Recensione Huawei P30: il top di gamma nascosto

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Le novità di rilievo nel segmento smartphone si susseguono piuttosto lentamente, eppure nell’ultimo anno c’è stato almeno un cambiamento, a mio avviso molto interessante, che ha coinvolto i principali produttori. Mi riferisco ad una sorta di riscatto di quella fascia media che nel 2018 era stata poco appetibile, schiacciata dal consistente boom di smartphone economici finalmente validi e gli intramontabili top di gamma. Potrei sbagliare, ma credo che il trend sia scaturito prima di tutto da una necessità dei produttori che tra il 2017 ed il 2018 hanno portato troppo in alto il prezzo dei modelli premium (almeno quello di listino) e subìto una naturale contrazione delle vendite. Quale che sia l’effettiva motivazione, di certo tra gli smartphone più apprezzati degli ultimi 12 mesi ricadono le nuove varianti “economiche” delle famiglie più popolari: penso ad esempio all’iPhone XR, al Galaxy S10E ed anche al Huawei P30.

Verso la fine del 2017 avevo deciso di investire maggior tempo e risorse nella recensione di smartphone Android. La scelta è stata a dir poco infelice e per fortuna me ne sono accorto subito, ritornando in carreggiata. Mi piace conoscerli, usarli e provarli, ma ho continuato a farlo per me, evitando di realizzare la milleunesima recensione che probabilmente non interessa a nessuno. Dopo essere entrato in contatto con Huawei per il test del MateBook 13 (recensione), si è presentata la possibilità di recensione del P30 e l’ho accolta con piacere. Per altro è capitato proprio a fagiolo nel periodo in cui il mio iPhone XS Max si è danneggiato (in questo video spiego come), dunque si è velocemente ritagliato una posizione di rilievo tra i miei smartphone. Lo uso ormai da un mese e vi vorrei parlare di come mi sono trovato, dei suoi principali aspetti positivi e negativi, ma senza elencare le specifiche tecniche. Anzi, vi riassumo le principali in questa tabella così possiamo andare oltre.

Huawei P30 Caratteristiche
Dimensioni / peso 149 x 71 x 7,6 mm / 165 g.
Certificazione IP53 (protetto da polvere e gocce di pioggia)
Schermo 6,1″ OLED 422ppi (1080×2340 pixel) 19.5:9 (P3 e HDR10)
Memoria 6GB RAM / 128GB (espandibile con nanoSD)
Dual SIM Slot 1 Nano SIM 4G/LTE
Slot 2 Nano SIM 4G/LTE oppure nanoSD
Chipset HiSilicon Kirin 980 da 7nm octa-core (GPU Mali-G76 MP10)
Audio Mono, porta 3,5mm, supporto per aptX HD
Fotocamera frontale 32MP f/2 / video 1080p
Fotocamere wide: 40MP f/1,8 27mm
ultrawide: 16MP f/2,2 17mm
tele: 8MP f/2,4 80mm OIS
video 2160p@30fps 1080p@60fps
Connettività Wi-fi 5 (ac) / Bluetooth 5.0 / NFC
Batteria 3650 mAh / carica veloce da 22,5W / porta USB-C (no Qi)

Ergonomia e schermo

In mano il Huawei P30 è gradevolissimo. Lo schermo allungato da 6,1″ e le cornici ridotte lo rendono compatto e maneggevole, al punto che spesso lo utilizzo con una sola mano riuscendo a controllarlo senza troppa difficoltà, compresa la scrittura. Buona anche la tastiera di default, veloce e precisa, con un ottimo feedback di vibrazione. Di solito la cambio ma questa no, mi ci sono trovato bene. Quando si guarda una foto o un video il display è molto appagante, sia per la buona superficie che per l’ottima qualità del pannello OLED con 422 ppi. La luminosità è elevata e il sensore lavora bene per adattarla automaticamente all’ambiente. Si fa un po’ di fatica con il solleone se ci si ritrova ad usarlo con forte luce diretta, ma questa è una condizione che mette in difficoltà qualsiasi schermo.

Mi piace molto la possibilità di vedere data, ora e le icone delle app con notifiche a schermo spento, perché è un uso intelligente dell’OLED che incide poco sui consumi ma risulta particolarmente utile. Non è attivo di default, però, così come non è attiva la modalità scura dell’interfaccia che sta anche un po’ nascosta nelle impostazioni batteria.

Parlare di design con gli attuali smartphone è abbastanza difficile, perché ormai il frontale è occupato interamente dallo schermo e rimane poco spazio per i guizzi di originalità. Tuttavia va detto che qui le cornici sono molto ridotte ma non costanti su tutti i lati, che è una cosa non proprio riuscita se si va a guardare nel dettaglio. A me piace molto la colorazione Aurora, tuttavia devo dire che anche il nero ricevuto in prova è gradevole ed elegante. Il retro è in vetro, leggermente specchiato, e quando c’è luce tende più al grigio scuro che al nero assoluto. La disposizione delle tre camere è a “semaforo”, gradevolmente sottolineata dall’allineamento del logo Huawei e delle serigrafie. Rimane scomodo quando si interagisce con lo schermo mentre lo smartphone è poggiato sul dorso, perché la sporgenza è sbilanciata e lo fa ballare, ma all’atto pratico chi usa le cover non ci farà proprio caso. In dotazione ce n’è una di quelle trasparenti e dozzinali, ma ho preso quella originale in silicone nero e l’ho trovata ottima poiché non è grossa ma copre ogni lato del dispositivo (compresa l’area inferiore).

Senza la cover avverto un leggero scalino sotto i polpastrelli nella congiunzione tra la cornice e il vetro frontale piatto, ma preferisco comunque questa soluzione rispetto ai display curvi perché si evitano le attivazioni involontarie con il palmo della mano. Non ho amato la disposizione dei tasti, poiché sono tutti e tre sulla destra e ogni tanto faccio un po’ di confusione. Il lato positivo è che non si fanno screenshot per errore soltanto stringendo lo smartphone, ma quando serve sono facilissimi da realizzare schiacciando con il dito a metà tra power e volume giù, perché si riesce a premerli insieme. Ho trovato anche molto bella la possibilità di attivare la registrazione video dello schermo utilizzando la combinazione di power e volume su: così è sempre a portata di mano.

Una mancanza di un certo rilievo del P30 è quella dell’impermeabilità, in quanto è dichiarato come resistente alla polvere e ad una leggera pioggia, ma non si può immergere nell’acqua e non è garantito che possa sopravvivere in caso si bagni anche con un bicchiere d’acqua incautamente riversato sopra. A tal proposito va detto che la parola “garanzia” quando si tratta di impermeabilità va presa con le pinze… poiché non tutti i produttori poi sono effettivamente inclini a ripararli in caso di problemi (vedasi caso del mio iPhone XS Max).

Non possiamo ignorare del tutto la questione del ban che incombe su Huawei. La situazione sembrava essere sulla via della risoluzione, quantomeno con un compromesso che permetteva all’azienda di mantenere in gran parte il suo business consumer mettendo paletti alle forniture aziendali di rete, ma negli ultimi giorni l’amministrazione USA aveva effettuato una marcia indietro, salvo poi rinnovare la licenza temporanea per altri 90gg. D’altro canto, Huawei non sta a guardare e nei giorni scorsi ha presentato Harmony OS, il suo sistema operativo, completamente slegato da Android. I primi prodotti arriveranno in Cina entro l’anno, mentre a livello globale si inizierà nel 2020. Ufficialmente Huawei sostiene di non volerlo usare per gli smartphone, almeno dalle nostre parti, ma vista la fluidità della situazione e i rapporti ormai compromessi con le realtà americane, sarebbe errato escludere un ampliamento di scopo per Harmony OS in un termine nemmeno così tanto in là, se ci si pensa. – Giovanni “Razziatore”

Accesso sicuro?

Il notch è piccolo e centrale, ospita soltanto la fotocamera perché la capsula auricolare è sul bordo più alto. Dalle impostazioni si può nascondere, rendendo tutta la striscia superiore nera, che rimane comunque utilizzabile per le icone di stato ai lati. Il sistema di riconoscimento facciale è abbastanza rapido ma non riesco a considerarlo completamente sicuro con una sola camera. Sulle prime battute ho avuto l’impressione di riuscire ad ingannarlo con una foto, ma ho riprovato ora e non va: forse è stata migliorata la sicurezza con l’aggiornamento ricevuto qualche settimana fa? Comunque per chi volesse maggior tranquillità consiglierei di preferire lo sblocco con l’impronta, realizzato tramite il sensore posto sotto il display. Questo funziona piuttosto bene ma non lo definirei infallibile. Se utilizzato senza prestargli troppa attenzione, una volta su 10 tentenna e bisogna schiacciare con più precisione per farsi riconoscere (o inserire il codice di sblocco). Sostanzialmente è la stessa condizione che troviamo in tantissimi altri smartphone recenti nel mondo Android e che ci costringe a scegliere veloce e comodo (volto) o preciso e sicuro (impronta) ma senza poter avere entrambe le cose insieme.

Velocità

Una delle cose che ho più apprezzato del P30 è la sua fluidità. Non dico che non mi sia mai capitato di vedere neanche un microlag nell’interfaccia, ma in generale scorre rapido come un treno, sia nell’apertura delle app che nel loro utilizzo. A mio avviso va meglio del Galaxy S10, che già avevo trovato molto valido. Inoltre a distanza di un mese – senza neanche un riavvio oltre a quello necessario per un update – va liscio e tranquillo come il primo giorno. Anche la RAM di 6GB mi è parsa sempre adeguata. Lo storage di base è di 128GB e si può espandere utilizzando il secondo slot per la SIM, anche se utilizza le nanoSD e non le tradizionali microSD.

La EMUI (attualmente in versione 9) è gradevole e abbastanza intuitiva, anche se in alcuni casi forse eccede nel suo tentativo di voler essere amichevole. Personalmente non amo il continuo controllo delle app che consumano troppa energia o, più precisamente, come la cosa viene gestita con le notifiche. Capisco che possa essere utile a molti che non prestano attenzione ai permessi ed alle attività in background, ma alla lunga la ritengo un po’ fastidiosa, anche perché non sai mai se limita l’operatività di alcune app che devono effettivamente operare dietro le quinte per farti avere notifiche puntuali.

Fotocamere

Il P30 Pro ha fatto parlare di sé per la fotocamera tele equivalente a circa 135mm (5x), ma anche quella del P30 si fa apprezzare con il suo ingrandimento ottico 3x da 80mm. Certo è ben più tradizionale nella realizzazione, il sensore è piccolino e l’obiettivo non è tanto luminoso (anche se stabilizzato), ma ad essere sinceri io apprezzo di più la fotocamera ultrawide e chi mi segue da un po’ sa che lo ripeto da quando è apparsa per la prima volta in uno smartphone LG. Certo al teleobiettivo ci siamo ormai abituati ma su iPhone non lo uso moltissimo e rimane da considerare che quando la luce non è tanta lo smartphone scatterà comunque con la fotocamera standard applicando un banalissimo taglio (per giunta senza avvisarci). Inoltre gli ingrandimenti non troppo spinti vengono realizzati sempre meglio in digitale grazie alla fotografia computazionale (vedi il Google Pixel 3).

La ultrawide, invece, è davvero divertente e decisamente più insolita, anche perché non si può ottenere con un crop visto che ha un angolo di campo nettamente superiore a quello della fotocamera standard. Ricorda un po’ l’inquadratura delle action cam ma non è altrettanto estrema e, nel caso del P30, è pure di buona qualità. Ci offre la possibilità di catturare fotografie più originali all’aperto e con poco spazio negli interni. Il sensore e l’ottica non sono proprio al pari di quello principale, ma è il prezzo da pagare per avere obiettivi più estremi nelle profondità ridotte degli smartphone.

L’interfaccia dell’app fotocamera è intuitiva e semplice ma c’è anche la modalità Pro per un controllo diretto di tutti i parametri. All’opposto, per chi vuole la vita semplice, si può attivare la funzione Master AI che riconosce praticamente ogni tipo di scenario ed ottimizza automaticamente la resa. È interessante vederla all’opera perché capisce davvero bene il soggetto dell’immagine e adegua le impostazioni e lo sviluppo per una resa “ottimale”. Una cosa che non mi piace è l’avviso che appare in cui si chiede di tenere lo smartphone fermo per alcuni secondi dopo lo scatto al fine di migliorare l’immagine, ma soltanto perché si vede troppo di frequente, spesso anche di giorno e con luce apparentemente sufficiente. In quei casi se non si aspetta capita di ottenere immagini leggermente mosse pure con la ultra grandangolare, dunque si deve prendere l’abitudine di aspettare sempre un po’ dopo lo scatto affinché la fotocamera e la sua “AI” abbiamo il tempo di operare al meglio.

L’apporto di Leica io non lo considero tanto nell’hardware ma di certo lo noto nei profili colore applicati alle foto. Queste hanno davvero un bel look, particolare e riconoscibile, con contrasti pronunciati e colori vividi. Sono sempre “foto da smartphone” ma in un certo senso mimano uno stile più analogico che colpisce, specie quando si utilizza il Master AI. Le foto non hanno praticamente bisogno di essere post-prodotte visto che lo fa già lo smartphone molto bene. Forse a volte è un po’ eccessivo, soprattutto nel far risaltare i volti rispetto allo sfondo, ma alla fine è quello che molti ricercano nei ritratti e dunque credo possa piacere nella maggior parte dei casi. Personalmente trovo ci sia un po’ troppo micro-contrasto aggiunto ma i dettagli ci sono e sono pure superiori rispetto ad altri top di gamma. La resa dello sfocato è un po’ altalenante e non sempre credibile, ma quando funziona dà un bel senso di tridimensionalità alle foto.

La registrazione video arriva fino all’UltraHD a 30fps, mente il massimo del framerate è di soli 60fps a 1080p. Onestamente si poteva fare di meglio, però devo dire che la stabilizzazione funziona bene. Si nota però un po’ qualche scatto o sfarfallio dell’illuminazione che rende i filmati meno fluidi e piacevoli da vedere. Inoltre il passaggio tra le 3 fotocamere non è trasparente ma comporta dei salti percepibili sia nei colori che nell’inquadratura e spesso richiede una successiva messa a fuoco (che nel tele non è velocissima). Insomma il comparto video ha dei lati positivi (tipo la stabilizzazione) ma non convince come quello fotografico. Da sottolineare che Huawei non ha qui utilizzato il sensore con pattern RYBY del modello Pro ma un più tradizionale Bayer, anche se in fin dei conti non si nota poi una grandissima differenza e anche le foto di notte vengono abbastanza bene (specialmente se si attiva l’apposita modalità). La resa non è strabiliante come quella degli ultimi Pixel (che comunque dipende più dal software che dall’hardware) ma risulta visibilmente superiore a quella dell’iPhone XS Max. Tuttavia ribadisco l’ottima soddisfazione generale in termini di resa fotografica nel punta e scatta, che quasi mai ho trovato deludente.

Ricezione e Audio

Lo ammetto, non faccio molte chiamate di recente e pochissime volte senza auricolari. Ho notato però una resa assolutamente valida delle antenne dati e nessun problema nella ricezione. Nelle telefonate mi è invece capitato di volere più volume, seppure parte della colpa sia della posizione sopraelevata della capsula auricolare che richiede un’impugnatura leggermente diversa dal solito (ma alla fine me ne dimentico sempre). Dal punto di vista multimediale la resa audio è solo sufficiente per musica e video, perché il volume c’è ma è in mono, dunque manca di spazialità e anche un po’ di potenza. Oltre al fatto che si rischia di “tappare” la cassa inferiore mentre si impugna lo smartphone in orizzontale. Apprezzatissima invece la presenza dell’uscita audio da 3,5mm, così come il Bluetooth 5.0 con supporto aptX HD.

Autonomia e carica

Iniziamo dal contro, perché qui ce n’è uno che per me è grosso quanto una casa: il P30 non supporta la ricarica wireless. So bene che molti dicono di non capirla o apprezzarla, ma di solito sono quelli che non hanno avuto modo di abituarcisi. Io la adopero continuativamente credo dal Nexus 4 o forse da un Samsung della stesa era, ed ho dovuto aspettare parecchi anni prima di vederla finalmente arrivare su iPhone. Ne tollero l’assenza su smartphone super economici da 150€ ma già sopra i 200/250€ la esigo. Quando ho scoperto che non era supportata su un top di gamma potente, completo e costoso come il P30, ci sono rimasto di stucco. Non so cosa li abbia portati a questa decisione, però mi auguro veramente di non vedere mai più smartphone di questo calibro senza Qi. Per fortuna ci sono anche aspetti positivi su questo fronte, tra cui la USB-C ed un caricatore potente e veloce in dotazione (ben 25W), ma soprattutto un’autonomia sorprendente. I 3650 mAh della batteria rendono tantissimo ed arrivo sempre a sera con oltre il 30%. Quando l’ho usato come secondo smartphone ci ho fatto quasi sempre 2gg e in paio di casi addirittura 3. Mi è piaciuto moltissimo questo suo lato, ma ogni volta che collego il cavo riprovo una piccola delusione.

Conclusione

Voto 4/5Il Huawei P30 può essere visto in due modi diametralmente opposti. Potrebbe apparire come un top di gamma mancato se si vanno a sottolineare uno per uno tutti i possibili vantaggi del modello P30 Pro, oppure se ne può apprezzare la sua qualità complessiva, l’esperienza d’uso convincente e, in una parola, il suo essere davvero smart. Personalmente l’ho trovato molto valido e capace di bilanciare le tante specifiche di alto profilo con le poche rinunce per trovare un posizionamento di prezzo appetibile. L’unica cosa che non riesco a perdonargli è l’assenza del Qi, perché se si è già assuefatti alla ricarica wireless lo si avvertirà come un fastidioso limite. La seconda cosa un po’ sottotono rispetto ai top di gamma è la certificazione IP53, che ci dà un po’ di sicurezza contro la pioggia ma non si sa come possa reagire se gli si versa sopra un bicchiere d’acqua. Va comunque detto che tra lo schermo molto valido, le dimensioni giuste, la struttura ben realizzata, le prestazioni ottime e il buon comparto fotografico, il P30 è uno smartphone che soddisfa.

Aggiungo una piccola considerazione riguardo al prezzo poiché ritengo che Huawei abbia trovato degli ottimi accordi con gli operatori, con i quali si può ottenere lo smartphone a fronte di una spesa davvero irrisoria. Ad esempio Vodafone sul mio piano lo propone a 9,99€ al mese per 30 mesi senza anticipo, per un totale davvero incredibile di soli 299€. Acquistandolo invece a prezzo pieno su Amazon si spendono circa 200€ in più, ma si ha il vantaggio di non avere vincoli e rate. Le offerte così aggressive degli operatori ci danno però l’impressione che il P30 potrebbe effettivamente costare di meno e per questo consiglio di dare un’occhiata anche su Ebay, dove pur considerando solo i prodotti nuovi e di venditori professionali con spedizione dall’Italia, si spunta a meno di 500€.

PRO
+ Schermo OLED di buona qualità
+ Dimensioni intermedie molto comode
+ Veloce, fluido costante
+ Giusta dotazione di memoria
+ Autonomia eccezionale e caricatore molto veloce
+ Una fotocamera per ogni esigenza: superwide, wide, tele
+ Fotocamera intelligente e con bei profili colore firmati Leica
+ Buona stabilizzazione nei video
+ Ha la porta audio 3,5mm
+ Prezzo interessante

CONTRO
- Non ha la ricarica wireless
- È “solo” IP53
- L’audio è mono

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.