’ sulla sedia (cosa che faccio spesso). Senza contare che usandolo bloccherei un eccellente obiettivo fotografico per una mansione fin troppo semplice. Così ho preso il 28mm F2.0 che ha un prezzo basso, una messa fuoco fluida e poco focus breathing, quindi posso disattivare la compensazione per recuperare angolo di campo. Non è una lente eccezionale per risoluzione e distorsione, ma per il video va benone. Anzi, lo ammorbidisco un po’ con degli aggiuntivi ottici.


Neewer Black Diffusion 1/8

Per rendere un po’ più organico il video e diffuse le luci, usavo il filtro Moment CineBloom Diffusion di ottima qualità, ma piuttosto costoso. Dato che preferivo averlo disponibile per il lavoro, ho preso un ben più economico filtro Neewer Black Diffusion 1/8 che svolge comunque il suo lavoro in modo decente. Non è paragonabile, ma ripeto, per fare dei semplici vlog è già una finezza averlo.


Hoya Pro1 Digital PL-C

Il filtro polarizzatore l’ho trovato necessario per poter gestire meglio la luminosità dello schermo alle mie spalle, oltre che per ridurre i riflessi sugli occhiali. Come per il diffusore, ho iniziato utilizzato il migliore che avevo, ovvero il NiSi Polarizzatore Enhance Ti-Frame, ma era peccato sprecarlo così. Per fortuna avevo un vecchissimo polarizzatore circolare di Hoya ancora in ottime condizioni, dunque ho preferito usare quello. Chiaramente, per entrambi i filtri regolatevi voi su quale diametro acquistare in base alla filettatura dell’obiettivo in uso. Il mio unico consiglio è di evitare troppi adattatori, quindi se volete prendere un diametro di filtri maggiore per ridurre la vignettatura e coprire anche l’uso su altri obiettivi, acquistate degli adattatori specifici da/a e non l’intera sequenza con tutti gli step.


Feelworld T7 Plus

Dal momento che la fotocamera non è proprio vicinissima e il display integrato della A7IV è anche coperto dai cavi, utilizzo anche un monitor esterno. Non mi serve a molto, controllo giusto i livelli audio, la messa a fuoco e sommariamente l’esposizione, dunque ho scelto un modello con funzionalità semplici ma con diagonale generosa. Questo Feelworld T7 Plus ha risolto perfettamente il tutto, con anche la possibilità di caricare LUT 3D custom (anche se non è una cosa che uso).


Braccio Manfrotto con Super Clamp

Come supporto per il monitor ho provato diversi magic arm, ma non reggevano mai e si spostavano continuamente. Così ho optato per il braccio snodabile Manfrotto 196AB-2 che ho attaccato su una gamba del treppiedi grazie all’ottimo morsetto Manfrotto Super Clamp 035FTC. Insieme sono davvero perfetti ed offrono grande libertà di posizionamento per il monitor (che personalmente tengo centrale rispetto la fotocamera). Tra una estremità del braccio e il monitor ho utilizzato un semplice adattatore (consiglio di comprarne un pack perché sono sempre utili).


Sony XLR-K3M

Qualche anno fa per i vlog veloci usavo i microfoni di Rode con attacco da 3,5mm, ma la qualità non era mai del tutto soddisfacente per i miei gusti. Stessa cosa dicasi per i lavalier, sia diretti che wireless. Ho così optato per questo adattatore che consente di usare microfoni XLR sulla A7 Mark IV e su tutte le altre fotocamere del brand con slitta multi-interface. L’adattatore include anche un microfono XLR di buona qualità (ECM-XM1), ma Sony ha fatto l’enorme errore di attaccarlo direttamente ad un cavo di lunghezza minima, giusto il necessario per entrare nell’adattatore. Dato che la fotocamera sta ad un paio di metri da me, questo non riesce a catturare il parlato nel migliore dei modi. Per avvicinarlo avrei potuto usare una prolunga, ma ho proferito considerarlo un microfono di backup e acquistarne un altro da mettere nel secondo input XLR dello stesso modello che uso nella postazione delle recensioni, così da uniformare il profilo audio ed avere una maggiore sicurezza nel caso una delle due tracce presentasse dei problemi.


Sennheiser MKE600

Il microfono che ho scelto per la traccia primaria è il mio solito e fidato Sennheiser MKE600, uno shotgun che offre una qualità di cattura molto elevata a fronte di un ridottissimo rumore di fondo. In passato ho fatto anche un test di confronto con altri modelli, identificandolo come il mio preferito. Questo lo inserisco nell’INPUT 1 del Sony XLR-K3M, lasciando il microfono nativo ECM-XM1 nel secondo canale.


Magic Arm + RØDE SM3-R

Come sostegno per il microfono ho scelto il RØDE SM3-R con doppio attacco ammortizzato: è un po’ costoso ma fa stare piuttosto tranquilli anche quando per errore urto su qualcosa. Per avvicinarlo ho utilizzato un piccolo Magic Arm di Tarion che ho attaccato sull’asta più vicina del braccio del monitor. In questo modo posso tenerlo ripiegato quando non in uso oppure avvicinarlo molto quando serve. Di norma gli shotgun si fanno arrivare dall’alto, ma in questa configurazione arriva dal basso. Lo svantaggio è che si sentono un po’ di più i rumori delle mani, ma io lo inclino tanto verso l’alto e lo sollevo fino al bordo inferiore dell’inquadratura per limitare il problema. Da notare che non si può attaccare direttamente il supporto al braccio, quindi ho dovuto usare un piccolo adattatore.


Fomito supporto V-Lock con morsetto

Il mio obiettivo primario con tutto questo setup è stato fin da subito quello di non dovermi preoccupare delle batterie di ogni singolo dispositivo. Per questo motivo ho acquistato un supporto per batterie V-Lock. Quello che ho scelto è di FOMITO ed ha già integrato uno switch on/off nonché una uscita D-Tap, una USB-A e 3 DC da 8V, 12V e 15V. La cosa ancora più interessante è che è dotato di una pinza sul retro, quindi ho collegato anche lui sul treppiedi, più precisamente nel tubo centrale per non farlo fuoriuscire troppo.


ANDYCINE 95s

Ultima, ma non certo per importanza, la questione alimentazione. Come batterie V-Mount ne ho cinque, la maggior parte delle quali molto semplici dato che ho tanti connettori utili già sul supporto. Nell’uso standard che ne faccio, attacco un cavo da USB-A a USB-C per dare alimentazione supplementare alla fotocamera (che deve comunque avere la batteria interna) e poi il DC 12V per il monitor. Tuttavia, vi voglio parlare dell’ultima nata ANDYCINE 95s in particolare perché è super compatta, con una capacità di 95Wh/6400mAh, e tantissime porte all’attivo. Abbiamo infatti una USB-C, una USB-A, una DC e due D-Tap. Inoltre, un tasto azzurro laterale attiva un indicatore luminoso dello stato di carica, che è anche visibile sullo schermo LCD.

La cosa particolarmente utile per me è stata quella di avere porte USB in più, perché in alcuni video uso un iPad mini con delle informazioni tecniche che posso consultare in caso di dimenticanza e mi succedeva sempre di averne necessità quando era scarico. Con questa batteria posso collegarlo in modo diretto. Ci sono ovviamente altre possibilità, come usare un adattatore D-Tap a USB-C o una dummy battery per la Sony Fz100, ma io cerco di evitare adattatori o batterie non originali sulla mia attrezzatura, quindi questa è la strada che ho personalmente scelto.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.