Recensione Apple Mac Studio: un Mac mini travestito da Pro

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Il Mac Studio è il computer che molti stavamo aspettando: un desktop più potente del Mac mini, ma senza arrivare ai prezzi del Mac Pro. Quest’ultimo non è ancora stato aggiornato con Apple Silicon, ma ha dalla sua modularità ed espandibilità, due aggettivi che proprio non si abbinano al Mac Studio. La potenza, però, non gli manca. Moltissimi professionisti oggi possono scegliere questo invece del Mac Pro perché costa molto di meno e offre ottime prestazioni.

Il Mac Studio parte dove i MacBook Pro 14/16 arrivano, ovvero dal chip M1 Max, e introduce anche il nuovo M1 Ultra che ne raddoppia le specifiche. È senza dubbio la configurazione più interessante da analizzare dal punto di vista tecnico ed è quella che ho scelto di noleggiare per la mia attività, ma sono incappato in un lunghissimo ritardo per la consegna. Per fortuna avevo acquistato il primo giorno utile anche un Mac Studio M1 Max e quello è arrivato.

I MacBook Pro 14/16 sono stati i primi computer della nuova famiglia Apple Silicon a presentarsi con due chip diversi: M1 Pro e Max. Se si prende ad esempio il 16″ M1 Pro, si noterà che il passaggio al Max con le stesse specifiche (32GB RAM / 1 TB) costa solo 230€ in più, mentre la differenza minima tra Mac Studio M1 Max e Ultra (64GB RAM / 1 TB) è di 1380€.

Faccio subito questa constatazione per sottolineare il fatto che sul MacBook Pro la questione di quale chip scegliere non aveva lo stesso peso. Il Mac Studio M1 Ultra segna uno scarto netto perché di fatto include due M1 Max legati tramite tecnologia Ultra Fusion, cosa che lo porta anche ad essere il primo SoC Apple Silicon con un incremento netto di prestazioni sul fronte CPU. Finora avevamo avuto M1 da 8-core ed M1 Pro / Max da 10-core, mentre con M1 Ultra si arriva di colpo a 20-core – non considero qui le versioni non integrali dovute al product binning.

Processore M1 M1 Pro M1 Max M1 Ultra
Core Totali 8 10 10 20
Core di Prestazioni 4 8 8 16
Core di Efficienza 4 2 2 4
Geekbench Single-Core 1732 1765 1784 1734
Geekbench Multi-Core 7673 12431 12790 23991

A parte la questione del differente impatto sui costi, l’altra cosa importante sta proprio qui: nella CPU. Per tutte le attività che gravano principalmente sul processore, non c’è alcuna differenza tra M1 Pro e Max, che invece differiscono per l’apporto della scheda grafica (raddoppiata nel Max). Nel caso del Mac Studio, invece, M1 Ultra raddoppia entrambe, quindi l’upgrade punta a soddisfare anche le esigenze di chi utilizza software CPU-intensive in multi-core.

Altre brevi considerazioni sulla lineup attuale (aprile 2022):

  • il Mac Studio è l’unico computer desktop Apple con chip superiore ad M1
  • non esiste una versione di Mac Studio con M1 Pro
  • l’iMac 27″ Intel è stato ritirato dalla vendita, quindi niente più all-in-one “potenti”
  • il Mac Studio ricorda il Mac Pro 2013: compatto e non aggiornabile

In merito all’ultimo punto è interessante ricordare che il Mac Pro “cilindro” fu pesantemente criticato per la sua mancanza di espandibilità, eppure lì si poteva sostituire la RAM e anche la CPU – cosa che ho fatto sul mio installando uno Xeon 12-core.

Uno slot libero per lo storage (non standard) sul Mac Studio | Fonte Max Tech YouTube

Nel Mac Studio non si può aggiornare nulla perché è tutto blindando all’interno del SoC, con l’unica eccezione dello storage che sta su due slot interni (il secondo è occupato solo con i tagli più grandi). Tuttavia non ci sono degli SSD completi ma solo le memorie e con un formato proprietario. Il controller rimane all’interno del SoC e quindi non c’è la possibilità di espansione per l’utente come confermato da iFixit (ciò non esclude che in futuro possano essere prodotte e vendute unità compatibili).

VELOCITÀ SSD 512GB 1TB
LETTURA 5455 MB/s 5320 MB/s
SCRITTURA 4189 MB/s 5836 MB/s

Dalla forma alla funzione

Il Mac Studio sfoggia un semplice design funzionale. Si apprezza sempre la qualità costruttiva, ma non è un computer che si ricorderà per le sue forme. Per un lungo periodo Apple ha dato priorità all’estetica incappando in numerosi problemi di areazione, quindi non ci si può lamentare che si sia invertita la rotta conferendo la giusta priorità all’area tecnica. Rimane però la curiosità di cosa sarebbe successo se ci fosse stato Jonathan Ive a guidarne lo sviluppo. Non si tratta di un rimpianto campato in aria, è che con Apple Silicon ci si poteva finalmente permettere di osare con minori ripercussioni sul fronte termico. Non sapremo mai come sarebbe andata, ma di certo nel Mac Studio non vedo quel guizzo di originalità che ha dato vita a modelli iconici come il G4 Cube e direi anche il Mac Pro 2013.

Il fatto che si sia considerata prima di tutto la praticità si nota anche per la presenza di porte frontali, una cosa che non si vedeva nei Mac dai tempi dell’ultimo Mac Pro “grattugia”. Ci sono 2 USB-C da 10Gbps nel modello con M1 Max, che diventano Thunderbolt 4 nella versione M1 Ultra. Sono un po’ dure con alcuni cavi, infatti ho preso l’abitudine di tenere il Mac mentre li inserisco e tolgo. Vicino a queste c’è “addirittura” lo slot SD che ha un cassetto liscio, senza incastri e molle. Inizialmente è quasi deludente, ma è molto meglio così perché non si può rompere. Voglio vedervi a smontare un Mac Studio o mandarlo in assistenza perché si incastra o salta una molla da 1 centesimo.

Con la Kingston React Plus V90 ho registrato velocità ottime, fino a 220MB/s in scrittura e 250MB/s in lettura, e sono memorie che vanno benissimo e costano poco per le loro specifiche. Poi ho provato un po’ tutti i modelli che avevo sotto mano (solo la Sony Tough ha dato risultati deludenti) e ho messo tutto in un articolo su Tipeee destinato ai Saggi Utenti (è una nuova piattaforma che sostituisce le precedenti donazioni PayPal).

Massima velocità registrata con lo slot SD integrato e Kingston React Plus V90

Oltre a Wi-Fi 6 e Bluetooth 5, ci sono connessioni posteriori altrettanto ricche che iniziano con una sfilza di quattro Thunderbolt 4. Poi c’è una porta Ethernet 10 Gbps, l’alimentazione, due USB-A 3.1 gen 2 da 10Gbps (sempre utili), HDMI e uscita 3,5mm ad alta impedenza. Questa si regola in automatico in base all’impedenza delle cuffie connesse, riuscendo a pilotare anche quelle da 250Ohm (oltre non ho provato).

M1 Max: differenze inattese

L’area delle prestazioni è quella che mi ha stuzzicato di meno arrivando da mesi di utilizzo del MacBook Pro 14″ con lo stesso chip. In realtà ho trovato delle differenze insolite, ma inizio col dire di aver scelto la variante del Mac Studio M1 Max dotata di 32-core GPU proprio per allinearlo alle specifiche del mio MacBook e fare dei confronti 1:1. Ci tengo a precisare che non credo sia la versione più indovinata: l’upgrade rispetto alla base con 24-core GPU costa relativamente poco (+230€), ma l’incremento reale di performance non è così evidente. Se proprio si può aggiungere quella cifra credo sia meglio investirla per passare a 1TB di storage che è molto più comodo rispetto al taglio base di 512GB.

Altra nota interessante è che il MacBook Pro 14″ con M1 Max (10-core CPU/24-core GPU) costa 3309€, mentre il Mac Studio con le medesime specifiche 2349€. Si può dunque ragionare sul fatto che i 960€ in più del portatile coprano le sue aggiunte, sintetizzabili in: schermo, batteria, tastiera e trackpad. Non male come rapporto, ma siamo storicamente abituati a considerare i portatili carenti sul fronte della dissipazione e, quindi, più rumorosi e con minori performance rispetto alle controparti desktop. Per queste ragioni mi aspettavo di trovare il Mac Studio superiore in diverse cose, ma non è andata esattamente così.

Inizio proprio da queste differenze inattese, che si riscontrano facilmente analizzando i consumi prima che le prestazioni. Un test che eseguo su tutti i Mac è quello di lanciare il comando stress da terminale per saturare tutti i core della CPU – che qui sono 10 – mentre eseguo 3D Mark Extreme Wild che impegna sia la CPU che soprattutto la GPU. Questo mi dà un’idea di come è profilato il computer sotto il profilo termico, quindi fino a dove sale con le temperature, quanto consumano rispettivamente CPU/GPU e quanto veloce girano le ventole. Sulla carta era facile prevedere che il Mac Studio potesse spingere tutto un po’ più in alto, avendo un miglior sistema di areazione per compensare, ma succede l’esatto contrario.

Pressando su entrambi i componenti, sul MacBook Pro 14″ a batteria si arriva ad un consumo massimo di CPU e GPU rispettivamente di 41W e 45W (la media è di 29W e 41W). Quindi lui sale finché può, si aiuta con le ventole per mantenere il carico, che arrivano anche a 6000rpm, e taglia pochissimo l’erogazione di corrente con temperature di picco di circa 98° sul SoC. Considerate che questo è un comportamento molto virtuoso rispetto a quello dei Mac con Intel, dove anche nei desktop il throttling era parecchio più pesante.

Lo stesso test sul Mac Studio mi ha fatto registrare consumi di picco per CPU e GPU rispettivamente di 35W e 53W, quindi leggermente inferiori sul processore dove l’erogazione è rimasta più costante (32W di media) e superiori sulla GPU con un andamento un po’ incerto (media di 34W).

STRESS TEST COMBINATO MacBook Pro M1 Max Mac Studio M1 Max
Alimentazione Batteria Corrente
CPU Power (MAX) 41W 35W
CPU Power (MEDIA) 29W 34W
CPU Temp. (MAX) 99° 58°
GPU Power (MAX) 45W 53W
GPU Power (MEDIA) 41W 33W
GPU Temp. (MAX) 98° 55°
Ventole (MAX) 6143 rpm 1346 rpm

La cosa molto strana di questi dati è che il Mac Studio con lo stesso chip del portatile non sfrutta le sue maggiori potenzialità in termini di alimentazione e areazione. L’erogazione di corrente rimane sempre modesta, a tratti persino inferiore rispetto al portatile a batteria, con delle temperature di picco davvero basse e le ventole che girano al minimo. Questi dati dicono chiaramente che il Mac Studio potrebbe spingere tantissimo di più senza risentirne e invece non lo fa.

Ci ho ragionato un po’, ma non riesco a trovare nessuna motivazione razionale per questo comportamento. È certamente vero che il Mac Studio consuma pochissimo e rimane molto fresco e silenzioso, ma il rovescio della medaglia è che non esprime il suo potenziale. È vero che lo stress test di 20 minuti con 3D Mark Extreme Wild ha registrato una stabilità perfetta, ma il MacBook Pro 14″ con alimentazione è arrivato al 99,8% con uno score del tutto sovrapponibile.

Qui c’è del potenziale sprecato

Questo comportamento si ripresenta anche andando a poggiare maggiormente sulla GPU con GFX Bench Metal, dove il Mac Studio è riuscito ad essere un po’ più veloce del MacBook Pro in alcuni test, ma certamente non quanto avrebbe potuto.

Al di fuori dei test con cronometro, i due computer risultano identici nell’uso quotidiano. E lo conferma il fatto che nella maggior parte dei benchmark i numeri sono gli stessi o comunque molto simili. E questo vale per Geekbench come per CineBench R23, Corona 1.3 e simili.

Sapete che io lavoro prevalentemente con foto e video, quindi non vi posso dare feedback diretti su tanti altri settori come programmazione, 3D ed altre cose che esulano dalle mie competenze. Ho avuto giusto l’imbeccata di un Saggio Utente per un benchmark su Revit. Quindi ho installato Windows 11 for ARM su Parallels Desktop 17, ma il test si blocca lungo il percorso (su tutti gli Apple Silicon a quanto pare). Potrebbe essere solo un errore di programmazione dello stesso, ma i numeri parziali non sono comunque elevati, anche dando tutto il possibile alla macchina virtuale. Diciamo che il software si può usare, ma è lento. Specialmente al primo caricamento, dopo migliora parecchio nella gestione delle viste.

PRESTAZIONI REVIT 2022 Nativo Emulato
Hardware Dell Precision 5820
Xeon W-2125 (4-core/8-thread)
RTX 4000 8GB
RAM 32 GB
Mac Studio M1 Max
CPU 10-core
GPU 32-core
RAM 32 GB
Opening and loading custom template 4,97 8,99
Creating the floors levels and grids 14,01 32,15
Creating a group of walls and doors 21,64 41,61
Modifying the group by adding a curtain wall 33,80 59,29
Creating the exterior curtain wall 13,35 26,98
Creating the sections 10,18 18,68
Changing the curtain wall panel type 4,50 8,29
Creating area plans 14,92
Creating and applying view template 2,23
Total 119,60 195,99
Meglio numeri più bassi

E qui non c’entra Rosetta, stiamo parlando dell’emulazione nativa di Windows che poggia sopra la virtualizzazione di macOS. In queste condizioni anche Geekbench, che è leggero, dà numeri molto inferiori e con Cinebench in multi-core siamo proprio bassissimi.

Visto che ci sono approfitto per una parentesi sul gaming, tanto c’è poco da dire. In fin dei conti molti titoli per Windows non partono proprio riconoscendo la piattaforma ARM (es. Elden Ring) e quelli che vanno subiscono comunque le stesse limitazioni di Revit: di certo non si ottiene un’esperienza pari ad un PC che costa magari anche meno.

I titoli del Mac App Store sono quasi tutti tarati su hardware meno potenti, quindi non danno soddisfazioni su M1 Max, e quelli un po’ più spinti – tipo Shadow Of Tomb Raider – vanno anche bene nei test però sono datati. Adesso c’è anche l’emulatore PS3 RPCS3 nativo per Apple Silicon che potrebbe aprire alcuni scenari interessanti, ma in fondo macOS rimane l’ambiente meno indicato per il gioco impegnativo.

Passando ad un ambiente che mi è più congeniale, ovvero quello della creatività, riprendiamo il mano il cronometro per qualche applicazione concreta. Ribadisco sempre che a me interessano molto di più le prestazioni nell’uso che quelle di rendering/esportazione, ma sulle prime non ho notato alcuna differenza tangibile rispetto al MacBook Pro 14″ M1 Max e sulle seconde sono comunque testa a testa. Lascio dentro anche gli stessi test eseguiti sul mio precedente iMac 27″ i9 con Radeon Pro 5700 XT 16GB e 64GB RAM per confronto – essendo tempi, i risultati migliori sono quelli inferiori.

Se si parla di grafica e fotografia, il Mac Studio con M1 Max è quasi sovradimensionato. Questo non vuol dire che non si apprezzi, ma si può notare che è molto vicino ai numeri ottenibili con M1 Pro (che, ricordo, ha la stessa CPU). L’abbondanza offre però un buon margine per futuri upgrade, soprattutto considerando che i software hanno la tendenza a sfruttare sempre di più la componente grafica e di machine learning.

Per come è bilanciata la Memoria Unificata rispetto alle bande a disposizione (qui approfondimento) il miglior rapporto tra spesa e beneficio si ha con la versione da 32GB. L’upgrade a 64GB è consigliabile in rari casi, quelli per cui probabilmente sarà meglio pensare ad M1 Ultra che, tra le altre cose, parte proprio da 64GB ma con doppia banda totale per sfruttarli a dovere.

Nel settore video dipende molto da cosa si fa e quale software si usa. Intanto Final Cut Pro rimane sempre il Re in termini di ottimizzazione su macOS, sia perché spreme molto poco l’hardware sia per l’efficienza del rendering in background. Devo però dire che anche Resolve, per quanto faccia più sforzo sulla GPU, risulta molto ben implementato.

Il peggiore rimane Premiere Pro, nel senso che non rende giustizia all’M1 Max. In fase di esportazione ora sfrutta abbastanza bene l’hardware, ma sulla timeline fatica decisamente più degli altri.

Devo però precisare che i miei test di montaggio non sono eseguiti buttando giù dei video, anche pesanti, sistemando un po’ i colori e via. Perché se fate solo queste cose anche Premiere Pro è fluidissimo. Io provo a ragionare su timeline più realistiche per il mio uso e per quello di una persona che spende cifre importanti per il computer di lavoro. Quindi, oltre ad aver eseguito qui i miei ultimi 5 video con Resolve 17, ho realizzato un progetto esemplificativo di un solo minuto che include contenuti misti, dal 4K ProRes all’8K H.265, movimenti, crop, color, transizioni, titolazione e qualche effetto. Gli altri due software lo fanno girare più che decentemente, con Premiere ci sono ritardi, drop frame, glitch.

Certamente è il software ad essere pesante, questo lo si sa, ma trovo che su Windows e architettura x86-64 giri un po’ meglio. Infatti ottengo quasi le stesse prestazioni (giusto un pelo inferiori) sul mio portatile Asus G14 con AMD Ryzen 7 4800HS, 32GB RAM e RTX 2060 MaxQ (ovviamente collegato ad alimentazione). Per fortuna con Lightroom, Photoshop, Audition ed altri della Creative Cloud non vale lo stesso discorso, ma in generale i software di Adobe continuano a funzionare meglio su Windows, specie con GPU NVIDIA.

Conclusione

Voto 4,5/5Il Mac Studio con M1 Max si propone come computer desktop ideale nel settore foto/video, ma ha prestazioni valide a tutto tondo. Non è economico, ma non è neanche caro se si considera soprattutto che non c’è altro computer ad unire questo genere di risultati con dimensioni compatte, silenziosità operativa e consumi ridotti all’osso. Sottolineo quest’ultimo aspetto perché il consumo medio di tutto il Mac Studio M1 Max è inferiore a quello di una sola scheda grafica dedicata di medio-basso livello.

Al di là dei consumi, la CPU rimane tra le più performanti in single-core, giusto gli Intel di 12a generazione fanno meglio. In multi-core va anche molto bene, ma se si punta alle vette delle classifiche si deve considerare M1 Ultra, che passa da 10 a 20-core. Per la GPU la questione è diversa e si devono valutare più aspetti, il più importante dei quali risiede nelle codifiche in hardware. In termini di potenza nuda e cruda la grafica di M1 Max sta più o meno al livello di una Radeon RX 5700 XT o una NVIDIA RTX 2060, ma se si lavora con il video e su software ottimizzati, i risultati reali saranno superiori per l’ottima codifica in hardware (ProRes/H264/H265) e per l’accesso a tutta la Memoria Unificata. Per questo dico che chi si occupa di video ne avrà un miglior giovamento.

Se guardiamo l’intera proposta di Mac dell’ultimo decennio – e forse anche più – questo è il primo computer desktop con buone prestazioni anche sulla grafica che non sia venduto insieme ad uno schermo. Per me questo aspetto è davvero importante e preferibile, per altri un po’ meno. Di certo si ha la possibilità di acquistarlo e gestire separatamente l’investimento per un monitor, senza l’obbligo di comprarne uno Apple (come lo Studio Display) e potendo sostituire più facilmente il computer con il passare degli anni. Di contro, mancando un altro desktop potente più dell’iMac 24″ o del Mac mini M1, è rimasto un vuoto nella lineup che sarebbe coperto bene da un mini con M1 Pro. Potrebbe effettivamente uscire, se ne sta riparlando in questi giorni, e per alcuni può aver senso attenderlo se M1 Max appare troppo costoso o potente. Mentre per chi è interessato ad M1 Ultra, come me, devo purtroppo rimandare ad un futuro approfondimento, quando finalmente mi consegneranno il mio e potrò testarlo sul campo.

Da tempo che non si vedeva un Mac da scrivania così interessante

Il Mac Studio non brilla per la forma, dimessa e anche un po’ bruttina per me, ma lo fa nel suo insieme per prestazioni, consumi, porte ed efficienza. Devo però dire che, a titolo del tutto personale, i circa 1000€ spesi in più sul portatile 14″ con stesse specifiche mi appaiono più interessanti dopo questa prova. Sia perché comunque si ripagano con la versatilità di un portatile dotato di quell’ottimo schermo, sia perché in ambito mobile questi consumi hanno consentito di realizzare qualcosa che altrove semplicemente non esiste. Su desktop, invece, le alternative ci sono quando si spendono queste cifre. Poi si può preferire lo stesso il Mac Studio per dimensioni, silenziosità e consumi, così come per macOS,  ma sarebbe potuto essere molto più interessante con un profilo termico diverso che, per altro, si può largamente permettere. Per ora non considero questo aspetto nel voto finale, ma sono propenso a togliere mezza stella del totale se Apple non metterà le mani sul firmware per farlo spingere un po’ di più. Non dico che si debba arrivare a 100° come facevano le CPU Intel, ma c’è tanto margine prima di quello che si potrebbe facilmente ottenere almeno un 30% in più di prestazioni senza alcuna ricaduta negativa. Ed è davvero un peccato lasciarli sul tavolo.

PRO
PRO Ottima qualità costruttiva
PRO Buone prestazioni già sulla base
PRO Consuma pochissimo
PRO Estremamente silenzioso
PRO Compatto per le sue prestazioni
PRO Ottima dotazione di porte (anche frontali)

CONTRO
CONTRO Non sembra sfruttare tutto il suo potenziale (M1 Max va come sul 14″)
CONTRO Pochi i 512GB SSD di partenza

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Nessuna espandibilità
DA CONSIDERARE Manca una versione M1 Pro
DA CONSIDERARE Ancora difficoltosa la vita di chi ha bisogno di software x86-64 per Windows

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.