Il 2024 sarà l’anno dello Snapdragon X Elite, ma Apple non ha nulla da temere

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Dopo un inizio sfolgorante con la generazione M1, i successivi chip Apple Silicon hanno ricevuto un’accoglienza più tiepida. In particolare è stata la lineup M2 a non portare grandi cambiamenti, mentre con M3 si è fatto un salto in avanti consistente almeno sul fronte grafico. Più volte ho sentito critiche rivolte ad Apple basate sul fatto che gli M1 siano ancora attuali dopo l’uscita di M2 ed M3, ma questo non fa altro che ribadire l’ottimo lavoro che si è fatto nel passaggio da x86-64 alle soluzioni basate su ARM “fatte in casa”. Mentre Intel ed AMD cercano di recuperare terreno sul fronte delle performance per watt, Snapdragon si è mossa sul loro stesso settore con un marketing spintissimo relativo al prossimo X Elite. Un chip che, a detta loro, non soltanto batterà quelli di Apple ma cambierà per sempre il mercato dei PC. Sarà vero?

Personalmente nutro sempre dei dubbi quando c’è il marketing di mezzo, cosa che vale anche per i prodotti Apple, ma in questo caso ci sono due ostacoli aggiuntivi da considerare: il primo è che non lo vedremo sul mercato prima della metà del 2024, il secondo è che Windows for ARM è ancora poco supportato e il suo livello di emulazione del codice x86-64 è molto lontano dall’efficienza di Rosetta 2 su macOS. Riguardo il primo punto dovremo aspettare e vedere, mentre per il secondo c’è poco da fare: se Microsoft non riuscisse a fare di meglio con l’emulazione, dovranno essere gli sviluppatori a credere in questo percorso alternativo. Con Apple è stato relativamente facile, perché si è trattato di uno switch-off rispetto alla vecchia architettura, mentre Windows dovrà continuare a stare con un piede in due scarpe: quella ARM e quella x86-64.

A parte tutte le preoccupazioni di contorno, rimane poi un aspetto determinante: è davvero così valido lo Snapdragon X Elite?

Al momento ci sono tante mezze dichiarazioni e brandelli di benchmark che circolano online, alcuni ufficiali altri meno. Ho trovato un recap interessante in un video e in diversi articoli, ma vi riporto qui alcuni dati salienti. Lo Snapdragon X Elite può impensierire un M3 sul fronte CPU, ma si tratta comunque di una mezza verità. Il range di TDP previsto per il chip di Snapdragon sarà di 9-85W, in modo da potersi adattare sia a computer portatili che desktop, ma tutte le prove di forza a confronto con gli Apple Silicon lo vedono utilizzare 80W, mentre un M3 ne usa solo 20. Capite bene che si tratta di una vittoria di Pirro, visto che le performance per watt di Apple Silicon sono circa 6 volte superiori.

Dati multi-core calcolati con Geekbench 6.2

Se si confronta la CPU dello Snapdragon con quella di un M3 Pro quest’ultimo vince, anche se di poco, però utilizza 27W invece di 80W. E prendendo in esame la CPU di M3 Max, il mirabolante X Elite le prende di santa ragione e consuma sempre molto di più. L’efficienza energetica sembra persino peggiore rispetto a quella degli ultimi chip Intel e AMD.

Consumi a parte, la differenza sostanziale sta nel fatto che i chip Apple Silicon possono stare in ultrabook al massimo della loro potenza con ventole che spesso stanno del tutto spente. E possono dare il massimo pure con la sola batteria integrata, mentre lo Snapdragon X Elite non riuscirà a fare nessuna di queste cose. Con i numeri che vediamo oggi, l’uso negli ultrabook con 15/30W TDP porterà a numeri nettamente inferiori e nei PC Desktop richiederà comunque più alimentazione per andare peggio di un chip Apple di pari livello. Rimanendo sempre inferiore all’attuale M3 Max e ancora di più ad M3 Ultra – quando uscirà.

Se poi parliamo di GPU, la situazione per lo Snapdragon X Elite è decisamente peggiore. Il confronto sugli FPS ottenibili con il benchmark 3D Mark Wildlife Extreme è davvero deludente, visto che a fatica supera un M1. M3 fa molto meglio (pur non essendo questo un benchmark che sfrutta molto il ray-tracing) e l’M3 Pro è parecchie spanne sopra, al punto che non vale neanche la pena scomodare M3 Max.

Il punto qui non è denigrare il lavoro di Snapadragon, che ha certamente ottenuto il miglior risultato visto finora su un chip ARM per PC. Se si pensa al Surface Pro 9 con il suo SQ3, qui siamo su un livello nettamente superiore. Dunque l’importanza per il settore c’è ed è innegabile, sempre se riuscirà a trovare un giusto bilanciamento tra prestazioni e consumi e quindi offrirne una implementazione che dia buoni risultati intorno ai 20W attualmente usati da un M3. Questo per consentire di creare dei tablet e anche degli ultrabook fanless stile MacBook Air.

Con consumi simili agli Apple Silicon ci dovremo dimenticare le prestazioni sbandierate da Snapdragon, ma sarà già tanta cosa per il mercato mobile PC. Sempre se si riuscirà in qualche modo a spingere gli sviluppatori ad investire su ARM e/o Microsoft a riprogettare e migliorare il suo sistema di emulazione. Certo c’è sempre la strada possibile di Linux, che non a caso è stato preso in esame per alcuni benchmark dove su Windows i numeri sarebbero stati troppo bassi, ma questo muove troppo poco mercato per poterci basare una strategia di vendita.

Lo vedrei bene insieme ad una profonda rivisitazione di ChromeOS, perché Google avrebbe i numeri e la forza commerciale per spingere una versione di Linux più semplice e appetibile alle masse. Tuttavia questo dovrebbe maturare sotto diversi aspetti, risultare più completo e aperto, senza contare che dovrebbero arrivare anche dei portatili di migliore qualità di quelli visti finora, un po’ sulla falsa riga dei Chromebook Plus.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.